Il centro di aggregazione per tornare a vivere dopo il terremoto

Con il territorio italiano segnato da numerosi eventi sismici, è bello ricordare quale ruolo importante svolga l’architetto nella fase di ricostruzione e come l’Architettura possa mettersi al servizio della comunità ridando alla gente nuovi luoghi e nuovi spazi in cui tornare a vivere e condividere.

Il Centro di aggregazione giovani ed anziani di Poggio Picenze, vicino L’Aquila, progettato dallo studio Burnazzi Feltrin Architetti è stato realizzato nel 2015 in sostituzione del centro esistente, reso inagibile dal sisma del 2009. Per la realizzazione del nuovo Centro di aggregazione hanno partecipato l'Associazione Nazionale Cantanti, il gruppo La Provincia Editoriale e un Salvadanaio per l'Abruzzo, mentre progettisti, impresa costruttrice e fornitori hanno ridotto i loro compensi.

Un progetto dal grande valore architettonico e sociale, che non a caso è stato insignito di numerosi riconoscimenti internazionali: premiato all’Iconic Award 2016 - Best of Best e arrivato finalista al World Architetture Festival 2016 nella categoria Civic and Community.

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Il Centro di aggregazione di Poggio Picenze non è solamente luogo di incontro, ma anche di memoria e di riconnessione tra uomo e natura. Il progetto trova in parte ispirazione dall’opera di land art il “Grande Cretto” di Alberto Burri eseguita tra il 1985 e il 1989 a Gibellina in memoria del terremoto che nel 1968 aveva distrutto la città. L’opera di Burri appare come una serie di fratture nel cemento che vogliono conservare la memoria storica del luogo. Allo stesso modo la forma dei volumi del Centro di aggregazione vuole richiamare delle ideali crepe, in memoria dell’evento sismico del 2009, ma al contempo l'architettura vuole essere promotrice di nuovi valori: ricordare per ripartire con una nuova fiducia nella natura e nell’uomo.

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Il progetto del centro di aggregazione si estende su una superficie di circa 240 mq distribuiti su un unico livello e può ospitare circa 130 persone. Tramite la hall di ingresso è possibile accedere alla biblioteca, alla sala musica, a due sale polifunzionali e ad altri servizi, mentre all’esterno spazi coperti permettono attività all’aria aperta. In continuità con il linguaggio del corpo principale, all’esterno, altri due corpi aperti delimitano gli spazi per il parcheggio.

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L’edificio si integra nel paesaggio abruzzese grazie alla sua copertura in prato rustico e un sistema di corde in facciata su cui far crescere delle piante che saranno curate dai fruitori stessi del centro. Ciò permette all’opera antropica di integrarsi col tempo nel paesaggio, e diventa un mezzo tramite il quale ricreare un legame positivo tra uomo e natura. Così come le piante con cura e dedizione crescono rigogliose e belle, allo stesso tempo una comunità si ricostruisce e si proietta verso un futuro migliore grazie alla collaborazione e alla dedizione di tutti. All’interno le vetrate permettono un contatto visivo con il paesaggio circostante caratterizzato da montagne e una natura ricca di vegetazione. Le facciate sono rivestite con legno di larice naturale, essenza utilizzata anche per gli infissi e per il rivestimento delle strutture esterne in acciaio sui quali altri cavetti colorati permettono la crescita di piante rampicanti.

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Questo progetto dimostra egregiamente come l’architettura non sia solo costruzione e materia ma anche fatta di luoghi e spazi e della gente che ne fruisce, senza dimenticare la stretta relazione che intercorre tra essa ed il paesaggio in cui si inserisce. Ha un alto valore sociale, in quanto fatta di storia del loco dalla quale trae ispirazione per potersi integrare e poter svolgere un ruolo di riconnessione.

Francesca Latini

Francesca Latini Architetto

Di origini italo-francesi non poteva che essere un’appassionata di arte in tutte le sue forme: danza, musica, pittura, fotografia e architettura! Tra i banchi universitari scocca la scintilla per la tecnologia e la bioclimatica. Nel tempo libero si diletta ai fornelli e viaggia per conoscere le culture e le architetture del mondo.