Autocostruzione e recupero partecipato con le case di paglia a Pescomaggiore

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Il materiale, l’esperienza, i costi ed il rapporto con il paesaggio del paese di Pescomaggiore, un piccolo borgo medievale, distante circa dieci chilometri da L’Aquila, colpito anch’esso dal sisma del 6 aprile 2009. Il sisma ha cancellato gran parte delle abitazioni e del patrimonio storico–culturale del paese.

La risposta degli abitanti di Pescomaggiore, coordinata dal Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore, è stata il progetto EVA (Eco Villaggio Autocostruito), un progetto unico e particolare che getta le proprie fondamenta nell’amore per la propria terra, il rispetto per l’ambiente e la ricostruzione dal basso. Tutta un’altra storia rispetto ai nuovi quartieri costruiti nel post–terremoto in altre zone colpite dal sisma; a Pescomaggiore si costruisce insieme, si costruisce per una maggiore coesione sociale senza essere costretti alla “deportazione” in altre zone della regione.

Il villaggio del progetto Eva, autocostruito ed autofinanziato dagli stessi abitanti e da volontari provenienti da tutta Europa, punta a migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti attraverso processi partecipativi e progetti nel campo dell’agricoltura, del turismo e della convivialità artistica.

Le abitazioni, che sorgono su terreni concessi in comodato da alcuni compaesani ed a pochi passi dal centro storico, sono state progettate dagli architetti Paolo Robazza e Fabrizio Savini del BAG Studio Mobile, con l’assistenza tecnica di Caleb Murray Burdeau, esperto di bioarchitettura, e sono delle semplici case di paglia.

Esistono due sistemi per costruire case in paglia:

  • Il metodo Nebraska, o Load Bearing (in Italia non si può più usare dal 2008 in seguito all’approvazione delle “nuove norme tecniche per le costruzioni”), con balle di paglia impilate a giunti sfalsati, come i mattoni nella muratura, a costituire la struttura portante. Tra le balle di paglia vengono inseriti dei paletti, spesso di nocciolo, che servono da elementi di connessione come malta nelle costruzioni in laterizio.
  • Il metodo Non Load Bearing, con struttura portante in legno e tamponamento in paglia.

La tecnologia costruttiva delle nuove abitazioni di Pescomaggiore si basa sull´utilizzo del metodo Non Load Bearing, con tamponamento in paglia, materia prima fornita in loco dai campi di cereali (gli stessi che producono la farina per fare il pane per tutto il paese). I moduli sono molto semplici e questo fa si che le abitazioni possano essere riprodotte con facilità.

L´energia elettrica è fornita da impianti fotovoltaici ed il riscaldamento da semplici stufe a legna. Saranno sufficienti un paio d’ore per riscaldare una intera abitazione di 60 metri quadri, in quanto l’utilizzo della paglia e di altri accorgimenti tecnologici e progettuali, rende l’ambiente perfettamente coibentato.
Il villaggio è dotato inoltre di un impianto di fitodepurazione e di compostiere dove i rifiuti organici verranno trasformati in fertilizzante per gli orti irrigati anche grazie al recupero dell’acqua piovana.

Il costo delle abitazioni è di circa 650 euro al metro quadro, un quinto rispetto a quelle degli appartamenti del progetto C.A.S.E. (i Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili autorizzati dal Governo nel comune di L’Aquila).

Guarda un video sulle abitazioni autocostruite di Pescomaggiore!

La paglia è un sottoprodotto della produzione dei cereali; non occorre quindi dispendio di energia per produrla. E’ un materiale che fornisce ottime prestazioni in campo di efficienza energetica, di comfort ambientale e costruzioni sostenibili. Una balla di paglia pressata, infatti, non è altro che fibra compressa, che assume quindi le stesse caratteristiche del legno. L’importante è osservare bene, in fase di progettazione e di costruzione, alcuni accorgimenti volti ad evitare i ristagni di umidità tra la paglia e gli altri materiali utilizzati.

La paglia, oltre ad essere fonoassorbente (le case raggiungono e superano i valori richiesti dalla legge riguardanti l’isolamento acustico), è un materiale traspirante, anche grazie all’utilizzo dell’intonaco, quindi il vapore transita dall’interno dell’edificio verso l’esterno, mantenendo l’ambiente sano ed evitando la formazione di muffe insalubri.

Le case di paglia consumano pochissima energia e forniscono ottime prestazioni sia in inverno che in estate in quanto, rispetto ad abitazioni tradizionali, i costi di riscaldamento possono essere ridotti del 75% all’anno.

Il valore di trasmittanza termica (K) delle balle di paglia è infatti molto più basso rispetto ad una parete composta da mattoni/calcestruzzo e con isolamento in fibra minerale (circa 0,13 W/mK della paglia contro i 0,44 W/mK delle pareti composte).

Le costruzioni in balle di paglia hanno, oltretutto, un’ottima resistenza al fuoco (R30–90). Un muro in balle di paglia intonacato resiste alla temperatura di 1.010 °C per tre ore. La paglia non ha parassiti o insetti che l’attaccano, e, una volta intonacata, diventa inaccessibile anche per quegli animali (topi) che pur non mangiandosela, cercano in essa un rifugio.

Una casa con murature in balle di paglia ha una ottima resistenza all’azione dei terremoti rispetto ad altri edifici in laterizio o cemento armato. La forza esercitata dal terremoto sull’edificio, infatti, è proporzionale alla massa dell’edificio. Una casa in paglia è estremamente leggera e molto più flessibile di un edificio tradizionale (un po’ come una casa di gomma che si deforma ma non crolla).

L’ingegnere Darcey Donovan ha realizzato un edificio in balle di paglia da sottoporre alla simulazione con piastra vibrante del Network for Earthquake Engineering Simulation consortium, Università del Nevada, e lo ha sottoposto al doppio della forza del terremoto che in Pakistan uccise 10.000 persone. L’edificio non ha subito alcun cedimento.

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Il costo di una parete in paglia varia da 7 a 40 euro al metro cubo, mentre una singola balla comperata dal produttore parte da circa 1,5 euro. La durabilità del materiale permette di stimare una vita media di più di un secolo, ma le prime case in balle di paglia, nate in Nebraska alla fine dell’800, sono tuttora abitate ed in perfetto stato. Dagli Stati Uniti questa tipologia costruttiva si è diffusa poi in Europa (Francia, Inghilterra, Olanda, Belgio, Svizzera, Austria, Danimarca, Italia) ed anche in Europa orientale (Estonia, Lituania, Lettonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia).

Il progetto di Rinascita di Pescomaggiore vede il suo inizio nell’autocostruzione di case, ma il progetto è molto più ampio e punta ad incrementare opportunità di impiego per chi le deve abitare. Tra le attività già avviate vi sono l’allevamento, la coltivazione dello zafferano e di specie autoctone e in via di estinzione. Nel progetto c’è anche un laboratorio per i formaggi, la riattivazione del forno comunale, la creazione di un sistema di vendita diretta e di mutuo aiuto e scambio tra produttori.

Pescomaggiore è un esempio per tutti, e come tale va tutelato ed incentivato. Per questo è possibile effettuare delle donazioni per finanziare il progetto.

Per informazioni visitate il sito Autocostruzione Pescomaggiore

Arianna Mortellaro

Arianna Mortellaro Architetto

Formazione scientifica, spirito “siculo” e dinamico. Dai colleghi soprannominata “archignere” poiché architetto che si occupa di efficienza energetica in campo industriale. Per hobby scrive articoli da freelance, prepara il pane tutte le settimane e si cimenta come birraiola.