Come riqualificare lo spazio pubblico in una favela di San Paolo

grotao-center-brasile-f

Un nuovo tipo di spazio pubblico in una favela del Brasile; o forse, semplicemente, un progetto per riqualificare lo spazio pubblico in un contesto in cui addirittura questo concetto è praticamente inesistente. L’intervento Grotão Community Center, del gruppo Urban Think Tank, premiato con un secondo posto nel 2012 nell’ambito della competizione Holcim Awards, è in corso di realizzazionea Paraisópolis, un’affollata favela situata su un territorio collinare in un’area di San Paolo soggetta a frane e smottamenti. Le precarie condizioni ambientali che hanno portato alla formazione di un insediamento abusivo, hanno costretto l’amministrazione a ripensare la struttura di questa zona in cui più volte le strutture abitative sono state distrutte e ricostruite a seguito di eventi naturali.

Proprio in una zona problematica si è scelto così di collocare un edificio pubblico che fosse in grado di porsi come catalizzatore delle energie sociali oltre che economiche e che potesse inoltre dare carattere allo spazio circostante restituendogli la sua funzione pubblica e preservandolo da una nuova successiva occupazione.
Proprio la totale assenza di “spazi per la città” in questo contesto ha portato a determinate scelte che aprono al coinvolgimento diretto della popolazione nella progettazione e nell’organizzazione degli ambiti da strutturare all’interno dell’intervento.

LO SPAZIO APERTO
Il progetto struttura in primo luogo lo spazio aperto; la volontà di leggere e interpretare il tessuto dello slum che, per quanto frantumato e disorganico offre spunti nella ricerca di una relazione tra la preesistenza e il nuovo, ha portato ad un disegno che valorizza la sezione collinare dell’area e si inserisce in maniera dolce nell’intrico di spazi interstiziali tipico di questi abitati.

Un importante lavoro è stato fatto per mettere a punto una sequenza di ambiti in grado di trasformare un problema in una risorsa: la particolare conformazione del terreno in relazione alle precipitazioni è ciò che causa in quest’area le frane e gli smottamenti: pertanto si è scelto di lavorare con dei terrazzamenti permeabili che possano aumentare la superficie di terreno drenante e garantire un corretto flusso idrico utile anche ad accumulare in cisterne le acque in eccesso utilizzate all’interno degli edifici per usi non potabili. La predisposizione di aree coltivabili diventa un valore aggiunto per gli abitanti dello slum non solo in termini economici ma in termini di relazione sociale e di capacità di costituire un senso civico che generalmente è assente in questi contesti proprio per la loro natura di spazi altri rispetto all’urbano.

L’ARCHITETTURA
Il progetto architettonico si articola in alcune strutture abitative poste nella parte più alta dell’intervento destinate a coloro che devono essere trasferiti dalle zone a maggiore rischio idrogeologico e in un edificio pubblico collocato invece nella parte inferiore del sito che diventa il vero cuore del progetto. Alla quota più bassa un campo sportivo aperto ma coperto che può essere utilizzato anche per eventi e occasioni di incontro anche grazie alla sua posizione strettamente relazionata con lo spazio ad arena naturale costruito dai gradoni, mentre ai livelli superiori una scuola di musica con relativa sala per le rappresentazioni, che ha come scopo quello di proporre nuove attività di socializzazione ma anche di cultura che diano un ruolo a questa porzione di città anche grazie a nuove possibili relazioni con il territorio circostante. Accanto a questi una serie di spazi commerciali relazionati con la strada alla quota più bassa che garantiscano apporti indispensabili come motore economico della struttura e mantenere una connessione con la rete infrastrutturale.

AAA

CLIMA
Considerando il clima tipico della città di San Paolo, subtropicale caldo e umido, sono state operate scelte progettuali che sfruttano questo fattore con un approccio climatico passivo che lavora in due direzioni: da una parte risolve la necessità di schermare la radiazione solare diretta riducendo in questo modo gli apporti solari e, dall’altra, sfruttare la corrente naturale, che in quest’area proviene da sud sud–est. Un ruolo fondamentale, oltre al volume che ospita i sistemi di risalita studiato in modo da funzionare come camino d’aria, è costituito dall’involucro edilizio, progettato proprio in funzione della sua capacità di interagire con il contesto.

grotao-center-brasile-e

Una serie di elementi in cemento, realizzati localmente in modo da offrire la possibilità di dar vita a meccanismi di microeconomia all’interno dello slum, di dimensioni variabili ma riconducibili ad un cubo o ad un semicubo cavo, vengono disposti, affiancati, allineati a costituire la facciata: l’inclinazione delle “pareti” di queste componenti, a seconda della loro posizione nel progetto, ne garantisce l’ottimo funzionamento climatico permettendo l’ombreggiatura ma contemporaneamente la ventilazione. Anche al terzo livello, quello della sala per le rappresentazioni e i concerti, pur utilizzando un differente materiale per differenziarne la funzione rispetto a quelli inferiori, grazie ad aggetti e rotazioni degli elementi schermanti, viene mantenuta la scelta dell’approccio climatico passivo che funzioni anche in assenza di sistemi di condizionamento tradizionali.

grotao-center-brasile-g

Ad integrazione di questo, oltre alla predisposizione di pannelli ibridi fotovoltaico–termici sul tetto che garantiscono una produzione di 150000 KWh/a, è stato studiato un sistema di tubazioni posizionate nei solai in cui scorre acqua raffreddata durante le ore notturne che contribuisce alla riduzione della temperatura interna assorbe parte del calore.

Quando si inizia a rendere formale uno slum – perché ha bisogno di un sistema di infrastrutture formali – si deve cominciare a pensare alla città del 21° secolo, un tipo di città stratificata su più livelli, in cui i confini tra pubblico e privato si confondono”; dalle parole di Alfredo Brillembourg, uno dei fondatori di Urban Think Tank emerge il nuovo modello di insediamento proposto in un contesto, in un frammento di società, in cui lo spazio pubblico praticamente non esiste e la proprietà privata è un concetto quasi relativo e per nulla stabile. Un modello urbano si pone come obiettivo il trasformare dei luoghi anonimi e disorganici in frammenti di città e in cittadini coloro che ne potranno fruire.







Ester Dedè

Ester Dedè Architetto

-