L’impegno di Jan Gehl per città più vivibili: il caso di Copenhagen

Dal il 26 ed il 29 agosto 2016, lo studio Gehl Architects ha organizzato, presso il proprio studio in Vesterbrogade a Copenaghen, la MasterclassTools for change”. L’occasione era quella di celebrare i 50 anni di attività professionale e ricerca del proprio fondatore, l’architetto Jan Gehl, nel campo degli spazi pubblici e della città a scala umana. Da anni sono appassionata di cultura nordica e  seguo realizzazioni di architetti e paesaggisti danesi e scandinavi. Tra essi un posto particolare lo occupano sicuramente il danese Jan Gehl ed i suoi Associati. Aver avuto la possibilità di partecipare alla Masterclass "Tools for change" insieme ad una cinquantina di altri architetti, urbanisti, pianificatori, architetti del paesaggio, è stata un’esperienza davvero ricchissima! 

Tre giorni intensi, dedicati ad ascoltare, sperimentare e vivere teorie e pratiche di questo abile "fare danese".  Ed anche tre giorni di scambio e confronto con professionisti danesi, olandesi, svizzeri, belgi, americani, australiani, cileni, sudcoreani, francesi, cinesi. Jing Feng, ad esempio, è una giovane urbanista e giornalista cinese che scrive per il giornale The Paper. Inviata a Copenaghen per conoscere Jan Gehl e le sue teorie, Jing ha realizzato un’intervista ed alcuni video circa la sua esperienza nella capitale danese. Il materiale raccolto è stato pubblicato, attraverso alcuni articoli, sui media cinesi con la finalità di diffondere, nell’ambito del "colosso asiatico" in rapidissimo sviluppo urbano, principi e strumenti della cultura urbanistica danese, per altro già presente attraverso la Gehl Architects, da anni consulente in moltissimi piani di sviluppo e riqualificazione. Jing Feng è una valida ed attenta professionista ed una persona aperta e disponibile. Ne è nata un’amicizia e la disponibilità a diffondere anche in altre lingue il materiale da lei realizzato, rendendolo ad esempio disponibile su siti di lingua italiana.

Di seguito un breve video dell’intervista da lei realizzata in inglese a Jan Gehl, durante la Masterclass, con sottotitoli in cinese ed inglese.

A seguire la traduzione italiana della medesima, da me realizzata.

Intervista a Jan Gehl di Jing Feng (per The Paper e World Resources Institute), Copenaghen, Agosto 2016.

Jing Feng: In che modo Copenaghen è diventata la città più vivibile nel mondo? 

Jan Gehl: C’è stato un tempo in cui anche noi, qui a Copenaghen, avevamo un incredibile numero di auto, ogni piazza aveva un parcheggio e le strade erano invase dalle auto, dagli autobus, dai camion e dal rumore. Il numero delle biciclette era molto ridotto, e per i ciclisti il transito era molto pericoloso.
Poi la Municipalità ha incominciato a creare strade vietate alle auto e a liberare le piazze dalle automobili; all’inizio la gente si lamentava dicendo che non c’era bisogno di questo a Copenaghen, che non faceva parte della cultura nordica. Poi però vedendo come si trasformavano questi luoghi e sperimentando le opportunità che si creavano per se stessi e per gli altri, hanno cambiato atteggiamento. Io a quell’epoca ero un giovane genitore, mi ricordo...portavamo i nostri bambini nelle aree pedonali, potevamo lasciarli liberi, potevano giocare e correre in autonomia; cosa che non potevano fare prima. Così è diventato sempre più facile convincere la gente, nel momento in cui vedevano e vivevano che cosa significava questa conversione delle aree pubbliche. Penso inoltre che sia molto importante utilizzare e condividere quelle che noi chiamiamo "esperienze di eccellenza"; a Mosca quando abbiamo mostrato all’Amministrazione che cosa era stato realizzato a New York, e che era un preconcetto quello di essere più indietro rispetto alla metropoli americana, hanno iniziato a pensare che forse si poteva cambiare e magari andare anche oltre l’esperienza di New York. Se ci si rende conto di come in altre città i cambiamenti hanno generato belle realtà, se si vede nella pratica come è diventata piacevole la vita pubblica a Copenaghen, ciò può essere di ispirazione per Pechino, Shangai e altre città nel mondo. Tra 20 anni, qualsiasi città potrà diventare come questa capitale danese, se oggi si decide che questo è qualcosa per cui vale la pena cambiare.

Jing Feng: Che cosa sono per Lei gli spazi e la vita pubblica?

