Vivere senza frigo è possibile? Progetti di design per preservare i cibi a lungo

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Nel mondo occidentale la stragrande maggioranza delle persone possiede un frigorifero in casa; questo significa che in quasi tutte le abitazioni c’è un elettrodomestico che funziona 24 ore su 24 e che consuma circa 300 Kw/annui, tra l’altro calcolati su un frigo di classe A, quindi dal consumo già ridotto. Eppure appena 50 anni fa si poteva vivere senza e da queste poche considerazioni sono nati interessanti progetti per conservare i cibi senza elettricità e con un occhio al design.

Una cucina sostenibile con poche e facili idee

Cucinare cibi sani con il forno solare da costruire in poche mosse

Nonostante sia un consumo piuttosto contenuto rispetto ad altri dispositivi, è comunque una fonte importante e continua di dispendio energetico. Inoltre il frigo spesso viene riempito più del necessario, ed è facile dimenticarsi, per esempio, di quelle melanzane che si sono acquistate la settimana precedente e che stanno già appassendo, piuttosto che dello yogurt andato a male perché nascosto dietro il cavolo verza. Il cibo che dimentichiamo nel frigo finisce quindi per passare dal negozio al frigo e dal frigo direttamente alla spazzatura.
È chiaro che un cambiamento di abitudine nell’uso di questo elettrodomestico gioverebbe alla nostra economia domestica facendo un favore anche all’ambiente.

DIAMO INIZIO AL CAMBIAMENTO

A questo punto la domanda è: vivere senza frigo, nella società attuale, è possibile?
La risposta è sì, molte persone, infatti, hanno provato a vivere senza frigo per un certo periodo di tempo e non sono morte, ma tuttora vive e vegete per poter raccontare la loro esperienza. Non bisogna dimenticare, infatti, che il frigo ha fatto la sua comparsa nelle nostre case solo nella prima metà del 1900, e fino ad allora si viveva senza, conservando gli alimenti in altri modi o facendo uso di cantine e ghiacciaie comuni, un toccasana per la comunità.

Tornando ai nostri giorni, tutti coloro che hanno provato l’esperienza di vivere per un certo periodo senza frigidaire sono concordi nell’affermare che dopo un intervallo di assestamento e cambiando leggermente le abitudini nell’acquisto del cibo, non hanno riscontrato grandi problematiche nel vivere senza un refrigeratore perennemente attaccato alla corrente, specialmente in inverno quando si può usare il davanzale della finestra o il terrazzo come frigo naturale, e avendo inoltre cura di comprare latticini, carne e pesce giorno per giorno, pratica che permette anche di comprare gli alimenti realmente necessari senza sprechi di vivande “dimenticate”.

Queste persone hanno inoltre notato un cambiamento positivo nella loro dieta, ovvero un aumento di consumo di cereali, frutta e verdura, alleati della salute, che si conservano più a lungo senza dover essere refrigerati, e anzi consumati a temperatura ambiente hanno un sapore più buono e gustoso.

DESIGN PER LA CONSERVAZIONE

A proposito della conservazione di frutta verdura fuori dal frigo si può anche prendere ad esempio il progetto realizzato dal designer coreano Jihyun Ryou Save the food from the fridge , che basandosi sul sapere dei nonni e sulla cultura contadina, ha ideata una consolle di mensole e vaschette per la cucina che sfruttano i principi di conservazione dei cibi legati a concetti di chimica e biologia.
Secondo Jihyun Ryou, infatti, reintroducendo alcuni riti e tradizioni nella nostra cultura si può, in modo lento ma tangibile, arrivare a una svolta positiva per la società contemporanea.

Le mensole del progetto “Save the Food from the Fridge” di Jihyun RyouLe mensole del progetto “Save the Food from the Fridge” di Jihyun Ryou 

Nel suo progetto Ryou ha creato una serie di ripiani e scompartimenti specifici per la conservazione di determinati alimenti. Nel suo progetto figura una mensola adibita specificamente alle mele e alle patate, infatti le mele, producendo etilene, prevengono la germinazione degli organismi vegetali, così le patate, disposte sotto le mele in uno scomparto chiuso e buio, si conservano al meglio.

