Il ruolo della pietra locale in una riqualificazione energetica ed estetica

casa-pozzovetere-riqualificazione-d

C’è una distanza significativa tra le lezioni di architettura, scritti e realizzazioni dei grandi maestri e gli interventi – edilizi ed urbanistici – nelle città italiane (palazzi, casette, capannoni industriali…). Un esempio è la riqualificazione energetica ed estetica ed ampiamento di una casa a Pozzovetere in pietra locale realizzata da Beniamino Servino, rispetto alla maggioranza dei lavori che siamo abituati a vedere. Architetti e ingegneri sono ancora volti alla mediocrità e al piattismo progettuale, anche dopo la disfatta delle anti–città, dopo gli orrori degli anni ’70 e la frenata dell’ edilizia (si costruisce poco e male, dopotutto, troppo!).

Per saperne di più sulla riqualificazione energetica

Non è un fenomeno localizzato ed episodico, è esteso, capillare e virale.
Sporadici, invece, sono i casi di progettazione consapevole, poetica e sovversiva grazie a pochi antagonisti che piacciono tanto alla critica ma sono sconosciuti agli addetti.

Una precisazione: non si tratta d’incarichi dal budget strepitoso, in paesaggi da cartolina o con illimitata libertà creativa data al progettista/guru.
Perlopiù sono interventi puntuali, ricchi di problematiche e contestualizzati in luoghi incerti, di abbandono.

Il progetto di riqualificazione energetica ed estetica della casa di Pozzovetere, piccolo borgo vicino Caserta, trasformata in nuovo organismo bifamiliare da Beniamino Servino, diventa allora testimonianza di come le richieste dei committenti, la burocrazia e l’inutile citazionismo sono, per la maggior parte dei tecnici, alibi dell’assenza etica/estetica.
Il loro risultato è, senza scuse, una cattiva architettura.

DA CASA UNIFAMILIARE ANONONIMA A BIFAMILIARE UNICA

Un lotto degli inizi anni ’80 in un paesino casertano, Pozzovetere. All’interno, una casa unifamiliare di due piani con tetto a falde. Nel 2000 cambiano le esigenze da parte dei proprietari: ampliare e destinare il fabbricato alle due figlie. Si abbandona la strada della demolizione,sicuramente più conveniente e veloce,preferendo conservare “il nucleo originario che è anche nucleo di memoria familiare”Si decide di rispondere ai dettami energetici con un linguaggio contemporaneo, di foderare l’esistente plasmandolo in nuova costruzione.

Il paramento litico, il modo di sottolineare le aperture, l’eleganza e la necessità di ogni scelta progettuale sono temi già sviluppati dallo stesso autore a minor scala nella cappella funerariaa Castelmorrone a Caserta.

Dettagli costruttivi, materiali e criteri progettuali

Le facciate tufacee stereometriche dagli inserti originali, la brillantezza dell’alluminio/zinco (con pluviali eletti elementi architettonici) e il casellario marmoreo caratterizzano un fabbricato coerente legato all’identità del luogo.

La struttura è in conglomerato cementizio armato, i muri perimetrali sono di spessore di 45 cm di cui: 30 cm è lo spessore dei termoblocchi, 5 cm d’intercapedine e 10 cm sono destinati al rivestimento esterno in tufo giallo trachitico di Quarto (Napoli).

I conci in pietra locale, finemente cesellati e dai colori tenui, hanno dimensioni 10x23x38 cm ottenute privando le sei facce originarie di 1 cm (i conci da cava sono di 12x25x40 cm): tale sottrazione è necessaria per ottenere facce regolari e lisce, poiché la messa in opera è senza malta cementizia.

Nelle facciate alcune aperture sono sottolineate da sottili listelli in travertino.

casa-pozzovetere-riqualificazione-g

Gli infissi in alluminio naturale silver sono a filo interno della muratura, creando zone d’ombra che rivelano la profondità dell’involucro. Rivestimenti in legno, gli impianti elettrici fuori traccia, la scala dorata e radiatori tubolari caratterizzano interni luminosi e sofisticati.

