La scuola nascosta sotto la collina del castello

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Che Werner Tscholl non sia nuovo a lavorare in contesti storici significativi non è di certo una novità. Che lo faccia nel massimo rispetto del manufatto storico con interventi nettamente dissonanti rispetto all’esistente, è anch’essa storia vecchia. Ma nell’ampliamento della Scuola Agraria di Burgusio, situata nel castello duecentesco di Fürstenburg in provincia di Bolzano, l’architetto trentino esplora una strada per lui nuova, adottando un edificio ipogeo che sfrutta i caratteri olografici del sito per ospitare le nuove aule scolastiche.

Costruire nel paesaggio: la risposta degli architetti

L’AMPLIAMENTO DELLA SCUOLA AGRARIA NEL CASTELLO DI FÜRSTENBURG

L’idea progettuale offre notevoli soluzioni dal punto di vista sostenibile ed architettonico poiché, oltre a rispettare i noti dettami del restauro, un edificio ipogeo sfrutta il sistema naturale di inerzia ed isolamento termico offerto dal terreno in cui immerso.

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Non di secondaria importanza è di certo il fatto che questa scelta progettuale preserva un altro tipo di sostenibilità, quella paesaggistica, evitando di intaccare i preziosi caratteri peculiari del contesto in cui si colloca il manufatto.

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Tscholl era già intervenuto sul castello nel 1999 con un progetto per la medesima scuola che però si inseriva all’interno dell’edificio stesso, ma l’aumento del numero degli studenti ha richiesto un ampliamento della scuola che avrebbe comportato un approccio troppo invasivo nel manufatto storico.

L’architetto pone così i 14000 mc necessari per l’ampliamento della Scuole Agraria su tre livelli nascosti al di sotto della collina del castello, dislocandovi all’interno nuove aule, spazi per gli insegnanti, laboratori, officine, garage e magazzini, oltre ovviamente ai vani tecnici che ospitano un sistema di riscaldamento a trucioli.

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Tutto ciò che emerge dall’esterno del nuovo intervento, è il muro di pietra che disegna le pendici della collina e che, oltre a fungere da ingresso per l’edificio, nasconde un’intercapedine tecnica atta a convogliare la luce naturale negli ambienti interni.

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Sono visibili inoltre i tre cortili antistanti al castello che abbracciano due dei tre livelli della scuola, portando luce e aria negli spazi principali, ma sopratutto studiati in modo da permettere la visione del paesaggio, cosa molto particolare per un edificio ipogeo.

La struttura portante è in cemento armato rivestita di pannelli d’acciaio colorato con sfumature che vanno dal rosso all’arancione, a loro volta ricoperti con una lamiera stirata che viene riproposta all’esterno nel corrimano delle scale antincendio e nei parapetti dei cortili.

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La bravura dell’architetto trentino non sta solo nell’aver trovato una soluzione progettuale sostenibile su più fronti, ambientale e paesaggistica, ma anche nel saperla far funzionare correttamente, poiché il risultato è un edificio sorprendentemente arioso, illuminato ed accogliente nonostante sia dislocato sottoterra.

  • crediti fotografie © Rene Riller
Sabrina Giancola

Sabrina Giancola Architetto

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