• scritto da Federico Da Dalt
  • categoria Progetti

La tradizione costruttiva giapponese in un edificio dedicato alla cerimonia del tè

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La Casa del tè (2008) è un’opera di David Mastàlka, leader dello studio A1 Architects, realizzata in collaborazione con lo scultore slovacco Vojtech Bilisic, in 35 giorni e interamente con le loro mani. Si tratta di un progetto di laurea,dedicato alla cerimonia del tè e discusso in presenza di Terunobu Fujimori, un grande interprete dell’architettura tradizionale giapponese. L’edificio sorge immerso tra i ciliegi e i meli, nei dintorni di Praga, e mescolaelementi della cultura e della tradizione costruttiva giapponese con l’ambiente di un piccolo e selvaggio giardino boemo ai piedi della collina tra Aloisov e Hloubetin.

Il progetto: La casa samurai di Tokyo

La struttura in legno di quercia è di forma circolare e poggia su un basamento di pietre raccolte sulle rive di uno stagno vicino, mentre il rivestimento è in legno di larice scurito a fuoco.
La copertura della casa del tè è una cupola semitrasparente, di carta, su cui si proietta la luce del cielo con i riflessi delle nuvole in movimento.

Le pareti sono in linea con la tradizione costruttiva giapponese dei pannelli in carta di riso, leggeri e facilmente scorrevoli, che consentono un delizioso affaccio e la contemplazione completa del piccolo giardino, da un punto di vista leggermente sopraelevato.

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L’altro lato della sala, un cerchio perfetto con l’aggiunta di un vano di ingresso minimale, è costituito da una parete in argilla trattata a stucco, dall’effetto materico molto delicato ed elegante; la superficie appare lievemente incisa e richiama un paesaggio astratto.

La casa del tè, ispirandosi alla tradizione giapponese, pone al centro la cosiddetta cerimonia del tè, chiamata Cha no yu, letteralmente “acqua calda per il tè”: è un rito zen di origine buddista, conosciuto anche come Sado, ovvero via del tè, e veniva celebrato proprio in una piccola casa chiamata sukiya. Sen Rikyu, monaco buddista vissuto tra il 1522 e il 1591 codificò la cerimonia secondo i quattro principi di armonia, tranquillità, purezza e rispetto. Perciò questa casa, così legata alla ricerca di una vita frugale ed essenziale, punta ad una riduzione dello spazio.

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La forma circolare indirizza l’attenzione al fornello di acciaio brunito al centro della stanza che, assieme al pavimento ricoperto di stuoia, completano l’atmosfera quasi mistica di un luogo dedicato alla meditazione, alla comunione con i colori, gli odori, i suoni, i ritmi della natura.