Eco non è moda. “Eco-city 2020” in Siberia. Città sottoterra nella ex miniera

Eco-city-siberia

La chiamano eco–city perché tanto ormai la sostenibilità va di moda e mettere un “eco” davanti al nome di un progetto lo rende immediatamente popolare. Su giornali e blog se ne parlerà di sicuro perché è “eco”, è moda. Ma come si fa a definire eco una città scavata nel terreno, una città in cui non arriva la luce,
chiusa sotto una cupola di vetro, in un posto “al centro del nulla nella Siberia”*?

Forse perché nella nuova città ci saranno fattorie e coltivazioni? O perché la cupola sarà piena di pannelli fotovoltaici? Ma perché usare i pannelli fotovoltaici per nascondere l’assoluta insostenibilità di un progetto?

Eco non è moda.

Quello che per fortuna al momento è solo un progetto, sarà una città sotterranea, ricavata all’interno di una ex miniera, per 100 mila persone–formiche che vivranno con luce ed aria fornite al contagocce. Chi assegna questi prefissi ai propri progetti forse non immagina che “eco” è rispetto dell’ambiente e delle persone che lo abitano e vuole farci credere che basti sfruttare un buco già esistente per rispettare l’ambiente e basti mettere sotto terra al “caldo” le persone in un posto gelido come la Siberia per parlare di benessere.

Certo, con la tecnologia si potranno sicuramente ricreare in un luogo tanto inospitale le condizioni ottimali per la sopravvivenza, ma perché parlare di sopravvivenza piuttosto che di VITA? E soprattutto, perché sperimentare su una terra tanto stanca dei nostri comportamenti scriteriati una città con un impatto del genere?

Sarà forse una provocazione, come mi auguro, ma intanto un progetto esiste ed è firmato dai russi di Ab Elis.

Chissà se loro ci vivrebbero mai a 525 metri sotto terra.

Antonia Guerra

*Cit. Corriere della Sera














Antonia Guerra

Antonia Guerra Ingegnere Edile ed Architetto

Architettura Ecosostenibile, che ha fondato durante gli anni universitari, è il suo piccolo gioiello. A Londra, dove vive, progetta case per ricchi signori londinesi. Nel tempo libero si aggira in bicicletta tra i grattacieli della City, organizza pic-nic e si dedica alla pittura ad acquerello.