Per quanto riguarda le radici, come le carote e i porri, Ryou ha creato delle mensole per sostenerle nella loro posizione naturale, quella verticale, poiché così disposti si preservano freschi più a lungo, mentre per altri frutti ricchi d’acqua, come le melanzane, gli zucchini e i cetrioli, è stata pensata una mensola che contiene un livello d’acqua sottostante da annaffiare giornalmente, in modo da ricreare un ambente umido dove questi vegetali possono rimanere naturalmente più rigogliosi.

Vi è poi un ripiano per le uova con un contenitore pieno d’acqua per testare se l’uovo è andato a male oppure no (se va a fondo significa che è fresco, se galleggia è guasto) e una mensola tutta dedicata alle spezie, nella quale è stato posizionato il riso in modo che quest’ultimo assorba l’umidità e le spezie si preservino senza grumi.

A sinistra, lo scomparto adibito alle mele e alle patate; a destra, la mensola delle spezie e riso.A sinistra, lo scomparto adibito alle mele e alle patate; a destra, la mensola delle spezie e riso. 

Questa è uno solo dei vari progetti volti a limitare l’uso della corrente elettrica in ambito quotidiano e domestico staccando la spina del nostro refrigeratore. Un altro esempio, che viene dall’Africa, è chiamato sistema Zeer, ed è un frigo che funziona senza corrente, usato sin dall’antico Egitto e rielaborato in Nigeria da Mohammed Bah Abba. Si tratta di un progetto poco costoso e fattibile con materiali di facile reperibilità.

Quest’oggetto per la conservazione della vivande di facile costruzione, consiste in due vasi di terracotta di dimensione differente, che inseriti uno nell’altro e separati da un’intercapedine di sabbia inumidita: la sabbia bagnata funge da isolante e permette alla temperatura del vaso più piccolo di scendere di diversi gradi rispetto all’ambiente in cui il sistema è locato.

Il cibo da conservare, principalmente frutta e verdura, viene inserito all’interno del vaso piccolo e il tutto viene coperto con un panno umido. Il sistema di conservazione Zeer, non adatto in climi caldi e umidi, funziona molto bene in climi caldi e secchi tipici dell’Africa, dove si è diffuso in diversi paesi, e permette di conservare per quaranta giorni dodici kili di prodotti, ragion per cui le donne che ne hanno adottato l’uso hanno visto incrementare il loro reddito del 30%.

Il frigo Zeer.Il frigo Zeer. 

Probabilmente è al frigo Zeer che una studentessa italiana, Caterina Faleni, emigrata negli USA per fare ricerca alla Nasa, si è ispirata per il suo studio: anche il suo è un frigo che funziona senza corrente.
Questo marchingegno è chiamato Freeijis e, come il frigo Zeer, funziona grazie al processo di refrigerazione per evaporazione dei materiali porosi, quali terracotta e ceramica, ed è lo stesso principio per il quale la temperatura del corpo umano si abbassa quando avviene la sudorazione. Il goal del progetto Freeijis, sostiene la Faleni, è di reintegrare un regime sostenibile nella vita di tutti i giorni.

Il progetto Freeijis di Caterina Falleni. © 2012 Caterina FalleniIl progetto Freeijis di Caterina Falleni. © 2012 Caterina Falleni 

In conclusione, come dimostrato, vi sono diverse possibilità per iniziare a diminuire i consumi elettrici nelle nostre case, partendo da piccoli gesti o piccole accortezze, come quella di usare il “frigo” naturale invernale riponendo gli alimenti deperibili fuori dalla finestra, piuttosto che reintegrando nelle nostre vite tecniche usate da generazioni precedenti per conservare al meglio le vivande grazie alla chimica e biologia degli alimenti, o ancora tecniche di conservazione “povere” ma efficaci, che integrano la cultura antica alle funzioni dell’eco design.

Virginia Patrone

Virginia Patrone Urbanista

Femminista, ecologista, vegetariana: è urbanista e autrice freelance. Vive a Istanbul, dove durante la giornata scrive di architettura e di bizzarri esperimenti culinari sul suo blog Veganbul, di notte s’immerge nei mondi dei suoi autori preferiti, escogita nuovi progetti artistici cullandosi in calde atmosfere jazz.