Ecomostri di Milano. Edifici abbandonati o mai completati

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Edifici in costruzione da anni, altri completati ma di dubbia estetica ed impatto ambientale e visivo. Siamo a Milano, tra ecomostri e strutture mai portate a termine. L’eliporto, le torri vuote di via Stepherson, un’antenna Telecom in area vincolata e tanti altri scheletri di edifici che deturpano il paesaggio urbano
e fanno perdere valore a quartieri che non lo meritano.

Sono un migliaio in totale gli edifici ed i capannoni industriali abbandonati nella città di Milano, e non crediamo di poter sperare nell’Expo perché anzi, così come denunciato da Legambiente in diverse occasioni, quando vengono emanate leggi per i grandi eventi, gli scempi edilizi si moltiplicano.

Sono 5 in particolare i peggiori ecomostri di Milano individuati dal Corriere della Sera e raccolti nell’articolo citato a fondo pagina.

HOTEL PER I MONDIALI DI ITALIA ‘90

E’ uno degli ecomostri più celebri di Milano. Si vede dalla tangenziale ed è immerso nel verde. Ora è solo uno scheletro abbandonato a se stesso, senza utilità, che si estende su 240 mila metri quadrati. Dell’albergo, che avrebbe dovuto accogliere ben 300 stanze, che non sono mai state realizzate, resta solo tanto cemento a vista e i graffiti dei writers. Esiste tuttavia un progetto di riqualificazione dell’intera area, redatto dall’architetto Marco Romano.

ANTENNA TELECOM IN AREA VINCOLATA

Gli abitanti del Ticinese combattono da anni per il suo trasferimento in periferia. L’antenna Telecom che si trova nel quartiere, è alta 30 metri (come un palazzo di 9 – 10 piani) e da circa 20 anni è installata sul tetto di un edificio della nota compagnia telefonica. Il colmo è che siamo nell’area dei Navigli, sottoposta a vincolo paesaggistico.

PONTE SUL NAVIGLIO CHE NON PORTA A NIENTE

Era stato inserito nel più ampio progetto di realizzazione di una piccola tangenziale che sgravasse la circonvallazione esterna dal traffico. La tangenziale però, è stata semi completata solo per una parte e il ponte sul Naviglio in via Pietro Giordani, nonostante sia aperto, ora non porta a niente e rimane lì, senza una reale funzione.

LO SCHELETRO DELLE FERROVIE DELLO STATO

Nel 1983, gli architetti Aldo Rossi e Gianni Braghieri, si occuparono della stesura di un progetto per le Ferrovie dello Stato per l’ampliamento dello scalo di San Cristoforo. Dopo la realizzazione dello scheletro di cemento armato però, i lavori si sono fermati e quello che oggi resta del progetto è un rifugio per senzatetto. Esiste però un progetto, dello studio Albori di Milano, che prevede all’interno dell’ecomostro delle case a basso costo.

UN CENTRO DI CALCOLO MANCATO A POCHI PASSI DALL’UNIVERSITA’

Un palazzone di cemento, una grossa scatola grigia tra il quartiere di Greco e la Bicocca. Doveva essere il centro di calcolo delle Ferrovie dello Stato ma quella che si preparava a diventare una zona industriale, si è trasformata in residenziale ed il progetto non è più stato portato a compimento. Anche questa volta, un progetto di riqualificazione dell’area tra i due quartieri, esiste, ma la mancanza di fondi impedisce di realizzarlo.

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Fonte e foto | Corriere della Sera














Antonia Guerra

Antonia Guerra Ingegnere Edile ed Architetto

Architettura Ecosostenibile, che ha fondato durante gli anni universitari, è il suo piccolo gioiello. A Londra, dove vive, progetta case per ricchi signori londinesi. Nel tempo libero si aggira in bicicletta tra i grattacieli della City, organizza pic-nic e si dedica alla pittura ad acquerello.