Feng Shui per progettisti: applicazioni nella progettazione architettonica

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Il volume “Feng Shui per progettisti – tecnica e realizzazioni” curato da Luigi Bertazzoni – esperto della disciplina Feng Shui – esplora un complesso ma giustificato percorso di attuazione delle teorie Feng Shui, che vanno dalla progettazione architettonica e ambientale, orientata all’utilizzo di tali tecniche in diversi contesti e scale d’intervento in epoche storiche, fino alla definizione di contesti odierni, utili come esempi per noi professionisti contemporanei. Nel corso dei capitoli il Feng Shui viene definito sempre col termine di “arte” e non, come ci si aspetterebbe nella cultura occidentale, di disciplina o materia.

Approfondimento: Feng shui e bioarchitettura

Emerge come oggi il consulente Feng Shui venga chiamato ad intervenire spesso a posteriori su situazioni esistenti per analizzare e proporre rimedi minimi e suggerimenti che si pensa possano risolvere qualsiasi problema come se si trattasse di usare formule magiche.

Il Feng Shui è a tutti gli effetti una disciplina con un corredo storico, tecnico e culturale che va applicata nelle giuste misure e modi da progettisti e professionisti consapevoli di quello che stanno facendo e non da portatori di mode o per accontentare un committente curioso.

Il Feng Shui, per esempio, può fornire al progettista dei validissimi strumenti d’integrazione fra componenti tecnologiche e ambientali attraverso un proprio sistema flessibile di corrispondenze: non si tratta quindi di un metodo – ripetitivo e standardizzato – bensì di uno strumento operativo sia analitico che sintetico nelle applicazioni progettuali.

Oltre metà del testo – e questo è fondamentale – è dedicata alla spiegazione pratica di come operare in contesti reali.
A seguito di una doverosa quanto interessantissima introduzione sulle radici storiche della disciplina, vengono riportati in dettaglio tutti gli elementi utili alla valutazione analitica dello stato di fatto (che si tratti di qualcosa di realizzato o più semplicemente di un sito individuato per operare con la progettazione), approfonditi in termini tecnici quelli che sono gli elementi base tra loro connessi a formare il sistema di valutazione (bussola de Lo Pan, flussi del Chi e quant’altro) e quindi applicati là dove occorra valutare la situazione.

Per capire quanto ciò che viene teorizzato nel libro sia davvero praticabile dai progettisti e con quali riscontri basta passare alla sezione in cui vengono riportati i casi studio e tutti gli esiti progettuali che l’autore ha ritenuto essere esemplificativi per farsi un’idea sulle potenzialità del Feng Shui nell’Architettura contemporanea.

Quale è dunque il punto di partenza per un progettista?
Si deve avere la pazienza e la costanza di applicare dettagliatamente i principi di questa disciplina orientale, senza timore di sbagliare, ma confrontandosi anche con i propri limiti conoscitivi: imparare l’arte del Feng Shui è un’azione continua e non si esaurisce in un periodo limitato, bensì attraverso applicazioni del sistema a diverse situazioni. È solo dai confronti che si comprendono le potenzialità del Feng Shui nel rivelare ciò che servirebbe in un progetto per far vivere meglio chi ne usufruirà in futuro.

I temi legati alla progettazione architettonica restano quelli in cui più intuitivamente si riscontra l’applicabilità dei principi del Feng Shui, ma un progettista capace (a detta dell’autore) sarà colui che riuscirà ad acquisire la sensibilità e sviscerare la competenza necessaria ad ampliare l’ottica nel verso di situazioni allargate che vadano dall’ambiente, alla sicurezza fino al comfort psicosociale.

Sfogliando il capitolo dedicato ai “Tre casi studio” si vede come il Feng Shui sia applicato a scale differenti che sono : la piazza pubblica con annesso giardino, l’edificio pubblico, l’ampliamento di una residenza privata.

Il libro riporta numerose illustrazioni, tabelle sinottiche e rimandi ad approfondimenti. L’autore non dà per scontato che il lettore possa non essere pratico del tema per cui approfondisce ogni argomento in maniera chiara e rimanda sempre a eventuali temi o autori per comparare quanto riportato nei testi.

Dopo aver letto questo interessantissimo testo sorge spontanea una domanda: ma se il committente è pubblico si può pensare di applicare i principi del Feng Shui ad un progetto da esso commissionato?
Certamente, con l’unico dubbio che in fase esecutiva – vuoi per ragioni di costi, vuoi per ragioni di direzione dei lavori e di capacità della (o delle) impresa/e – venga screditato o bypassato ciò che si era prefigurato come scenario e con i dovuti obbiettivi.

Il Feng Shui non è solo teoria, va applicato e senza mezzi termini là dove si decida di agire: non possono esistere compromessi, perché non esistono risultati dove si può pensare di improvvisare o ridurre le soluzioni previste.
Come denota, ahimè, anche lo stesso autore, la rilevanza delle tematiche indirizzate all’ecosostenibilità ha portato durante l’ultimo ventennio ad aprirsi – per lo meno in apparenza– al perseguimento di target che certifichino la qualità di un progetto, anche se avere un collage di attestati, certificazioni ambientali, conferme da parte di vari esperti del settore tecnico, non significa ottenere un risultato omogeneo e davvero sostenibile.
La tecnologia, l’Architettura e l’approccio votato all’ecosostenibilità potrebbero invece trovare in un metodo di tipo Feng Shui quel terreno condivisibile su cui cooperare per risultati ottimali.

Scheda tecnica del libro
Titolo: Feng Shui per progettisti – tecnica e realizzazioni
Formato 170x240 mm
Editore: Wolters Kluwer Italia (Collana Architettura, Edilizia, Sostenibilità)
Pagine: 256
Data pubblicazione: Gennaio 2012
Autori: Luigi Bertazzoni
ISBN: 978–88–6750000–0

Autore
Luigi Bertazzoni è Architetto e docente di Progettazione Ambientale presso il Politecnico di Milano. Appresa l’arte del Feng Shui a Londra da maestri orientali, dal 1997 ne applica i principi in ambito professionale. Titolare insieme a Paolo Vasino dello studio “Alter Studio Architetti Associati”, ha sviluppato un percorso personale di applicazione delle teorie Feng Shui alla progettazione architettonica e ambientale in diversi contesti e scale di intervento. Ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali ed internazionali in concorsi di progettazione, pubblicati su riviste specializzate.

Estratto
La teoria Yin Yang si basa sulla costruzione filosofica di due polarità complementari. Tali opposti sono riconducibili ad accezioni qualitative o categorie che consentono di descrivere il funzionamento relativo e interdipendente delle cose nel rapporto tra l’una e l’altra. Yin e Yang non sono solamente un insieme di corrispondenze, ma anche una organizzazione del pensiero. Ogni cosa, dunque, è considerata non solo quale entità autonoma, ma anche come parte di un tutto da cui non può essere separata. Nessuna cosa esiste in sé e per sé, nessuna entità può essere sottratta alle relazioni che la legano alle altre. Yin e Yang contengono in sé, per natura, la possibilità dell’opposizione e del cambiamento. Il carattere ideogrammatico Yin significa, tra le altre cose, il lato in ombra di un rilievo montuoso e comprende una lunga serie di associazioni di attività–stati e qualità come il freddo, il riposo, la ricettività, l’introversione, la passività, l’oscurità, l’interno, il basso. Il significato originario di Yang è riferito al lato rivolto verso il sole della montagna ed è associato al calore, al movimento, allo stimolo, all’eccitazione, all’esterno, all’alto (…).

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Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.