Holcim Awards: premiato il rinnovamento sostenibile di una scuola in Palestina

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Un gruppo di giovani architetti con la volontà di affrontare la professione in una maniera diversa attraverso la ricerca di un’estetica del progetto che non si riferisca solo alle categorie di bello e pittoresco ma che diventi anche strumento di conoscenza e mezzo per fare esperienza. Questo l’approccio del gruppo Arcò che, attraverso l’attività professionale e didattica, intende esprimere la propria convinzione su come oggi non sia possibile fare architettura

senza porsi il problema della sostenibilità. Un tipo di progettazione a basso impatto economico e a basso contenuto tecnologico, che sfrutti i principi attivi della bioclimatica e il riciclo dei materiali e che presti attenzione al tema dell’acqua e agli aspetti sociali sono i punti fermi rintracciabili nelle opere realizzate e progettate. Per questi motivi, il 26 novembre scorso, il gruppo è stato premiato nell’ambito dell’ Holcim Awards, concorso internazionale organizzato dalla Holcim Foudation nel corso di un evento patrocinato da Politecnico di Milano per il progetto di Rinnovamento Sostenibile della scuola primaria del campo beduino di Wadi Abu Hindi in Palestina.

L’edificio situato in una valle alla periferia di Gerusalemme in prossimità di una colonia israeliana di Qedar, è vincolato dalle normative vigenti che impediscono la predisposizione di fondazioni e l’ampliamento volumetrico delle strutture esistenti.
Queste non erano adatte alla funzione né potevano rispondere in modo corretto alle condizioni climatiche locali. L’ isolamento acustico insufficiente tra classi e con l’ambiente esterno non consentiva un corretto svolgimento delle lezioni e la struttura in lamiera non era in grado di isolare dalle elevate variazioni termiche della zona.
I rapporti di fiducia costruiti dalla Onlus Vento di Terra preliminarmente alla proposta del progetto presso le comunità locali ha consentito il coinvolgimento della popolazione nell’intero processo decisionale, nell’organizzazione e nella realizzazione stessa, tutti aspetti fondamentali nell’attribuzione di un’identità forte all’intervento.
La necessità di realizzare l’intervento in tempi brevi e con costi ridotti ha portato inoltre all’organizzazione di un workshop in Italia per sperimentare direttamente il progetto, costruendone direttamente alcune porzioni in scala 1:1.

IL PROGETTO

I progettisti hanno scelto di lavorare sui due temi che avrebbero potuto modificare le condizioni abitative interne lasciando il profilo volumetrico esterno dell’edificio com’era in precedenza.
In primo luogo si è lavorato sulla ventilazione naturale sopraelevando la copertura e ricollocandola inclinata in modo da garantire il flusso naturale di aria attraverso aperture di 60 cm sul lato ovest e di 30 cm sul alto est che possono essere chiuse con pannelli scorrevoli in plexiglass.

Per l’involucro esterno, in sostituzione delle lamiere esistenti, è stato progettato un sistema parete in grado di funzionare correttamente sia per quanto riguarda l’isolamento termico che acustico: esternamente un pannello frangisole in bambù, una camera d’aria, la lamiera ondulata recuperata, una casseratura in legno con riempimento in fango e paglia realizzato utilizzando la tecnica del pisè , e uno strato interno di cannucciato in bambù intonacato.

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Internamente le pareti tra i diversi ambienti sono state realizzate con mattoni in terra cruda stabilizzata prodotti da artigiani locali operanti nella Valle del Giordano e poi intonacate in calce.
La porzione di struttura dedicata alle aule è stata realizzata in tempi decisamente contenuti e questo ha consentito di ipotizzare le fasi successive del progetto: è attualmente in fase di realizzazione l’ambiente per i professori e per il direttore e, una volta trovati i necessari finanziamenti, si vorrebbe recuperare un volume esistente per adibirlo a piccola biblioteca.

Ester Dedè

Ester Dedè Architetto

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