Listelli in legno e forme sinuose per il padiglione temporaneo Off the Cuff

Autocostruzione e progettazione partecipata significano cura degli spazi, sperimentazione e acquisizione di competenze pratiche in pochissime ed intense giornate. Perciò, sopratutto in estate, moltissime associazioni e atelier organizzano laboratori, che si trasformano immancabilmente in esperienze preziose per tutti i partecipanti. Non fa eccezione il workshop Off the Cuff  tenutosi a Roma nei giardini di Monk dall'8 al 10 luglio, da cui è nata un'installazione di legno dalle forme sinuose. Lunghe sedute, un'altalena e diverse aperture vivacizzano il padiglione che si erge per sovrapposizione di listelli sfalsati e chiodati. Vuoti e pieni ricordano molte installazioni temporanee d'autore; sulla pianta ad otto le pareti si spanciano e si ritraggono creando piacevoli scorci e dividono irregolarmente l'interno ed esterno del labirinto.

PADIGLIONI IN LEGNO: IL TSUMIKI PAVILION DI KENGO KUMA

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Trapano in mano, musica di sottofondo e supervisione degli architetti del BAG - Beyond Architecture Group e dell'IndiLab, i partecipanti hanno seguito il tracciato e sovrapposto tassello su tassello per chiudere la serpentina del padiglione in legno. Gli ideatori hanno definito poche linee guida nel bando di partecipazione a Off The Cuff , dichiarando che "il progetto consiste in un'installazione realizzata attraverso la sovrapposizione di listelli in legno di recupero. È una struttura irregolare che definisce spazi in cui la dimensione di intimità e quella di collettività si compenetrano e interagiscono. Articolata in aggetti, rientranze e fessure, è attrezzabile in diversi modi, secondo esigenze e fantasia".

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Off the cuff significa in inglese "a braccio, estemporaneo": nome molto azzeccato visto che l'intento era realizzare qualcosa di veloce, a budget ridotto, con accettabili variazioni e imprecisioni.

Semplice e di gradevole impatto, la struttura temporanea non ha niente a che invidiare alle architetture di strada, ai progetti di riqualificazione urbana e a tutte le installazioni fantasiose dei biergarten berlinesi e dei mercati londinesi. A questo bisogna aggiungere l'esperienza formativa del workshop, la capacità di trasformare schizzi e render in manufatti in legno in cui entrare, divertirsi e da utilizzare immediatamente. Infatti come sottolineano gli organizzatori: "si tratta non solo di una installazione di architettura ma di un esperimento di team building, un lavoro di autocostruzione collettiva partecipata anche dal punto di vista progettuale. La costruzione della struttura, nell’ambito di un cantiere condiviso, diventa l’occasione di un momento di interazione sociale e sperimentazione di nuove forme collaborative."

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Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.