Come ho costruito la mia casa di legno: architettura sostenibile a km 12

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Quanti di voi hanno realizzato la propria casa partendo da zero, usando solo il proprio ingegno e la forza delle proprie (e cocciutissime) idee? Quanti poi hanno seguito i principi dell’architettura sostenibile e della filiera corta, anzi, cortissima? Presumo davvero pochi. In ogni caso, se il vostro sogno è questo, sono pochi i libri oltre a “Come ho costruito la mia casa di legnodi Samuele Giacometti, che possono esservi d’aiuto

e farvi da guida pratica e oserei dire anchemorale, per il difficile ma gratificante percorso che vi attende.

Se un domani a Sostasio, frazione del comune di Prato Carnico (Udine), le generazioni future potranno essere fiere dei loro predecessori è anche e soprattutto grazie a questo esempio brillante di architettura sostenibile in legno. Il progetto “Sa Di Legno”, recentemente presentatoa Rio de Janeiro in occasione di Rio+20 è infatti un progetto nato per essere raccontato, ed è un racconto che entusiasma e cattura fin dalle prime pagine, impreziosite dalla prefazione di uno che di legno se ne intende, e che la Natura la vive ogni giorno: “L’umanità non dovrebbe mai allontanarsi dal bosco perché s’allontana da se stessa. Se non lo ha vicino dovrebbe almeno pensarlo”. Stiamo parlando di Mauro Corona, e scusate se è poco.

Ma com’è stato possibile realizzare in soli 32 mesi una casa energeticamente efficiente e sostenibile, partendo da 43 alberi in un bosco e da un terreno edificabile ancora da acquistare? Com’è stato possibile ottenere non solo l’ambiziosa certificazione CasaClima Bpiù ma anche il primo certificato di progetto PEFC in Italia (il terzo nel mondo) e vincere poi il prestigioso CasaClima Award 2010 e la Bandiera Verde Legambiente, con un progetto interamente realizzato con risorse e manodopera locale compresi in un raggio di appena 12 km?

Parte della risposta credo la si possa trovare nella frase, significativa e opportunamente citata nel testo di Giacometti, di Antoine Marie–Roger de Saint–Exupéry: “Se vuoi costruire una nave non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliata in loro questa sete si metteranno subito al lavoro per costruire la nave”.

Il viaggio in cui si viene trascinati dall’autore, anche se non porta al mare, ma alla costruzione di una casa a telaio in legno massello, porta ugualmente al risveglio di un desiderio, un desiderio profondo che solo il legno sa risvegliare. Scoraggiato da molti a usare legno locale, persuaso dal mercato a comprare prodotti prefabbricati nei “supermercati del legno”, sconsigliato nel proseguire nella sua convinzione di lasciare il legno libero da vernici, impregnanti e trattamenti chimici, Samuele Giacometti, sorretto dalla propria forza d’animo e un ingegno fuori dal comune, ha vinto la sua sfida a punti pieni. La sfida era quella di riuscire a riscoprire quei materiali e saperi locali che rappresentano l’unica vera sinergia vincente per progettare, costruire e vivere in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, e se la sua vittoria (che poi è la vittoria di tutti) è avvenuta, lo si deve soprattutto alla sua capacità di “direttore d’orchestra” capace di intessere solidi rapporti umani oltre che professionali (ed è sempre questo l’ingrediente che fa la differenza).

Dall’assegno al taglio degli alberi, avvenuto sotto l’attenta supervisione del dottore forestale, al riposo invernale dei tronchi di larice e abete rosso nel bosco, alla sramatura, sezionatura e scortecciatura dei tronchi, passando dal trasporto in segheria e alla stagionatura del legname fino all’assemblamento vero e proprio della casa, ogni fase è stata attentamente documentata e vagliata da un attento studioLCA realizzato dal Laboratorio LCA & Ecodesign dell’ENEA di Bologna. Ogni processo produttivo, ogni lavorazione, ogni trasporto sono stati considerati ai fini della massima tracciabilità e valutazione degli impatti ambientali, considerando anche scenari di fine vita e smaltimento/recupero, realizzando quindi il vero obiettivo della sostenibilità di un progetto, il quale è sempre migliorabile, ma non potrà mai esserlo se non se ne conoscono tutte le componenti in gioco e le ricadute passate, presenti e future, analizzate con scrupolo scientifico da enti terzi e indipendenti.

Se dunque cercate un esempio concreto di come sia possibile fare “sostenibilità” e “filiera corta” impiegando risorse materiali, professionali e artigianali locali, generando al contempo la valorizzazione e lo sviluppo dell’economia e delle risorse della propria comunità, sappiate che non serve volgere lo sguardo oltralpe, non stavolta.

Titolo:Come ho costruito la mia casa in legno
Autore Samuele Giacometti
Formato: 24 x 16,5 cm illustrato a colori
Editore: Compagnia delle Foreste
Pagine: 144
Edizione: 2011
ISBN: 9788890557729

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Alberto Grieco

Alberto Grieco Architetto

Frequentando una signora chiamata Storia, ha scoperto che l’architettura bio-eco-ecc. non ha inventato Nulla©, ed è per questo che perde ancora tempo sui libri. Architetto per vocazione; tira con l’arco, gira per boschi, suona e disegna per vivere. Lavora nel tempo libero per sopravvivere.