 Jan Gehl: Nel mio libro "Life between buildings", ("Vita in città") io ho incominciato a definire e descrivere la vita tra le forme costruite, come tutto ciò che le persone fanno negli spazi pubblici. Ciò può significare camminare per andare a scuola, può essere il postino che consegna la posta, qualcuno che fa una passeggiata in un momento di relax o semplicemente una persona fuori casa per respirare un po’ di aria fresca; può trattarsi di bambini che giocano per strada o in una piazza, o di una persona che corre per tenersi in forma; possono essere persone anziane che portano a spasso i loro cani, o può essere un gruppo di ragazzi che si ritrovano tra amici sempre ad un determinato angolo di una strada o di una piazza. Per molti anni, le biciclette sono state considerate come parte del sistema di trasporto urbano, ma noi, come Gehl Architects, abbiamo ridefinito l’uso della bicicletta. Andare in bicicletta in realtà è qualcosa che sta a metà tra un sistema di trasporto e le forme della vita pubblica. Andando in bicicletta le persone si possono vedere a vicenda, possono osservare che cosa sta succedendo sul marciapiede, ed intorno a loro. Essere su una bicicletta, significa essere immersi in un ambiente urbano mentre essere su un’auto significa attraversare l’ambiente urbano. Ed è molto diverso se si è parte della vita della strada, o se si attraversa la vita della strada. Inoltre abbiamo scoperto che ci sono molti aspetti positivi legati all’andare in bicicletta: si può cambiare la propria velocità di spostamento molto facilmente, si può scendere in qualsiasi momento e fare qualcosa altro, così come si può rimontare in sella altrettanto facilmente. Ossia è molto facile passare dall’essere un ciclista ad essere un pedone e viceversa. Abbiamo scoperto che a Copenaghen il 56% delle persone lungo le corsie ciclabili sono donne e che tali percorsi sono intensamente usate da persone di tutte le età, dai 5 ai 90 anni. Se ci trasferiamo in alcune città americane o australiane, andare in bicicletta è concepito come uno sport estremo. I ciclisti circolano in abbigliamento da Tour de France, hanno biciclette super tecniche da Tour de France, pedalano a 40 Km/ora, e la cosa più impegnativa che devono fare è cercare di sopravvivere al traffico urbano...questo non succede, salvo eccezioni, a Copenaghen; ed è molto importante che lungo le corsie ciclabili ci siano donne, così come persone anziane, così come bambini.

A Copenaghen, andare in bicicletta, è uno stile di vita.

Jan Gehl: architetto visionario

Jan Gehl è un architetto danese esperto nel campo della pianificazione urbana ed architettonica. Il 17 settembre 2016, Jan Gehl ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno. A dispetto dell’età anagrafica, Jan, come semplicemente vuole essere chiamato, è un professionista in piena attività, un ricercatore che vanta decenni di studio, indagini, ricerca, un uomo dal fare semplice e un po’ paterno ma anche ironico ed animato da una passione e determinatezza contagiose.

Jan può essere definito un visionario: nel pieno degli anni ‘60, andando assolutamente controcorrente, intuì che fosse indispensabile ed auspicabile riportare, in maniera pragmatica ed efficace, la scala umana al centro delle problematiche urbane, del vivere sociale, dell’interagire umano con le forme costruite e con i propri simili.

gehl copenhagen b

Laureato presso la Royal Danish Academy of Architecture, Jan Gehl incominciò molto presto ad interrogarsi sul perché gli architetti non siano interessati alla vita reale delle persone, a rendere le città più vivibili (ricordiamo a tal proposito il film documentario "The Human Scale" sulle città più vivibili), ma piuttosto siano orientati a progettare città come composizioni stilistiche da osservare a volo d’uccello da un aeroplano o da un elicottero.

Così mentre il Modernismo faceva scuola ovunque con i suoi grattaceli, strade a sezione sempre più ampia, funzioni ed infrastrutture che la facevano da padroni, Jan divenne rapidamente un outsider. Nel 1965, beneficiando di una borsa di studio della School of Architecture, Royal Danish Academy of Fine Arts, insieme alla moglie, laureata in psicologia, andò in Italia per studiare, indagare, osservare il modo di interagire degli esseri umani all’interno dei borghi del Bel Paese, dove le forme architettoniche, sedimentate nei secoli, erano ancora meno "contagiate" dai fenomeni Modernisti e offrivano scenari di vita collettiva spontanea, semplice e a dimensione umana.

