Il riutilizzo di un edificio industriale per sperimentare modelli abitativi comunitari

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Come riutilizzare un edificio industriale una volta che cessa l’attività per cui è stato pensato e realizzato? Come poter sfruttare gli spazi ampi ed interessanti che lo caratterizzano e il sistema infrastrutturale che ne reggeva il funzionamento? Come evitare drastiche demolizioni e interventi radicali valorizzando invece ciò che già è costruito? Questi gli interrogativi che si è posto il gruppo Volt Architecten nel momento in cui è stato coinvolto nella progettazione di abitazioni comunitarie per un quartiere di Rodebroek a Ronse, una cittadina della regione fiamminga belga.

Un sito industriale, in precedenza sede di una fervente produzione tessile poi entrata in una fase di declino e crisi, è diventato l’occasione per sperimentare un nuovo modello abitativo basato sulla condivisione comunitaria della gestione del complesso costituito da sei unità abitative di dimensioni piuttosto ampie perché destinati a famiglie numerose, due uffici, un laboratorio e alcuni ambiti collettivi.

La struttura si sviluppa a partire dal corpo di fabbrica preesistente di un edificio industriale costituito da dieci campate realizzate in mattoni con struttura portante in acciaio e coperture a shed. La demolizione di una porzione centrale del volume originario configura un impianto a corte aperta verso sud strutturando così lo spazio centrale come un cortile interno intorno a cui si sviluppano le due porzioni abitative. L’immagine evocativa del mondo industriale nella compattezza ed essenzialità che lo contraddistinguevano, esprime la volontà di elaborare un progetto d’insieme relazionato al contesto in cui si inserisce grazie alla scelta dei materiali utilizzati e al mantenimento di una struttura in grado di costruire continuità spaziale con il suo intorno.

I nuovi appartamenti, cinque su una delle due ali e il sesto su quella opposta dove si collocano anche gli altri ambiti progettuali, vengono scanditi dalla struttura portante in travi reticolari in acciaio e dagli shed, due per appartamento che, orientati a nord secondo la tradizione, garantiscono luce diffusa agli ambienti. Alcune nuove ampie aperture sul perimetro murario aprono gli interni alla natura che ancora è parzialmente conservata nelle aree circostanti.

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I materiali utilizzati, per la gran parte recuperati dalla preesistenza, restituiscono una sensazione di armonia e di ordine e sottolineano le differenze tra gli ambiti del progetto. Se per le murature del perimetro esterno dell’intervento è il mattone a vista ad essere elemento dominante, verso la corte invece i progettisti hanno scelto di utilizzare come rivestimento tegole di recupero e legno in doghe verticale, lo stesso usato nelle abitazioni, a sottolineare l’internità e quindi un senso di maggiore protezione di questo ambito della comunità.

Per le sue caratteristiche di attenzione alle tematiche del riuso, del rispetto del contesto e della volontà di osservare la città contemporanea con uno sguardo ecologico, Rodebroek, definito “quartiere modello”, è stato selezionato dalla giuria del premio belga per l’Architettura e l’Energia 2011 indetto ogni anno dalla reale federazione delle società di architettura del Belgio.

Ester Dedè

Ester Dedè Architetto

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