La bonifica dei siti contaminati: analisi di rischio e tecniche di disinquinamento

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La bonifica dei siti contaminati è un tema di grande importanza per la garanzia della tutela delle risorse ambientali e della salute dei cittadini. E’ strettamente connessa al tema della riqualificazione territoriale che non può prescindere dalla scelta di siti idonei per lo sviluppo urbano a meno che non si bypassi questo step ritrovandosi poi in condizione di dover stravolgere progetti in atto e ovviamente di elevare i costi economici e sociali

alla base dello sviluppo del territorio.

Proprio per questo, lo studio e il progresso di strumenti scientifici per l’analisi dei fenomeni d’inquinamento del sottosuolo e di trasmigrazione degli inquinanti rivestono un ruolo fondamentale.
L’analisi di rischio sanitario–ambientale è attualmente lo strumento più avanzato di supporto alle decisioni nella gestione dei siti contaminati che consente di valutare, in via quantitativa, i rischi per la salute umana connessi alla presenza di inquinanti nei contesti ambientali: pensiamo all’aumento dei siti destinati alle discariche o agli impianti industriali verso cui inevitabilmente si estendono i contesti urbani in continua espansione. È chiaro che un sito destinato alla realizzazione di abitazioni, infrastrutture e quant’altro connesso alla fruibilità antropica dovrà essere adatto allo scopo e non fonte di pericolo per chi lo insedierà.

Il punto di partenza per l’applicazione dell’analisi di rischio è lo sviluppo del Modello Concettuale del Sito (MCS), basato sull’individuazione e parametrizzazione dei tre elementi principali:
1) la sorgente di contaminazione;
2) i percorsi di migrazione degli inquinanti attraverso le matrici ambientali;
3) i bersagli o recettori della contaminazione nel sito o nel suo intorno.
Nel testo “Siti contaminati. Caratterizzazione – Analisi di rischio – Tecniche di disinquinamento”, si evince che il rischio per la salute umana può esserci unicamente nel caso in cui in un dato sito i suddetti tre elementi siano presenti e collegati tra loro.
L’analisi di rischio può essere applicata in modo:
–diretto (forward) stimando il rischio associato allo stato di contaminazione rilevato nel sito;
–inverso (backward), a partire dai criteri di accettabilità del rischio, per la determinazione dei livelli di contaminazione ammissibili e degli obiettivi di bonifica per il sito in esame.

L’attività riguardante il disinquinamento di acque e terreni risulta lunga e complessa e richiede notevole preparazione, aggiornamento alla normativa di settore e soprattutto versatilità visto che spesso ci si troverà in contesti con particolari caratteristiche, sia per la tipologia dei contaminanti da rimuovere sia per le variegate caratteristiche delle matrici ambientali da risanare, principalmente per un’intrinseca caratteristica di anisotropia ed eterogeneità dei sistemi naturali in genere. È evidente che quella del disinquinamento e della bonifica dei siti contaminati sia una materia che necessita di un approccio di tipo multitasking: tecnici di varia natura possono e devono fornire, secondo quanto è deducibile dalla lettura del testo, un valido apporto al raggiungimento degli obiettivi attraverso gli indispensabili passaggi di caratterizzazione dei siti, campionamento delle matrici ambientali vulnerate e scelta mirata delle tecniche di disinquinamento.
“Siti contaminati”, attraverso la descrizione delle fasi pratiche da seguire per raggiungere risultati attendibili in materia di caratterizzazione prima, di analisi poi e infine di soluzione alle problematiche del sito in esame, individua la traccia da seguire a seconda della peculiarità del caso.

Per quanto riguarda le “tecniche di disinquinamento dei terreni e delle acque in sito” troverete nel terzo capitolo ad esse dedicato, un excursus aggiornato dello “stato dell’arte” per quanto attiene i metodi di recupero degli ecosistemi vulnerati da composti inquinanti localizzati sia nel dominio di tipo saturo che in quello non saturo. Inoltre le tecniche di bonifica sono distinte nei paragrafi a seconda o meno che lavorino tramite estrazione o in regime di iniezione.

