Energia dagli ulivi per l’aeroporto di Bari

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Il direttore generale della società Aeroporti di Puglia Marco Franchini ha annunciato la novità nel corso di un recente convegno sulla bioarchitettura: il progetto, semplice quanto innovativo, intende utilizzare le biomasse prodotte localmente, nello specifico gli scarti provenienti dalla potatura degli ulivi, presenti in maniera abbondante su tutto il territorio pugliese, per alimentare la caldaia dello scalo aeroportuale, coprendo così l’intero

fabbisogno di energia necessaria.

Il progetto è stato elaborato da Mario Franchini, con alcuni esperti della materia, tra cui Livio De Santoli, docente all’Università La Sapienza di Roma, ed intende dare una risposta congiunta a due problematiche appartenenti a settori apparentemente differenti, ma che potrebbero avere una risposta univoca: da un lato il problema di generare energia elettrica per alimentare gli impianti presenti, dall’altro fronteggiare la pratica oltremodo pericolosa e diffusa di bruciare i residui della potatura annuale nei territori agricoli locali.

Il bando di gara, che la società Aeroporti di Puglia sta elaborando, avrà un importo di circa 4 milioni di euro e sarà emanato a novembre; mirerà all’individuazione di un’azienda in grado di gestire l’impianto di generazione dell’energia elettrica, occupandosi anche dei rapporti con i contadini locali, nel raggio di settanta chilometri dallo scalo aeroportuale di Bari, che dovranno costituirsi in cooperative per rientrare nella sperimentazione.

Il progetto, un vero e proprio impianto di cogenerazione a chilometro zero, si propone in maniera innovativa, pronto ad essere replicato nel non troppo distante scalo aeroportuale di Brindisi, nelle cui vicinanze la conformazione e la produzione del territorio agricolo non è molto dissimile dall’agro di Bari.

La società Aeroporti di Puglia intende scommettere sulle energie pulite e sulla valorizzazione delle eccellenze locali, così come aveva già fatto in passato per l’installazione di due impianti di pannelli fotovoltaicipresso le sedi di Bari e Brindisi, per la produzione rispettivamente di 200 e 300 Kwatt, e che attraverso l’energia prodotta grazie alla trasformazione della radiazione solare, contribuiscono al 30–40% del fabbisogno impiantistico.

Sguardo globale e produzione locale, nella più precisa definizione di glocalizzazione, ma anche una romantica visione che permette di associare l’immagine dell’ulivo, simbolo di pace, oltre che della produzione locale prevalente, al nome dell’aeroporto di Bari che, in un primo momento dedicato solo al traffico militare, e successivamente apertosi ai voli dell’aviazione civile, è stato da diversi anni ridenominato Karol Wojtyla, grande comunicatore e mediatore tra popoli e nazioni.

Gli ulivi monumentali della Puglia

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Ivana Fasciano

Ivana Fasciano Architetto e Designer

Inventiva a 360°, trova nell’architettura la valvola di sfogo per il suo estro creativo. Adora progettare ville immerse nel verde. L’arte, la musica ed i viaggi le danno la carica per imbattersi ogni giorno in una nuova avventura.