Villaggio Leumann. Il centro operaio in cui riproporre stili di vita alternativi e sostenibili

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Ormai nelle nostre caotiche città i mezzi di trasporto privati congestionano il traffico: l’ideale sarebbe trovare sistemi di mobilità pubblici ed efficienti che sostituiscano i mezzi privati; oppure sistemi urbani in cui residenza, servizi e lavoro convivano, facilmente raggiungibili a piedi. Già nell’800 sono stati proposti stili di vita alternativi e sostenibili: è ciò che accade nel Villaggio Leumann, un centro operaio vicino Torino, fondatosu principi sociali e filantropici dove, oltre alla produzione, l’attenzione era rivolta agli abitanti. Oggi come allora, si creerebbe un microcosmo, un vantaggioso abbassamento di emissioni di CO2, minori problemi di parcheggio e traffico, ripercussioni positive sulla qualità della vita.

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LA STORIA

Nella provincia di Torino, nel territorio del comune di Collegno, si trova il villaggio Leumann (circa 2000 abitanti).
Il centro operaio nacque tra il 1875, anno di fondazione del cotonificio, e gli inizi del ’900 ad opera di un filantropo imprenditore di origini svizzere: Carlo Giovanni Napoleone Leumann.

Come spesso accadeva all’epoca, grazie alle fiorenti attività economiche di un’Italia dinamica, lo scopo era la costruzione di un centro di produzione tessile, in questo specifico caso, per trasferirvi la produzione del cotone da Voghera. Il borgo nacque nel contesto torinese di prezzi bassi ed agevolazioni fiscali concesse per mantenere lustro nonostante la perdita della funzione di capitale. La posizione strategica, con i canali irrigui e la ferrovia, rendevano il quadro perfetto.

In poco tempo l’azienda di piccole dimensioni (200 operai), diventò di grandi dimensioni: 800 operai dopo 10 anni, e addirittura 1500 nel 1911.
Purtroppo a partire dal 1972, con la crisi tessile torinese e la cattiva gestione degli eredi, il cotonificio iniziò la sua decadenza. A seguito delle mire speculative delle banche, si sviluppò un dibattito a difesa del centro Leumann: il complesso si salvò grazie al Comune di Collegno, attualmente proprietario degli edifici; tra le altre cose si occupò di assegnare le abitazioni popolari vuote, mantenendo, così, in vita il villaggio.

L’IMPIANTO URBANISTICO E LO STILE ARCHITETTONICO

Il villaggio Leumann, in stile Liberty, occupa una superficie di 60.000 mq, è costituito da due comprensori residenziali accanto all’edificio industriale. La paternità della realizzazione è dell’ingegnere Pietro Fenoglio, che vi lavorò dal 1901 fino al 1912.

Inizialmente il centro operaio era destinato a circa 1000 persone: operai e impiegati, con le famiglie. Si conservano 59 edifici, tra villini e case, per un totale di 120 alloggi. Ciascun alloggio era dotato dei propri servizi igienici e, al piano terra, di un giardino in condivisione, come tipico dell’urbanizzazione dell’epoca.

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Alle abitazioni e allo stabilimento tessile, negli anni, si aggiunsero edifici per servizi, quali: una chiesa, una scuola elementare ed un asilo nido, una palestra ed un circolo sportivo, un teatro, un ambulatorio, una cooperativa alimentare, un circolo per il dopo–lavoro e per gli impiegati, un albergo, dei bagni pubblici, uno spaccio, una stazione ferroviaria, un ufficio postale ed il convitto delle Giovani Operaie (alloggio per circa 250 ragazze d’età tra 13 e 20 anni).

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Tutti i servizi presenti nel comprensorio erano a km 0, date le dimensioni ridotte del complesso, quindi facilmente raggiungibili dagli abitanti che potevano condurre stili di viti alternativi e sostenibili. Alcuni edifici sono degni di nota.

La stazione
Costruita nel 1903 per dare la possibilità di arrivare a lavoro ai pendolari, è in legno, collocata di fronte all’ingresso del cotonificio, dotata su 3 lati di un porticato, internamente costituita da un unico ambiente (sala d’attesa e biglietteria).

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La chiesa di Santa Elisabetta

In stile Liberty, ma con tanti spunti eclettici, venne commissionata nel 1907 all’ingegner P. Fenoglio. La pianta è longitudinale ad un’unica navata, la facciata principale, caratterizzata da due campanili, è costituita da diversi materiali: rivestimenti in mattone a vista e litocemento. Il pronao ha un rosone con vetrate policrome. Gli interni sono sobri, con una decorazione geometrica, trifore e vetrate policrome. La copertura è una capriata in legno.

