Eco design, il giusto equilibrio tra riciclo, riuso, estetica e creatività

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Il mio viaggio nel mondo dell’eco–design prosegue: oggi vi parlo di due realtà per me molto valide che credo siano vicine a quell’ideale punto di equilibrio tra estetica e creatività, traguardo complicato ma avvincente, di cui scrivevo nell’articolo sugli eco–bijoux. In Italia ho da poco scoperto l’esistenza di “Rifuse”, Associazione Culturale con sede nelle Marche

(a Macerata) nata nel 2010 dall’esperienza di designer con la vocazione del riciclo e riuso dei materiali per dare una seconda vita agli oggetti dismessi e agli scarti di lavorazione industriale. L’idea di partenza è quella di restituire nuova vita agli oggetti la cui potenzialità è stata gradualmente soppressa dalla rapidità di consumo che caratterizza da tempo la società attuale.

La spazzatura, quindi, va vista come ‘risorsa’ dal momento che, come diceva Antoine–Laurent de Lavoisier, sulla terra “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma” e bisogna prendere atto che non è possibile produrre più di quanto si possa smaltire. Ecco che gli scarti di lavorazioni industriali, ingombranti e complicati da smaltire, si trasformano in intriganti oggetti di design e moda, dai bancali di legno nascono tavoli, sedie e complementi d’arredo. Insomma, si tratta di una realtà italiana da tenere d’occhio, con l’augurio che possa raggiungere i risultati che hanno conseguito i fratelli Fernando ed Humberto Campana, di cui parlerò adesso.

Certo non hanno bisogno della mia presentazione! Si tratta di designer brasiliani che da tempo fanno ricerca nell’ambito del design ecologico: il loro interesse è rivolto in particolare alle tematiche del riciclaggio e della fusione tra materiali naturali e sintetici, senza tralasciare forti richiami all’integrazione delle culture ed all’ambiente. Fonte di ispirazione è chiaramente il “loro” Brasile con le sue contraddizioni irrisolte: dalla natura rigogliosa delle foreste pluviali brasiliane, alle improvvisazioni dei venditori ambulanti fino alle capanne dei quartieri poveri, dai film alla musica fino all’arte.

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Da questa vivace commistione nascono strutture dalle forme lineari che sembrano essere delle riproduzioni della giungla reale e di quella metropolitana, come coordinate cruciali della vita brasiliana. Da anni collaborano con aziende internazionali come Alessi, Edra o Vitra, oltre a proporre le loro collezioni. In una recente intervista a “Il Sole 24 Ore” Humberto Campana esprime le sue legittime e fondate paure in merito alla possibilità che l’eco–design possa ridursi ad una semplice moda passeggera: speriamo si sbagli!
L’intervista ad Humberto Campana