24 stanze in una: abitare intelligente ad Hong Kong

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Il “Domestic Transformer” di Hong Kong è un appartamento di 32 metri quadri progettato dall’architetto Gary Chang, e in grado di trasformarsi in 24 diverse combinazioni grazie a un sistema di pareti scorrevoli. Gli ambienti della casa non sono solo quelli strettamente necessari, come la cucina, il bagno e la stanza da letto, ma la piccola abitazione offre anche spazi più ricercati tra cui un confortevole salotto e una sala relax.

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L’architetto cinese ha vissuto in questo piccolo appartamento do Hong Kong sin da adolescente. Al trasferimento dei genitori, Chang ha elaborato per anni diverse possibili sistemazioni che ottimizzassero l’utilizzo degli esigui spazi a disposizione. Dopo innumerevoli esperimenti, il suo “Domestic Transformer” dalle 24 stanze ha preso finalmente forma nel 2009.

Il problema dei contenuti spazi domestici delle grandi metropoli orientali, dove una foresta di grattacieli abitati inquina il già plumbeo panorama urbano, è una questione molto sentita dalla popolazione locale, spesso costretta ad accontentarsi di una zona living allestita nell’angusto spazio di un corridoio.

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Sic stantibus rebus, perché non attrezzarsi adeguatamente per ottimizzare lo spazio adattandolo alle esigenze di chi lo vive? Chang si augura che qualcuna delle sue intuizioni possa essere replicata al fine di migliorare la vita domestica dei suoi concittadini, cresciuti di mezzo milione negli ultimi 10 anni. A questo proposito ha riportato la sua decennale avventura in un libro intitolato “My 32m2 Apartment: A 30–Year Transformation” (MCCM Creations, 2008).

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La casa si trasforma e io non mi muovo, è la casa che si muove per me”, afferma l’architetto ideatore di questa casa–transformer che ha progettato per se stesso. Così grazie a semplici gesti come spingere o tirare una parete mobile, ribaltare un piano o un divano, premere un pulsante che fa scorrere il telo da proiezione verso il basso, ciò che pare un semplice muro si muove per rivelare un armadio segreto, che a sua volta si discosta per svelare una vasca da bagno con tutti i comfort del caso. Il letto, rigorosamente matrimoniale, scompare attraverso un ribaltamento che lo restituisce alla parete, diversamente esso avrebbe occupato impropriamente gran parte dello spazio disponibile della casa.

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La cucina è larga solo due metri ma estremamente compatta ed essenziale: un lavello, quattro fuochi e un piano di lavoro è ciò che serve. Il tavolo da pranzo diventa da lavoro e viceversa, ogni giorno un piccolo divanetto biposto scompare per lasciare spazio ad un ampio letto matrimoniale. Insomma, una stanza può velocemente trasformarsi in un’altra, grazie a un semplice sistema di spostamento di pareti mobili e ribaltamento di oggetti.

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Peculiarità del progetto è l’unica parete finestrata dell’abitazione, che spicca nella monotona facciata di questo edificio di 17 piani ospitante ben 370 appartamenti. I vetri stretti e lunghi, di un giallo tramonto, permettono alla luce solare di invadere lo spazio in modo che la casa sia sempre diffusamente illuminata, e non necessiti di luce artificiale.

L’architetto non si è fermato all’indispensabile: per non farsi mancare nulla, ha predisposto uno spazio segreto dedicato al relax, la sala proiezioni. Mentre l’amaca pende dal soffitto, il telo per le proiezioni cala sulla finestra. L’atmosfera è presto creata e il film è servito.

In questo video, l’architetto ci presenta la sua nuova casa. Buona visione!

Barbara Brunetti

Barbara Brunetti Architetto

Architetto e dottoranda in Restauro, viaggia tra la Puglia e la Romagna in bilico tra due passioni: la ricerca accademica e la libera professione. Nel tempo libero si dedica alla lettura, alla grafica 3d, e agli affetti più cari. Il suo sogno nel cassetto è costruire per sé una piccola casa green in cui vivere circondata dalla natura.