Progettare la residenza in uno slum di Città del Capo

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Intervenire con un progetto all’interno di uno slum, un abitato informale, è certamente una sfida per l’architettura contemporanea. L’obiettivo di Design Indaba, iniziativa nata nel periodo post–apartheid per discutere dei molti problemi sociali, economici, urbanistici delle città del Sud–Africa, era proprio quello di proporre a diversi progettisti di raccogliere questa sfida. E Design Indaba 10x10 Low–Cost Housing Project: la risposta dello studio sudafricano MMA Architects, non si è fatta attendere.

La richiesta era di pensare all’applicazione di un metodo costruttivo che consentisse, con risorse economiche limitate, la realizzazione di confortevoli unità abitative monofamiliari, in tempi rapidi e con il contributo della popolazione stessa, per intervenire sul problema abitativo di un insediamento abusivo di Città del Capo. Nello specifico l’area oggetto di intervento era quella di Freedom Park, uno dei 200 slum della zona metropolitana che, in circa centomila abitazioni ospita mezzo milione di persone, il 60% della popolazione della capitale attualmente residente in baracche; un’area informale, insomma, tra le più vaste e densamente abitate.

Dopo un periodo di contrasti tra gli abitanti della baraccopoli e la municipalità, quest’ultima ha deciso di finanziare un progetto pilota destinando 50000 Rand (poco meno di 5000 euro) per abitazioni monofamiliari di 40 mq. Questa iniziativa pubblica ha dato vita alla competizione vinta dallo studio MMA Architects con il progetto di abitazioni in sacchi di sabbia.

IL PROGETTO
Partendo da un lotto dalle dimensioni prefissate di 112 mq, i progettisti hanno pensato di disporre i 40 mq da destinare all’unità abitativa su due livelli, riducendo al minimo l’ingombro dell’edificio e garantendo così condizioni di maggiore salubrità e vivibilità al complesso, un miglioramento delle condizioni urbana, uno studio del fronte strada.

Si ottiene una struttura compatta in cui la zona giorno è posta al livello inferiore, in stretta relazione con lo spazio esterno che diventa un naturale sfogo per le attività che la popolazione locale sovente ama svolgere all’aperto. Al piano superiore è posta invece la zona notte strutturata in due ambienti, la camera principale verso la strada e quella dei bambini, che ospita due letti a castello, verso l’interno del lotto. Molto importante nello sviluppo planimetrico è il ruolo della terrazza che funge da elemento di controllo climatico dello spazio al piano terra e può diventare area di possibile estensione dell’abitazione qualora la famiglia ne abbia necessità.

I MATERIALI
Dovendosi confrontare con il tema dell’edilizia abitativa a basso costo il primo problema di cui occuparsi per lo studio MMA Architects è stato quello di identificare un metodo costruttivo alternativo a quello che tradizionalmente viene utilizzato negli abitati informali, africani e non solo, che si basa sull’utilizzo di mattoni o blocchi in calcestruzzo. Questa tecnologia, seppur di realizzazione piuttosto semplice, ha dei costi a volte eccessivi per la popolazione, in particolar modo per l’incidenza dei furti dei materiali stessi durante la fase di realizzazione. La scelta più appropriata è sembrata quella di un telaio strutturale in legno con travi metalliche per garantire una buona resistenza a trazione e tamponato con sacchi di sabbia fissati tra loro con filo spinato.

Dal punto di vista del comfort termico e acustico, questa tecnologia ha un’ottima funzionalità dovuta all’inerzia della massa di terra e garantisce stabilità grazie al peso dei sacchi riempiti, a fronte di una realizzazione quasi totalmente portata a termine dalla popolazione stessa e con un fabbisogno di energia elettrica praticamente azzerato richiedendo la struttura quasi esclusivamente lavorazioni manuali. Essendo inoltre quasi totalmente assemblata a secco, i tempi di realizzazione sono evidentemente più rapidi; l’unica parte che necessita di una fase di asciugatura è l’intonacatura esterna a protezione dei sacchi. Per realizzarla, questi vengono preventivamente bagnati in modo da permettere all’intonaco una migliore presa che costituisce una struttura collaborante e quindi più resistente. Per ridurre ulteriormente i costi, le pareti interne sono realizzate in pannelli di compensato e, grazie all’utilizzo di fogli di policarbonato traslucido, viene garantita l’illuminazione interna.

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Immagini | Searching African Architecture











Ester Dedè

Ester Dedè Architetto

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