Il vincitore del Premio Architettura Contemporanea Mies van der Rohe 2013

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Anche quest’anno è stato assegnato il Premio dell’Unione Europea per l’Architettura Contemporanea Mies van der Rohe, organizzato dalla Commissione Europea e dalla Fondazione Mies van der Rohe, giunto alla sua tredicesima edizione. Lo scorso febbraio furono annunciati i cinque finalisti, selezionati tra i 335 partecipanti al concorso provenienti da 37 Paesi diversi: il Municipio di Ghent in Belgio, progettato dagli architetti Robbrecht en Daem e Marie–José Van Hee, il parco urbano interculturale Superkilen, ideato da BIG Bjarke Ingels Group, Topotek1, Superflex ed inaugurato lo scorso anno a Copenhagen, la Casa per anziani di Aires Mateus Arquitectos realizzata ad Alcácer do Sal in Portogallo, lo spazio culturale e commerciale Metropol Parasol a Siviglia ed Harpa, Sala concerti e centro conferenze di Reykjavik inaugurata a novembre 2011.

Il progetto: L’Auditorium del Parco di Renzo Piano a L’Aquila.

IL VINCITORE: SALA CONCERTI E CENTRO CONFERENZE DI REYKJAVIK
A ricevere il Premio Architettura Contemporanea Mies van der Hohe 2013 è la struttura progettata da Henning Larsen e Batteríið insieme all’artista plastico Olafur Eliasson che ha l’aspetto di un enorme monolite luminoso, proiettato sul mare che bagna la capitale islandese.

Nel comunicato di Wiel Arets, presidente della giuria del Premio le motivazioni di tale scelta: “Harpa ha catturato il mito di una nazione che ha consapevolmente agito in favore della costruzione di un edificio ibrido culturale nel bel mezzo della Grande Recessione. L’iconico e trasparente “quasi mattone” impiegato appare come un gioco sempre diverso di luci e colori che avvia un dialogo tra la città di Reykjavik e la vita all’interno dell’edificio“.

Del resto ilnome Harpa, oltre a richiamare l’omonimo strumento musicale, è anche il nome del primo mese di primavera del calendario nordico: una delicata metafora che vuole esprimere lavolontà dell’Islanda di rifiorire dopo questa infinita crisi economica planetaria.

LA RIQUALIFICAZIONE DI UN’AREA
L’opera rientra nel piano per lo sviluppo e la riqualificazione urbana dell’area ovest del porto di Reykjavik, l’East Harbour Project, per la quale sono previsti nuovi edifici residenziali, industriali e commerciali, il tutto fortemente voluto e finanziato dalla città stessa e dal Governo islandese. In tale contesto progettuale si inserisce Harpa, questa sorta di megascultura luminosa che in tempi brevissimi è diventata una vera e propria icona della nuova architettura islandese.

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IL QUASI MATTONE
Protagonista assoluto dell’opera è il quasi mattone citato da Arets: si tratta di un sistema geometrico modulare in vetro composto da elementi a forma di dodecagono, esagono e pentagono incastrati in una struttura in acciaio. Il chiaro richiamo alpattern del basalto è evidente soprattutto sulla facciata posta a sud, quella che si affaccia sul mare, in cui gli elementi che la compongono sono tridimensionali e con vetri colorati.

Come spiega in una recente intervista Peer T. Jeppesen, partner e design Director dello studio danese Henning Larsen Architects, Harpa è naturalmente sostenibile in sé. La maggior parte della produzione del calore e dell’elettricità dell’edificio deriva dall’energia geotermica e dalla potenza dell’acqua. L’Islanda, è infatti, uno di quei Paesi che utilizzano quasi al 100 percento risorse di energia rinnovabile”.
Inoltre, la superficie vetrata garantisce un basso consumo energetico poiché favorisce la riduzione del calore in base all’orario ed alle condizioni climatiche.

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L’INTERNO
Quattro sono le sale attorno cui si sviluppano gli ambienti minori dell’edificio: una sala concerti di 28.000 mq da 1.800 posti, una sala per la musica da camera in grado di accogliere 200 spettatori, una sala recitazione da 450 posti mentre 750 persone potranno essere ospitate nella sala conferenze.

Attorno al nucleo principale si sviluppano una serie di sale espositive e piccole sale riunioni ed uffici amministrativi: al quarto piano una sala polifunzionale ospiterà ricevimenti ed iniziative dedicate ai più piccoli.





Maria Leone

Maria Leone Architetto

Vive e lavora a Napoli, dove si interessa di progettazione e grafica, collaborando con siti del settore. Assieme a tre colleghe ha costituito un’associazione culturale per promuovere la cultura d’architettura. Sogna di imparare a cucinare, per la gioia del marito, figlia e cane!