Abitazioni d’emergenza da lattine e pneumatici: le Earthship di Michael Reynolds

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Realizzare abitazioni interamente ecosostenibili: è questo l’obiettivo dell’architetto Michael Reynolds, che da tempo effettua studi e sperimentazioni al riguardo. Con risultati originalissimi ed oltremodo creativi, le sue Earthship sono strutture che utilizzano rifiuti reintegrati in nuove costruzioni e legati tra loro in maniera collaborante. Nella realizzazione della Casa Thumb, del 1972, vengono utilizzate lattine di birra legate tra loro a formare dei mattoni, fermati con colpi di mortaio ed intonacati.

LE EARTHSHIP BIOTECTURE, NAVI DELLA TERRA BIO–ARCHITETTONICHE

In New Mexico, collaborando da oltre 40 anni con pionieri dell’abitare, l’architetto Micheal Reynolds ha potuto realizzare queste abitazioni, definite “navi della Terra” e disposte quasi tra le dune come se si trattasse di onde, che affiorano lievemente in superficie e poi si inabissano in enormi distese prive di alberi. Si tratta di strutture organiche, realizzate per avere uno scambio continuo e costante con la natura e l’ambiente circostante, ma anche con l’uomo, che vi deve svolgere la funzione di abitarvi per mantenerle in condizioni di funzionalità.

Realizzate con materie prime tratte direttamente dalla natura come terra, paglia, sabbia, legno, o materiali riciclati di origine industriale come lattine in alluminio, pneumatici o bottiglie in vetro, le abitazioni sono del tutto indipendenti ed autosufficienti, e non necessitano di sistemi di riscaldamento, che avviene al loro interno grazie all’energia solare, o raffrescamento, dovuto invece alla traspirazione per mezzo della terra. L’acqua piovana è riutilizzata proficuamente per ottenere condizioni bioclimatiche adatte alla crescita di piante rigogliose anche in pieno deserto.

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La parte strutturale è costituita da murature continue seminterrate, realizzate da sostanze da riciclare come pneumatici riempiti di sabbia, rivestiti con un intonaco di terra cruda, isolanti termici per la protezione della copertura e delle parti maggiormente esposte, vetri disposti a formare serre solari, orientate a Sud, in grado di trattenere il calore quando colpiti dalla radiazione solare, e rilasciarlo gradualmente nell’arco della giornata, mantenendo così una temperatura intorno ai 20°C.
La parte più bassa della muratura ed il pavimento sono disposte in diretto contatto col terreno, favorendo così il mantenimento di una temperatura di circa 14°C, costante grazie allo scambio continuo termoregolatore col suolo, raffrescandolo nella stagione calda e riscaldandolo in quella fredda.

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I tetti di queste abitazioni sono conformati in modo tale da convogliare l’acqua piovana nelle cisterne di accumulo, dalle quali viene utilizzata per vari impieghi: per gli usi alimentari e sanitari; per irrigazione delle piante delle serre, ove avviene anche la fitodepurazione; per accumulo in fossa settica o fogna esterna.
Concepite da Reynolds non come semplici abitazioni, ma come una vera e propria scelta di vita, le Earthship recidono completamente qualsiasi legame di dipendenza dalle incertezze dell’economia locale o globale, integrandosi contemporaneamente con l’uomo e l’ambiente circostante, nel pieno rispetto del principio secondo cui “ciò che contribuisce a migliorare il proprio ambiente rinforza costantemente la propria esistenza”.

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Numerosi ostacoli hanno frenato le ricerche e le sperimentazioni dell’architetto americano, in particolare aspetti legati alla burocrazia ed alle legislazioni locali, impedendone una diffusione massiccia ed una piena approvazione con riconoscimento univoco per l’uso sociale e sostenibile: il Consiglio di Stato degli Architetti del New Mexico lo ha privato del suo titolo, dichiarando le strutture da lui realizzate illegali e non sicure. Si è trattato di un duro colpo per la carriera di Reynolds, che ha deciso così di accettare di seguire i codici statali e federali: il titolo di architetto è stato ripristinato nel 2007 e le costruzioni già avviate sono state condotte a termine.
Successivamente l’American Institute of Architects ha chiesto a Reynolds di tenere conferenze in Colorado sul suo metodo costruttivo.

STRUTTURE DI EMERGENZA

 A seguito della devastazione dello Tsunami abbattutosi in India e in Indonesia nel 2004, la sperimentazione sulle abitazioni bioclimatiche di Reynolds viene declinata come possibile soluzione per la condizione d’emergenza, in una zona dove solo 7.000 abitanti sono sopravvissuti alla forza della natura, scagliatasi contro quelli che originariamente erano 35.000 abitanti.

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L’architetto ed i suoi collaboratori non esitano a mettersi a disposizione di un gruppo di progettisti delle zone colpite, ed in breve tempo riescono a coinvolgere tutta la popolazione, comprese donne e bambini, nella ricostruzione delle abitazioni.
Realizzate con bambù, cemento, terra, pneumatici, bottiglie di vetro e plastica, le Earthship possono resistere ad un terremoto corrispondente al nono grado della scala Richter, e grazie alla loro forma anche alle onde provocate da uno Tsunami.

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Nel 2005 l’architetto ha realizzato un progetto simile in Messico, dopo le devastazioni dell’uragano Rita.
Nel 2010 Reynold ha iniziato il progetto per la ricostruzione di abitazioni ad Haiti, dopo la furia e le devastazioni del terremoto.
Ad oggi ci sono oltre 3.000 abitazioni costruite a partire dal modello delle Earthship: per la maggior parte sono localizzate in New Mexico, ma ve ne sono anche a New Orleans, sorte dopo la furia dell’uragano Katrina.

Nel documentario “Garbage warrior” è raccontata la storia delle “Earthship Biotecture”, protette da copyright.
La collaborazione e la solidarietà vicendevole divengono motore di azioni straordinarie, volte alla salvaguardia dell’uomo e del pianeta, attraverso una integrazione di intenti e sussidiarietà reciproca.

Ivana Fasciano

Ivana Fasciano Architetto e Designer

Inventiva a 360°, trova nell’architettura la valvola di sfogo per il suo estro creativo. Adora progettare ville immerse nel verde. L’arte, la musica ed i viaggi le danno la carica per imbattersi ogni giorno in una nuova avventura.