La scuola

Costruita nel 1903, fu il frutto dell’ideologia di C. G. N. Leumann sull’importanza dell’istruzione come strumento per avere buoni operai e cittadini. Era collocata nel comprensorio ovest, con 6 classi elementari, e l’asilo infantile. In seguito subì anche un’espansione.

Il cotonificio

Il cotonificio iniziò a funzionare nel 1875 e rimase in funzione fino al 2007, pur avendo subito un ridimensionamento già nel 1972 (crisi del settore tessile).

IL VILLAGGIO OGGI

Attualmente nel villaggio vivono alcuni ex–lavoratori del cotonificio e sono presenti circa 100 famiglie; nella fabbrica si svolgono ancora alcune attività: tintoria e finissaggio dei tessuti di lino e cotone.

Le sue linee architettoniche perfettamente conservate, anche grazie ad un recente restauro, lo rendono inconfondibile e riconoscibile nel contesto della periferia urbana ormai piena di brutte e impersonali costruzioni anni ’60. Il restauro citato ebbe lo scopo di adeguare gli edifici abitativi agli standard attuali e attuare eventuali cambi di destinazione d’uso, secondo le cambiate esigenze sociali. Ha soprattutto valorizzato lo stabilimento, la scuola elementare, la stazione. Tra gli interventi significativi il recupero della cancellata in metallo dello stabilimento.

A tutt’oggi la totalità degli edifici è in uso: alcuni hanno sono stati destinati ad usi alternativi a quelli originari. È stato introdotto un centro sociale per anziani, il vecchio convitto ospita la biblioteca comunale, l’edificio della stazione è stato concesso all’Associazione Amici della Scuola Leumann, che ne ha fatto un Punto d’Informazione Turistica.

Leumann, alla fine degli anni ’90, è stato definito Eco–museo della Cultura Materiale della Provincia di Torino ed è sede del Centro di Documentazione.
Essendo il villaggio operaio integralmente conservato a livello nazionale, è sede di esposizioni, rappresentazioni teatrali, ed ospita visite scolastiche e di comitive.

MOLTO PIÙ CHE UN COMPARTO INDUSTRIALE

Ciò che contraddistingue ancora oggi la borgata di Leumann è la filosofia del suo fondatore: il complesso industriale, infatti, ispirato ai modelli europei di riforma sociale e creazione di città in miniatura, non aveva il solo obiettivo di produrre, ma quello sociale di garantire: istituzioni ed istruzione, sanità e previdenza, servizi per il tempo libero. Tutto ciò, concentrato in un complesso di piccole dimensioni, autosufficiente, che garantiva un tenore di vita ottimale.
Il villaggio, per le sue dimensioni ha costituito una vera e propria comunità: reciproca conoscenza ed aiuto.

Un aspetto per cui si distinse il villaggio, è la scuola: fu la prima ad esser costruita nei dintorni, e si distingueva per gli stimolanti metodi offerti: premiazioni, attività fisica, presenza di un medico, corsi serali per operai, al punto d’esser definita “Ente Morale” per Regio Decreto nel 1906, e nel 1911 modello d’istruzione e di educazione sotto tutti gli aspetti rispondenti ai veri bisogni di una classe operaia.

Per quanto riguarda i trasporti, i tempi moderni avrebbero potuto introdurre auto e moto nel villaggio, ma la comunità non lo vuole: le auto restano fuori, mantenendo lo spirito iniziale del complesso.

Tra tutti i villaggi sorti all’epoca, Leumann è quello che meglio si mantiene per completezza e funzionalità: l’impianto urbanistico e lo stile architettonico, le istituzioni sociali al suo interno, ne fanno un patrimonio da conservare e a cui ispirarsi per nuove forme di aggregazione urbana ed intelligente, stili di vita e rapporti sociali, mobilità sostenibile.

Certamente non si può tornare al passato, ma bisognerebbe reinterpretare in chiave moderna questo eco–museo: ci sarebbe da imparare per città e quartieri, ma anche per la vita sociale e gli stili di vita sostenibili.

Rosaria Agueci

Rosaria Agueci Ingegnere Edile ed Architetto

Ingegnere edile-architetto per professione, girovaga e curiosa per carattere. Lavora nella bella isola sarda, dove nel tempo libero può godere della natura incontaminata e dedicarsi agli aspetti green della cooperativa “Greetings from Alghero”, di cui è socia cofondatrice.