Basilica in fil di ferro: la ricostruzione dell'opera paleocristiana di Siponto

Tanto monumentale quanto leggera, è la basilica in fil di ferro realizzata dall'artista Edoardo Tresoldi sul sito archeologico di Santa Maria Maggiore a Siponto, alle porte di Manfredonia (Foggia). Alta 14 metri e pesante 7 tonnellate, si erge trasparente sul perimetro della perduta cattedrale paleocristiana. I raggi del sole penetrano tra le maglie quadrate dell'opera permanente, situata a ridosso della compatta e bianca chiesa medioevale (come d'uso realizzata nei pressi di quella paleocristiana) e ne sottolineano dettagli, accuratezza e grandiosità. Un'installazione metafisica e geniale che ha riscritto la storia di questi luoghi.

In copertina: immagine © Giacomo Pepe

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A Siponto, la leggendaria città fondata da Diomede con i palazzi dalle coperture policrome e le cento chiese dai tetti d'oro, ancora una volta è una basilica paleocristiana, non di pietra calcarea ma di fil di ferro, a riattivare processi sociali e culturali nella splendente Puglia. Frazione di Manfredonia, colonia romana e scalo marittimo, è stata abbandonata nel XIII sec. a seguito di terremoti, per poi oggi finalmente rifiorire e attrarre l'attenzione dei media grazie al coraggio e alla lungimiranza della Sovrintendenza archeologica regionale.

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Luigi Larocca, soprintendente archeologo spiega come il progetto sia "nato da un’esigenza di carattere conservativo per coprire e proteggere i mosaici della basilica paleocristiana. Nel corso della progettazione abbiamo deciso così di coniugare gli aspetti ricostruttivi dell’alzato con le esigenze di conservazione e abbiamo trovato nella leggerezza e nella trasparenza delle opere di Tresoldi il modello di riferimento da utilizzare".

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Il progetto chiamato "Dove l'arte ricostruisce il tempo" in onore alle due chiese vicine è ormai noto come "Parco archeologico. Le basiliche". Inaugurato il 12 marzo 2016 e motivo di vanto delle terre di Manfredonia, è esempio eccellente di sincronia tra enti pubblici, il Segretariato Regionale MIBACT e la Soprintendenza Archeologia della Puglia, esperti, archeologi e addetti ai lavori.

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Come tutte le opere di Tresoldi, famoso per le gigantesche sculture monomateriche in fil di ferro, la basilica appare come un'ologramma, una sorta di visualizzazione wireframe dove tutte le linee costruttive sono visibili mentre le facce dei solidi rimangono trasparenti. L'effetto è sorprendente: uccellini si posano sulla costruzione e gli ulivi, il cielo blu o la notte profonda si intravedono tra le fitte griglie sagomate. I visitatori possono rivedere i volumi originali della basilica del IV sec. d.C., che, leggera, sfuma verso l'alto e rappresenta, secondo l'autore “una sorta di ritorno di questo grande edificio come se fosse parte della memoria storica del luogo. Mi sono prefigurato di riuscire a disegnare nell’aria, mantenendo però le relazioni dirette con il territorio”.

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Il costosissimo intervento, la cui sola realizzazione si aggira attorno ai 900 mila euro, fa parte del progetto ben più ampio di rivalutazione del parco archeologico sipontino con un investimento di 3,5 milioni di euro. "Investire sull’industria creativa per valorizzare il patrimonio", come afferma il soprintendente, ha già portato i suoi frutti, visto l'eco internazionale dell'opera e l'afflusso continuo di visitatori."L’archeologia - si legge nella nota stampa - ha incontrato l’arte contemporanea. Un’installazione in rete metallica leggera e trasparente, che rilegge e reinterpreta gli spazi un tempo occupati dall’antica basilica paleocristiana. Non una semplice copertura protettiva degli scavi, ma un’opera artistica, progettata e realizzata da un giovane talento italiano".

La tecnica di elettosaldatura ha permesso di giuntare 4.500 metri quadrati di rete zincata, deformata per creare cupola, abside, colonne e archi. L'artista classe '87 è riuscito a creare un ponte tra linguaggi ed epoche artistiche diverse, tra enti pubblici e un'equipe di lavoratori giovani e preparati (età media 25 anni), tra memoria storica e arte contemporanea.

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Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.