Il padiglione di Foster per l'Expo 2015: sarà come dune del deserto

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Sono stati resi pubblici i disegni per il padiglione che rappresenterà gli Emirati Arabi Uniti all’Expo 2015, prevista il prossimo anno a Milano. Il progetto, del gruppo Foster + Partnersracchiude i caratteri essenziali dell’impianto urbano delle antiche città del deserto, oltre a presentare alla collettività la risposta degli UAE alle importanti sfide dei prossimi decenni per un mondo più sostenibile, anche in campo alimentare.

Il padiglione italiano vincitore del concorso per l’Expo 2015

Gehry e Foster per il rinnovamento della Battersea Power station

EXPO 2015

Con una previsione di oltre 20 milioni di visitatori, la prossima Esposizione Universale in programma da maggio ad ottobre 2015, si prospetta come un’occasione di confronto irripetibile su uno dei problemi meno procrastinabili che coinvolgono l’umanità: come garantire a tutti un’alimentazione sufficiente e sana? Come intervenire sull’intero ciclo produttivo alimentare in modo che sia più sostenibile? Come limitare l’intervento talvolta spregiudicato dell’uomo sul territorio e le malattie connesse alla malnutrizione (sia per eccesso che per difetto)? Qual è il ruolo della ricerca, dell’innovazione tecnologica e della cooperazione?

Queste sono alcune delle questioni centrali – racchiuse nel motto “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” – alle quali sono chiamati a rispondere gli oltre 140 paesi finora aderenti al grande evento, che sarà anche una opportunità di degustazione e conoscenza di tradizioni culinarie diverse, oltre che di osservazione in materia di progettazione sostenibile di ultima generazione.

IDEA DI BASE

Presentato recentemente tramite una conferenza online in contemporanea fra Milano, Londra e Abu Dhabi, il progetto per il padiglione UAE conferma la fiducia degli Emirati nel lavoro dei progettisti della Foster + Partners, già autori del padiglione UAE per Shanghai 2010.

La sfida per l’Expo 2015 è quella di mostrare come gli Emirati Arabi Uniti stanno affrontando la crescita della popolazione – il paese è passato da 225 mila a 9 milioni di abitanti in poco più di 40 anni – e delle conseguenti necessità alimentari, condividendo le soluzioni e raccontando al contempo la propria storia in un percorso fatto di emozioni, interattività, degustazioni. Lo slogan scelto, Cibo per la Mente(“Food for Thought”), prenderà forma ponendo in relazione fra loro tre elementi cardine: acqua, cibo ed energia.

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In alto: ©2014 UAE Expo 2015

IL PROGETTO DEL PADIGLIONE UAE

Dal punto di vista architettonico, l’idea di Foster+Partners si sviluppa a partire dallo studio della conformazione allungata del lotto assegnato, insieme alla rievocazione del paesaggio naturale predominante (quello desertico) e dell’impianto tradizionale delle città arabe, caratterizzato da edifici su stretti vicoli ombreggiati naturalmente.

L’accesso al padiglione avviene tramite il Decumano, uno dei due grandi assi principali dell’impianto espositivo. Il percorso si sviluppa attraverso una sorta di canyon artificiale costituito da due sinuose pareti alte 12 metri, che restringono e aprono lo spazio di transito, ricordando la caratteristica successione di stradine tortuose e corti aperte, qui ripresentata in chiave contemporanea come già peraltro nel masterplan per Masdar City a sottolineare l’efficienza “naturale” della città compatta. L’esperienza messa a punto da Foster + Partners con lo sviluppo di Masdar City è inoltre di fondamentale importanza riguardo agli aspetti sostenibili del progetto.

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In alto: ©Foster + Partners

Il tema dell’acqua e quello della tecnologia sono fortemente connessi: i visitatori sono infatti guidati alla scoperta del padiglione e all’approfondimento dei contenuti tramite dei tablet, che “scorrono” letteralmente come in un canale digitale, evocando i falaj, acquedotti tradizionali fondamentali per l’agricoltura nei territori aridi di gran parte degli Emirati.

Le alte pareti che accompagnano il visitatore fino al cuore del progetto (il grande volume cilindrico e rotante del teatro), sono costituite da una struttura in acciaio rivestita di pannelli in GRC; esse rievocano per andamento, colore e matericità, le dune modellate dal vento. Lo stesso concetto è riproposto per l’edificio previsto alla fine del percorso: una sorta di oasi verdeggiante su tre livelli, dove si trovano zone di ristoro e relax: un caffè, un ristorante nel quale è possibile assaporare i cibi della tradizione araba, e un tetto giardino con juice bar e viste sul padiglione. Inoltre in quest’area sarà presente uno spazio espositivo su Expo2020, l’Esposizione Internazionale che si terrà a Dubai dopo quella milanese.

Un video riassume i principali caratteri del progetto e permette anche di visitare virtualmente il padiglione.

SOSTENIBILITÀ

L’attenzione all’impatto ambientale è presente sin dalla fase di lancio del progetto, tramite la conferenza stampa del gennaio scorso, realizzata sul web per ridurre le emissioni di CO2 legate agli spostamenti, che saranno ridotti al minimo per tutta la durata del cantiere.

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In alto: ©Foster + Partners

La struttura in acciaio è stata appositamente pensata per consentire il rapido smontaggio del padiglione – una volta conclusa l’Esposizione – e il suo trasferimento ad Abu Dhabi, dove verrà riutilizzato come nuovo polo attrattivo per la città. Ciò ha comportato la necessità, come afferma lo stesso Foster, di una soluzione progettuale che rispondesse alle differenti caratteristiche climatiche di Milano e Abu Dhabi, creando uno spazio confortevole e ventilato naturalmente per i visitatori dell’Expo, considerando allo stesso tempo la necessità di fornire ombra in grado proteggere adeguatamente dal sole cocente degli Emirati.

Il padiglione sarà certificato LEED Platinum, e presenterà accorgimenti come raccolta e riuso delle acque piovane con riduzione del consumo di acqua del 50%, integrazione di celle fotovoltaiche e copertura del fabbisogno energetico per il 20% da fonti rinnovabili, utilizzo di materiali a bassa emissione di carbonio, attenzione alla ventilazione naturale, riciclo o recupero degli scarti di cantiere per il 75%.

Il regolamento dell’Expo 2015 sollecita tra l’altro tutti i paesi partecipanti a progettare edifici temporanei e sostenibili a tutti i livelli (costruzione, smantellamento, riuso), a prevedere spazi aperti per il 50% di ciascun lotto, a porre particolare attenzione al ciclo di vita dei materiali e alla riduzione delle emissioni di CO2.

Matilde Fagotto

Matilde Fagotto Architetto

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