Doha e la sfida della rigenerazione sostenibile

Grattacieli sul lungomare, cultura mediorientale e shopping di lusso sono solo alcuni degli elementi che rendono Doha una delle mete emergenti della Penisola Arabica.

Sulla spinta dei Mondiali di Calcio che la capitale del Qatar ospiterà nel 2022, catalizzatori per la diversificazione delle economie in relazione al possibile esaurimento del greggio, Doha si sta progressivamente dotando di un sorprendente patrimonio architettonico operando in un'ottica di rigenerazione sostenibile: lo sfavillante West Bay skyline riflesso sulla Corniche, l’incantevole Museo delle Arti Islamiche dell’architetto Pei, il Museo nazionale del Qatar di Jean Nouvel (che al mondo arabo ha dedicato la facciata dinamica dell'Institut du Monde Arabe a ParigiInstitut du Monde Arabe a Parigi) e lo speziato Souq Wakif sono alcuni esempi della ricerca di un’immagine alternativa rispetto a quella ben nota di "nodding donkeys" per l’estrazione del petrolio.

Tutto ciò in un’ottica rivolta alla ricerca di una sostenibilità, che da anni permea la mentalità degli stati del Golfo Persico. 

In copertina: lo skyline di Doha.

 Il Museo delle Arti Islamiche, © Pei Cobb Freed & Partners Il Museo delle Arti Islamiche, © Pei Cobb Freed & Partners

 Il Museo delle Arti Islamiche, immagine di Ars Electronica via Flickr Il Museo delle Arti Islamiche, immagine di Ars Electronica via Flickr

Gli obiettivi di sostenibilità del Qatar

L’attenzione alla tutela dell’ambiente trova le proprie linee guida nel “Qatar National Vision 2030”, un piano che mira allo sviluppo sostenibile del Paese ponendo l’accento sugli aspetti di preservazione dell’ecosistema desertico da una parte e di rigenerazione urbana dall’altra. 

Quindi da un lato la tutela di flora e fauna, con programmi di lotta alla siccità (causa di desertificazione e sabkha) e di reintroduzione dell’animale simbolo del Paese (l’orice araba) e dall’altro lato la realizzazione di edifici sostenibili che coniugheranno rispetto della tradizione architettonica e tecnologie di gestione climatica sostenibile nello sviluppo della città.

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Ne è un esempio il progetto in fase di realizzazione del masterplan del Msheireb, che costituirà uno dei più grandi complessi a livello mondiale di edifici volti ad efficienza energetica e riduzione delle emissioni di diossido di carbonio, concorrendo per conseguire il Gold e il Platinum rating della certificazione LEED, dopo essere stato premiato quale “Best Retail Project” (migliore progetto commerciale) durante City Scape Qatar 2014. Anche il progetto già realizzato di restyling del souk è un esempio dell'attenzione della città alla tutela dell'ambiente. 

In entrambi i casi, che si tratti di nuova costruzione o di restauro, si assiste al recupero di antichi materiali, di processi costruttivi e dell’impianto originale della città salvando dalla demolizione le strutture storiche.

 Souq Wakif Souq Wakif

 Msheireb, crediti Msheireb Properties e Leon Kaye Msheireb, crediti Msheireb Properties e Leon Kaye

La convivenza di tradizione e innovazione a Doha

La preservazione convive quindi in contrappunto con la colossalità di hotel, centri commerciali, musei, cinema, teatri e stadi in un integrato mix funzionale: non è difficile intravedere accanto a edifici moderni, climatizzati con sofisticati sistemi, torri del vento antenate del processo di condizionamento dell’aria.

Edifici tradizionali e innovativi saranno legati tramite una fitta rete infrastrutturale di quattro linee di metropolitana che sarà all’avanguardia mondiale e che contribuirà a diminuire l’uso di automobili e a contrastare l’inquinamento.

La ricerca della sostenibilità in un Paese che vede contraddittoriamente minato l’equilibrio dei propri ecosistemi da fattori non propriamente (o non solo) riconducibili ai cambiamenti climatici (come il pascolo di cammelli e le infiltrazioni di greggio) e che è oppresso da temperature e tassi di umidità estivi insostenibili e vittima di un sollevamento geologico che rende sempre più difficile il raggiungimento della falda freatica (il cui livello è già penalizzato dallo svuotamento legato all’uso agricolo delle acque), è una sfida certamente difficile ma promettente.

Fa ben sperare infatti la predisposizione all’interno del boom immobiliare di accorgimenti per il comfort ambientale connessi all’utilizzo dell’energia solare, al riciclo dell’acqua per irrigare e al raffrescamento naturale grazie ad un adeguato orientamento dei vicoli che sfrutti i venti freschi nordoccidentali del golfo.

 Torri del vento a Doha Torri del vento a Doha

Che la sfida di sostenibilità sia vinta o meno, la consapevolezza dell’impegno che questo Paese sta investendo verso uno sviluppo sostenibile renderà ancora più piacevole vivere le atmosfere da Mille e una notte cui Doha rimanda camminando fra le sue architetture contemporanee o nel suo brulicante dedalo di vicoli profumati di cardamomo, incenso di Boswellia sacra, shisha e qahwa.

Silvia Gioja

Silvia Gioja Ingegnere edile-architetto

Ingegnere edile-architetto per un irrisorio ed irrisolto dubbio, tale duplice natura ne ha fatto un equilibrista fra estro e rigore scientifico. Poliedrica ed eclettica, è sempre alla ricerca di nuovi sogni, idee e viaggi. Quando non è alle prese con matite e calcoli, si divide fra kayak, trekking e cucina vegan.