Abitare sostenibile in riva al mare: la Whanapoua house

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Per questi clienti abbiamo dovuto lavorare con la vera essenza della capanna, piccola, semplice e funzionale.” Queste le parole con cui lo studio Crosson Clarke Carnachan Architects sintetizza il progetto per la Whanapoua House, un’abitazione di vacanza sostenibile nel suo approccio al luogo in cui si colloca, nell’utilizzo di materiali naturali locali e nella gestione dei consumi interni. La richiesta della committenza eraquella di realizzare un’abitazione sulla penisola di Coromandel in Nuova Zelanda ma, date le caratteristiche dell’area sottoposta a continua erosione costiera, i progettisti hanno deciso di optare per una struttura mobile su due guide collocate alla base che offrisse in modo da rispondere alla normativa locale che prevede la messa in sicurezza di ogni nuovo edificio.

Quando la casa non è abitata si presenta come un volume semplice compatto, chiuso e riparato grazie il rivestimento in legno grezzo che richiama quello delle torrette di osservazione collocate sulla spiaggia; il colore neutro crea un interessante relazione con il paesaggio a dune circostante. Nei periodi di utilizzo invece, un meccanismo a ventaglio che scorre lungo due binari, scopre un’ampia vetrata, orientata a nord–est per sfruttare la migliore esposizione alle radiazioni solari, completamente apribile e, alle sue spalle due livelli che ospitano soggiorno con cucina, un soppalco con vista sull’oceano come zona notte per i genitori, una camera separata per i tre figli e, nella parte posteriore, il bagno.

Tutto questo ottimizzando ogni piccolo spazio interno occupando una superficie complessiva di 40mq in modo da ridurre al minimo il consumo di suolo e l’impatto sull’ambiente naturale circostante. L’interno è di conseguenza essenziale ma il legno utilizzato per gli arredi e come rivestimento delle pareti da la sensazione di uno spazio tutt’altro che spartano.

Gli ambienti sono molto luminosi, grazie alla vetrata a doppia altezza e, nella stagione estiva la forte radiazione solare viene controllata tramite l’elemento “ventaglio” che riesce a modulare la quantità di sole che colpisce il serramento. D’inverno invece la corretta esposizione permette di riscaldare l’intero ambiente grazie all’accumulo termico con l’eventuale integrazione, in caso di necessità, di una piccola stufa a legna.

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Il volume posteriore che ospita i servizi igienici, più basso di quello principale, ospita sulla copertura, ispezionabile tramite la prosecuzione della scala in legno che conduce ai letti a castello, due serbatoi per la raccolta delle acque grigie. E’ inoltre installato un sistema per il trattamento delle acque e dei rifiuti.

Ester Dedè

Ester Dedè Architetto

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