Da lontano, la pelle dell’edificio appare come un manto dalle nuances delicate (beige, gialle, ocra chiaro); da vicino, si nota come i conci siano impreziositi dalla lucentezza di un forellino centrale e l’assenza del collante cementizio tra le fughe orizzontali e verticali.
Questo è presente solo sul retro del concio, ancorato anche da zanche metalliche nascoste.

casa-pozzovetere-riqualificazione-h

La facciata nord è ermetica, monolitica, priva di fessure ed aperture; il tetto segue il profilo a capanna senza sporgenza alcuna, coronato da una sottile linea che definisce il distacco tra pietra e cielo. Gli altri fronti presentano, invece, vetrate rettangolari, rientranze, inserti colorati gialli, rosso mattone e piastrelle policrome.

casa-pozzovetere-riqualificazione-e

La copertura a due falde, con minore pendenza rispetto a quella originaria, è in zinco; ad est pannelli fotovoltaici integrati nella falda sono visibili solo dall’alto, rivelando l’efficienza energetica del fabbricato senza gridarla con aggiunte sgradevoli. I pluviali esterni e distanti nei prospetti lunghi, proiettano due ombre sottili e altissime.

casa-pozzovetere-riqualificazione-i

Gli accessi indipendenti per gli appartamenti sono su due fronti diversi, entrambi evidenziati da un elegante pavimentazione marmorea e snelli lampioni. L’eclettico rivestimento è realizzato con marmi policromi (marmo verde, rosso, giallo e bianco) disposti a fasce larghe orizzontali a conci irregolari che, come in facciata, sono testimonianza di cura, progetto del dettaglio e messa in opera secondo precisa volontà.

casa-pozzovetere-riqualificazione-f

Completa il progetto sobrio, solido – ma non imponente – il preesistente albero di noce e il muro di confine che, in contrasto con la texture tufacea, è lasciato grezzo.

Se, come asserisce Servino in un’intervista, l’architettura ha a che fare con la tecnica. Ogni connotazione poetica è solo un incidente”, la riqualificazione della casa bifamiliare a Pozzevetere sicuramente lo è, tanto da essere onorata nel 2007 con il Premio Internazionale Architettura di Pietra in occasione di Marmomacc e, nel 2011, The Special Honour del German Natural Stone Award.

casa-pozzovetere-riqualificazione-m

C’è, ancora, una distanza significativa tra la potenza rappresentativa ed evocativa di (di)segni e schizzi dei maestri (Antonio Sant’Elia, Aldo Rossi…) e la grafica digitalizzata anonima che accomuna quelli contemporanei.

I render e i foto–inserimenti potrebbero apparire perfetti scatti dal futuro ma, al di là del virtuosismo tecnico, non riescono a mostrare la mano/mente dei progettisti.
Invece le riflessioni ossessive e le visioni metafisiche serviniane traspaiono in disegni straordinari, in cui convivono tratti originali e segni digitali, visioni reali ed architetture virtuali.

casa-pozzovetere-riqualificazione-l

Le immagini acquerellate sottomesse alla geometria descrittiva, le prospettive futuristiche, i collage dai titoli ironici sono mostrati sulla sua pagina fb come riflessioni necessarie quotidiane da rendere pubbliche.

Tale contributo, seducente ed iconoclasta, è stato raccolto anche nel testo Necessità Monumentale/Monumental Need”, a detta dell’architetto casertano un saggio per immagini (e qualche testo) sulla città e sulla non–ancora–città, sul paesaggio lasciato al suo destino, e su come il monumento popolare potrà ricostruire un nuovo equilibrio”.

L’Italia risponde così all’interrogativo sollevato da Michael Graves se il disegno architettonico sia morto.

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.