“Siti contaminati” è strutturato in modo da percorrere puntualmente tutte le fasi che conducono alla bonifica di un sito, mediante lo sviluppo del modello concettuale di riferimento ed un attenta scelta e pianificazione delle indagini dirette e indirette, il campionamento dei prodotti rilevati e l’elaborazione dei dati ambientali derivanti da una o più analisi statistiche.
Per quanto concerne invece le “tecniche di trattamento dei terreni e delle acque in sito” vengono fornite le indicazioni necessarie per poter scegliere la metodologia di decontaminazione ex–situ più appropriata, in rapporto alle caratteristiche geologiche del sottosuolo e alla natura dei prodotti vulnerabili riconosciuti in sito.

Il volume si chiude con la sezione dedicata alla USTS (Underground Storage Tanks), meglio nota come “rimozione dei serbatoi interrati”, dedicato ad uno dei problemi più diffusi e complessi da risolvere nell’ambito della bonifica da queste infrastrutture antropiche che fino alla metà degli anni ottanta erano fatte di acciaio nudo, potenzialmente corrodibile nel tempo e soggette a perdite di sostanze nocive o inquinati nell’ambiente. Nel capitolo sull’USTS sono descritte le tecniche per l’individuazione dei serbatoi e la loro verifica a tenuta, finalizzate a predisporre un idoneo piano di sicurezza per lo smaltimento dei composti e dei prodotti inquinanti e dei serbatoi stessi; l’organizzazione delle attività in sito costituisce l’imprescindibile fase di avvio dei lavori da compiere e nel testo sono riportate le necessarie linee guida che riguardano tra l’altro l’individuazione del coordinatore ambientale, la rappresentazione per il sito, le analisi delle condizioni di stabilità e quant’altro concorra all’esaustivo programma di lavoro che la ditta incaricata dovrà seguire.Vengono inoltre elencate e descritte le variabili che influiscono sulla capacità d’individuazione delle perdite che vanno dalle sorgenti di disturbo (contrazione, espansione, comparsa di tasche di vapori etc…) alla presenza di acque sotterranee, e riportate le procedure operative per individuare tali perdite mediante prove ed analisi mirate.
Il testo è indirizzato a professionistidel settore ambientale, a studenti di geologia, ingegneria ambientale, chimica ed a tecnici del settore pubblico che trattano tematiche legate al disinquinamento e alla bonifica di siti contaminati. È un testo che può essere utile alla ricerca di approfondimento dati i numerosi riferimenti extra–testo indicati – dalle fonti bibliografiche alle normative –.

Numerose le tabelle sinottiche dei principali metodi seguiti per le prove, le analisi e le soluzioni descritte, e casi reali che fungono da casi–tipo per la tutela dei contesti naturali ed antropici colpiti da agenti contaminanti.
La decontaminazione dei siti è un diritto del cittadino: vivere in un sito contaminato o anche semplicemente inquinato eleva i costi di vita e depaupera la comunità, deprezzandone le strutture e le attività connesse al turismo, all’agricoltura e all’edilizia.

Scheda tecnica del libro

Titolo: Siti contaminati. Caratterizzazione – Analisi di rischio – Tecniche di disinquinamento
Formato: 17 x 24, illustrato a colori
Editore: Dario Flaccovio Editore(Collana “Ambiente”)
Pagine: 592
Data pubblicazione: Luglio 2011
Autore:Maurizio Gorla
ISBN: 9788857901367

L’autore
Maurizio Gorla è un geologo che occupa di Idrogeologia applicata, anche in qualità di progettista e direttore dei lavori. Vanta la pubblicazione di decine tra articoli e testi scientifici, fa parte del comitato scientifico di famose riviste di settore e ha partecipato come lecturer ai Congressi Geologici Internazionali di Firenze 2004 e Oslo 2008.

Etratto
La struttura dell’atmosfera, che di fatto costituisce il primo grande serbatoio di gas e sostanze presenti in forma ionica, influenza in maniera diretta la composizione della pioggia e della neve che cadono al suolo. L’aria infatti non è mai pura, ma al contrario in essa vi sono gas, particolati e polveri, sostanze colloidali e ioni, emessi sia da processi naturali (per esempio, eruzioni vulcaniche) che dall’attività dell’uomo, la cui interazione genera numerose e più o meno complesse reazioni chimiche […].

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Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.