Grattacieli di New York: i più efficienti sono i più antichi

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Un recente articolo apparso sul NY Times riporta il risultato di una ricerca condotta dall’amministrazione sul patrimonio edilizio della città di New York: ebbene, a raggiungere i punteggi più alti nella valutazione energetica “Energy Star” dell’EPA (US Environmental Protection Agency) non sono stati i più recenti edifici, proliferati negli ultimi anni, che vantano una progettazione attenta al contenimento dei consumi, bensì i più antichi grattacieli costruitia partire dagli anni ’30, icone dello skyline della Grande Mela e a quanto pare i più efficienti.

UNA SORPRENDENTE REALTÀ
Secondo la ricerca infatti il nuovo 7 World Trade Center, completato nel 2006 e certificato dall’USGBC con l’ambito riconoscimento LEED Gold, avrebbe raggiunto un punteggio Energy Star di 74, ovvero un punto in meno del minimo per poter essere considerato dall’EPA un edificio ad alta efficienza.
Ma questa non è la cosa più sorprendente: dalla ricerca infatti emerge che alcuni dei più antichi grattacieli newyorkesi costruiti negli anni ’30 e recentemente ristrutturati hanno ottenuto un punteggio più alto di questo nuovo edificio; tra tutti, il Chrysler Building (1930) ha raggiunto gli 84 punti, e l’Empire State Building (1931) gli 80.

Passata la sorpresa iniziale, dal momento che la notizia ha stupito non poco gli addetti ai lavori, soprattutto gli immobiliaristi, è facile ragionare sul perché di questo risultato: da anni si dice quello che per secoli si è fatto, ovvero che per costruire edifici più efficienti –che consumino poco davvero, al di là delle attestazioni basate su metodi di valutazione diversi– bisogna prima di tutto concepire i tamponamenti esterni con una grande massa, e quindi elevata inerzia termica!

ECCEZIONI
Collegato a questa spiegazione vi è anche un altro elemento importante che emerge dall’inchiesta: non tutti i grattacieli storici raggiungono alti parametri di sostenibilità ambientale, anzi.
Significativo è l’esempio del Seagram Buildingdi Mies van de Rohe, che a causa del suo rivestimento completamente vetrato è l’antitesi dell’efficienza energetica, ed ha ottenuto un misero punteggio di 3.

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Si tratta dello stesso problema che viene riscontrato in molti edifici contemporanei, per cui i progettisti prima di pensare a materiali ultraperformanti e a tecniche costruttive innovative potrebbero prendere esempio dalle buone pratiche (e anche dai fallimenti) di un passato neanche troppo lontano.







Matteo Gabbi

Matteo Gabbi Architetto

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