Bioarchitettura. Il primo esempio di case popolari sostenibili

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La bioarchitettura può essere applicata tanto a lussuosissime ville quanto ad abitazioni più modeste. Ne è una prova una palazzina di cinque appartamenti che costituisce il primo esempio in Toscana e uno dei primi in Italia, di bioarchitettura applicata alle case popolari. Si tratta di un edificio la cui ultimazione è prevista
a breve (primavera 2010) che, grazie a numerosi accorgimenti tecnologici, sarà in grado di consumare pochissimo. L’edificio sito nel comune di Capannori (Lucca), infatti, consumando solo 38 kW/h per metro quadro, sarà certificato in classe energetica A. Il risparmio energetico ed economico è assicurato se si considera che un’abitazione italiana consuma in media 170 kW/h per metro quadro.

Le case toscane in questione sono caratterizzate da una struttura portante in legno e grandi spessori di isolante termico in strati multipli di pannelli di lana di roccia, legno mineralizzato e fibra vegetale di canapa. Nessuno dei materiali impiegati risulta nocivo alla salute o inquinante, sintetico o irritante.

Il riscaldamento degli ambienti è assicurato da pannelli radianti attraverso i quali fluisce acqua preriscaldata nelle sonde geotermiche. L’acqua per usi sanitari è invece riscaldata da pannelli solari. In caso in cui tali pannelli non fossero in grado di portare l’acqua alla temperatura desiderata, si prevede l’intervento di una piccola caldaia a metano. Le case popolari di Capannori, sono state progettate per essere realizzate in una settimana, platea di cemento esclusa.















Antonia Guerra

Antonia Guerra Ingegnere Edile ed Architetto

Architettura Ecosostenibile, che ha fondato durante gli anni universitari, è il suo piccolo gioiello. A Londra, dove vive, progetta case per ricchi signori londinesi. Nel tempo libero si aggira in bicicletta tra i grattacieli della City, organizza pic-nic e si dedica alla pittura ad acquerello.