Architettura sociale: l’orfanatrofio punto di riferimento per la comunità locale

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TYIN Tegnestue Architects è uno studio norvegese che dalla sua fondazione, nel 2008, ha realizzato diversi progetti strategici di architettura sociale orientati al miglioramento della qualità della vita in aree povere. L’intervento presso l’orfanatrofio di Safe Haven, situato sul confine tra Thailandia e Birmania e realizzato nell’arco di due settimane nel gennaio 2009, si sviluppa, sia nella fase di progettazione sia nella vera e propria realizzazione , a partire da una continua collaborazione con la comunità locale, nella convinzione che questo tipo di approccio possa costruire un senso di appartenenza e di cura nei confronti dei luoghi e degli edifici.
“L’architettura si occupa della comprensione del mondo e della sua trasformazione in un luogo più significativo e più umano” (TYIN Tegnesue Architects)

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Il progetto dell’orfanotrofio di Safe Haven si articola in due edifici che rispondono a diverse necessità della struttura: la biblioteca – uno spazio dove i bambini possono fare i compiti, leggere libri, accedere a internet e, soprattutto, creare occasioni di incontro e scambio – e un blocco servizi.

La cultura e l’igiene: due elementi che rispondono alla carenza di risorse educative e alle precarie condizioni sanitarie della zona e fanno dell’orfanatrofio un’architettura sociale in grado di diventare punto di riferimento per la comunità locale.

La biblioteca si appoggia su uno strato di fondazione di pietre raccolte nell’area su cui è gettata una sottile soletta in calcestruzzo.
La muratura è realizzata su tre lati in blocchi di cemento forati e intonacati che, grazie alla sua inerzia termica, contribuisce a contenere l’accumulo termico interno; verso ovest la facciata dell’edificio in bambù garantisce ventilazione e, nonostante l’opportuna schermatura della radiazione solare diretta, si apre al paesaggio circostante.

L’ingresso separa i due ambiti dell’edificio, da un lato la zona computer e dall’altro l’area principale con le scaffalature collocate lungo la parete est. Sul lato sud, un particolare sistema di ripiani diventa la scala che conduce al piano superiore dove, in uno spazio lasciato libero, possono essere svolte attività comuni.

L’edificio per i servizi igienici è realizzato con lo stesso sistema di fondazioni e utilizzando i medesimi materiali.
La parete inclinata in bambù, in questo caso orientata a sud, oltre ad essere fondamentale da un punto di vista climatico, garantisce privacy agli ambienti interni.

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La pianta si articola a partire da uno spazio centrale in cui sono disposti dei semplici cilindri in calcestruzzo utilizzati come lavelli; ai due lati si dispongono da una parte due servizi igienici di tipo tradizionale incassati in uno strato di semplice ghiaia e dall’altra un bagno occidentale e un locale con doccia e lavanderia.

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Lungo la parete nord sono inoltre posizionati tre orinatoi realizzati con parti di vecchi pneumatici recuperati. Il sistema di drenaggio delle acque, sia quelle meteoriche sia i reflui dei servizi, è stato studiato in modo da essere funzionale e da garantire un buon livello igienico.

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I pavimenti sono stati tenuti rialzati rispetto al terreno in modo che sia sempre possibile tenere le superfici in legno e ghiaia pulite grazie alla naturale predisposizione di questi materiali al drenaggio e le tubazioni di scarico, parzialmente interrate, garantiscono un corretto flusso attraverso il fondo e le pareti.

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Una scelta progettuale importante perseguita dallo studio Tyin per l’orfanotrofio è legata al tipo di materiali utilizzati che sono sempre scelti e prelevati in zone limitrofe all’area di intervento o acquistati in mercati della comunità locale: in questo modo vengono costantemente alimenti dei meccanismi di microeconomia che portano benefici alla popolazione e ne riducono la dipendenza dal mercato estero.

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In un’ottica fortemente improntata al low cost, evidentemente aspetto fondamentale in questo genere di progetti, sono stati inoltre utilizzati, tutte le volte che era possibile, materiali o parti di elementi di recupero che hanno consentito un abbattimento dei costi ed una, se possibile, impronta ecologica ancora maggiore al progetto.
Immagini | TYIN Tegnestue Architects





Ester Dedè

Ester Dedè Architetto

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