Luoghi per la cultura: la scuola trasformata nella biblioteca di Nembro

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Che una biblioteca rappresenti uno dei luoghi più importanti per la crescita culturale di una città è innegabile. Lo studio Archea, attraverso l’intervento di riconversione che ha condotto al progetto della Biblioteca di Nembro, in provincia di Bergamo, dimostra come questo spazio possa essere veicolo di rinnovamento non solo in ambito culturale, ma anche dal punto di vista architettonico.

Il progetto della Biblioteca di Nembro

L’edificio originario risale al 1897, adibito originariamente a sede di scuola elementare, nel corso degli anni cambiò più volte la sua destinazione d’uso fino a quando negli anni ’90 l’amministrazione comunale, riconoscendo l’alto valore architettonico e storico del Palazzo, decise di convertirlo a nuova sede della Biblioteca.

Il progetto della Biblioteca di Nembro, oltre a recuperare l’edificio preesistente, un palazzo neoclassico appartenente alla tipologia a corte, prevede anche la costruzione di un nuovo volume vetrato, posto a chiusura del lato aperto della corte, che implementi gli spazi dedicati alla raccolta di libri e alla lettura. Il rapporto dialettico tra le due entità è stabilito dalla separazione spaziale tra i due volumi ai livellifuori terra. Solo al piano interrato, dove una sala ipogea al di sotto della corte funge da base unitaria e le due parti si fondono.

Il cotto: tradizione e tecnologia

Un progetto in cui tradizione e contemporaneità si combinano oltre che nell’organizzazione planimetrica e funzionale, anche nella varietà dei materiali, capaci di associare valori nuovi a caratteristiche legate al passato. L’impiego del cotto, che nelle costruzioni richiama infatti la tradizione, è connotato da un tratto moderno, grazie alla sottostruttura di montanti metallici alla quale sono fissate le tessere smaltate rosse di circa 40x40 cm. Il sistema, che funziona come una facciata ventilata, riveste interamente il volume vetrato e regala alla facciata un gioco unico di colore e luce, mentre all’interno l’orientamento irregolare degli elementi in cotto permette di filtrare la luce garantendo un’adeguata illuminazione e protezione solare per i lettori della biblioteca.

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Il risultato ottenuto dalle superfici frastagliate e leggere, contrapposte alla regolarità e alla prevalenza di pieni del volume preesistente, crea un connubio e un intreccio di storia e modernità senza dubbio piacevole e originale, assicurando la sopravvivenza e la valorizzazione di un edificio storico, che fino a poco tempo prima versava in stato di abbandono.

Cristina D'Agostino

Cristina D'Agostino Architetto

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