• scritto da Alessio Cedro
  • categoria Progetti

Tour Montparnasse: una seconda possibilità all’insegna della sostenibilità

Cupa, fuori scala, piena di amianto: diverse sono state le critiche mosse alla Tour Montparnasse dalla sua inaugurazione il 18 giugno del 1973, quando, il colossale grattacielo in stile Manhattan stravolse l’armonia dei tetti parigini pensata da Haussmann. Tanto che Nicolai Ouroussoff, critico di architettura del New York Times dal 2004 al 2011 affermò che salire all'ultimo piano della torre è l'esperienza più bella che si può fare a Parigi perché "è l'unico posto da cui non la vedi".

Con una superficie di 120.000 mq, la Tour Montparnasse firmata dagli architetti Jean Saubot, Eugène Beaudouin, Urbain Cassan e Louis de Hoÿm de Marie è stata fino al 2011 l’edificio più alto della Francia. Visibile dai quattro angoli di Parigi questo enorme grattacielo a vocazione terziaria domina con i suoi 210 m di altezza e 59 piani l’impianto dell’omonima stazione.

Il futuro della Tour Montparnasse

Viste le numerose critiche, la domanda ricorrente nel tempo è stata: cosa farne di questo ingombrante ospite?

La possibilità di una demolizione è stata spesso presa in seria considerazione, nel 2014, le due candidate sindaco si sfidarono proprio sulla possibilità di eliminare definitivamente il gigante da 150.000 tonnellate.

Abbatterla? "Francamente, è una follia", dichiarò la socialista Anne Hidalgo, mentre la rivale della destra Nathalie Kosciusko-Morizet evocava la via della demolizione. Con la successiva vittoria dei socialisti alla possibilità di una demolizione è stata preferita quella di un completo restyling dell’edificio.

È di pochi giorni fa la notizia che lo studio Nouvelle AOM si è aggiudicato il concorso internazionale per il restyling della Tour Maine-Montparnasse in nome della sostenibilità. Il consorzio di studi parigini Nouvelle AOM, istituito per affrontare questo progetto (composto da tre società in collaborazione: Franklin Azzi Architecture, Chartier Dalix Architectes e Hardel et le Behan Architectes) ha avuto la meglio nella consultazione di fronte a studi del calibro di Dominique Perrault Architecture, Architecture Studio, MAD Architects, OMA, PLP Architecture e Studio Gang.

 Studio Nouvelle AOM Studio Nouvelle AOM

La ristrutturazione e messa a norma della torre, stimata intorno ai 300 milioni di euro (finanziati interamente dai co-proprietari della torre) sono un tema forte di attualità. Infatti il progetto, che prevede la bonifica dall’amianto, intende conferire all’edificio un nuovo mix funzionale che gli permetterà una miglior integrazione nel quartiere e ridurrà le emissioni anche grazie a nuove facciate climaticamente performanti.

L’intervento, che strizza l’occhio ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, sarà quindi un cantiere faro per il rinnovamento del XV arrondissement e dell'intera città.

 Vista dal tetto del centro Pompidou, New AOM Vista dal tetto del centro Pompidou, New AOM

L'edificio sarà più trasparente, luminoso ed ecologico, con terrazze "green" e giardini pensili. Rialzata di 18 m e coperta da una serra bioclimatica, la torre vedrà rimpiazzate le oltre 7.200 finestre con una doppia pelle chiara e trasparente che sostituirà l’attuale facciata scura, che sin dal principio aveva reso l’edificio così gelido e austero.

In sintonia con l’impronta della Parigi haussmanniana, i primi 13 livelli disporranno di balconi che permetteranno alla torre di “dialogare” con la città, mentre un giardino pensile al 14° piano li separerà dai piani superiori, destinati al terziario. In cima, un hotel garantirà la connessione alla grande serra agricola in copertura.

Il progetto si delinea dunque come un intervento di riqualificazione su ampia scala:, la torre, che ospiterà un mix di funzioni, intende diventare un polo attrattivo ed inclusivo per il quartiere, mentre gli interventi strutturali sono volti a migliorare notevolmente le caratteristiche prestazionali dell’edificio portando la Tour Montparnasse nel XXI secolo.

Nonostante questi presupposti non sono mancate le critiche, i parigini infatti hanno già ribattezzato il nuovo progetto “corbeille de légumes” ovvero, cesto di verdura. L’appellativo ironico, che si riferisce alla nuova copertura verde cela preoccupazioni assai più serie. L’edificio, infatti, come si può vedere dai rendering di concorso, crescerà anche in altezza, ai 210 metri attuali se ne aggiungeranno altri 18 per ospitare la serra in copertura e i pannelli fotovoltaici.

Kurt Kohlstedt, autore di numerose pubblicazioni online su arte urbana, architettura, design e tecnologia, in uno suo recente articolo “Renderings vs Reality” aveva mosso delle critiche ad un altro esempio di grattacielo dalle aspirazioni green paragonando l’acclamatissimo bosco verticale di Boeri al suo rendering: ”l’opera conclusa era, per quanto ammirevole, molto meno seducente di quella annunciata”. Concludendo che i grattacieli verdi richiedano più energia di quanto aiutino a risparmiarne, oltre a necessitare di rinforzi speciali e soluzioni altamente tecnologiche per sostenere il peso dei vegetali.

Speriamo che il giovane team di architetti parigini riesca nell’impresa di conciliare gli aspetti della progettazione sostenibile con quelli più tecnici e tecnologici senza che ciò giochi a scapito della forma architettonica.

L’inizio dei lavori, che dureranno 5 anni, è previsto per il 2019. Non resta che darsi appuntamento ai giochi olimpici del 2024 per trarre delle conclusioni e vedere conclusa la nuova Torre Maine-Montparnasse.