 Appunti e rilievi frutto di mesi di osservazione presso città e borghi italiani  (immagine da Archivio Gehl). Appunti e rilievi frutto di mesi di osservazione presso città e borghi italiani (immagine da Archivio Gehl).

Il primo libro di Jan Gehl, per buona parte frutto delle ricerche effettuate in Italia per circa sei mesi, Life between buildings, pubblicato in danese nel 1971, fu in realtà ignorato e ritenuto senza interesse da parte del mondo degli architetti ed urbanisti.

Nonostante ciò Jan, in qualità di Professore universitario e ricercatore presso la Royal Danish Academy of Fine Arts, School of Architecture, in collaborazione con i propri studenti ed altri colleghi, continuò ostinatamente per decenni a studiare e testare su Copenaghen, strumenti di analisi e metodi semplici e pratici per rendere la città più vivibile implementando e migliorando le aree pubbliche e pedonali, così come i percorsi ciclabili.

 Immagine Archivio Gehl. Immagine Archivio Gehl.

A partire dal 1971 Jan Gehl lavorò assiduamente come Docente e poi come Professore Universitario di Disegno Urbano. Nel 1998 Gehl divenne il Direttore del nuovo Centro di Ricerca sugli Spazi Pubblici istituito presso la Scuola di Architettura della Royal Danish Academy of Fine Arts. .

 1960. Cittadini di Copenaghen contro l'invasione delle auto. (immagine di Klaus Bondan) 1960. Cittadini di Copenaghen contro l'invasione delle auto. (immagine di Klaus Bondan)

Nel 1962, pur con difficoltà e pesanti critiche, la Municipalità di Copenaghen decise di pedonalizzare una delle sue vie principali, lo Strøget, per una lunghezza complessiva di 1,1 km.

 Uno dei primi Rilievi sistematici delle persone che sostano, si siedono, aspettano e chiacchierano lungo lo Støget in Copenaghen, inverno ed estate 1968. (immagine Archivio Gehl). Uno dei primi Rilievi sistematici delle persone che sostano, si siedono, aspettano e chiacchierano lungo lo Støget in Copenaghen, inverno ed estate 1968. (immagine Archivio Gehl).

Fu così che, progressivamente, le attività di ricerca e studio di Gehl cominciarono ad essere riconosciute utili dalla Municipalità di Copenaghen e fu a partire dal 1968 che furono sottoscritte le prime collaborazioni tra ricerca universitaria ed amministrazione urbana.

Il rapido successo in termini sociali ed anche commerciali dell’operazione di pedonalizzazione dello Støget, consentirono di continuare questo processo nel tempo, portando la capitale danese ad eliminare, anno dopo anno, i parcheggi da ben 18 piazze ed arrivare a vantare oggi nel suo centro, una rete di strade e piazze pedonali di oltre 100.000 metri quadrati.

 Sviluppo delle aree pedonali e dell'uso della bicicletta a Copenaghen (1962 - 2005). Immagini e dati di Gehl Sviluppo delle aree pedonali e dell'uso della bicicletta a Copenaghen (1962 - 2005). Immagini e dati di Gehl

I risultati dell’impegno di Jan Gehl per Copenhagen

Se il paradosso dei tempi moderni è stato quello di conoscere molte più cose degli habitat delle tigri siberiane o dei gorilla di montagna, rispetto a quanto poco si conosceva di ciò che rende un habitat adeguato e confortevole per gli esseri umani, Jan Gehl, ed oggi tutto la squadra Gehl Architects, ha fortemente contribuito a ridurre questa mancanza conoscitiva, avendo lavorato per circa 50 anni ad osservare ed indagare i comportamenti e le interrelazioni degli esseri umani con il costruito e tra loro. E così facendo ha riconvertito insediamenti umani, grandi e piccoli, in luoghi vivibili, sicuri, sostenibili e salubri, ridando all’homo sapiens il suo habitat ottimale.

E si può dire che Copenaghen, vero e proprio laboratorio del gruppo Gehl, sia oggi un esempio reale di cosa questi concetti e strumenti pratici, possano generare.

Nel 2009 la Municipalità ha pubblicato il documento "A Metropolis for People" (Una Metropoli per le Persone), un programma di lavoro condiviso per diventare la città più vivibile al mondo.

Dopo 50 anni di ricerca e più di 15 di attività professionale, le idee di Jan Gehl ed i suoi concetti cardine, "Prima le Persone" e "Vita, Spazi, Elementi costruiti… in questa sequenza", sono penetrati profondamente, come dichiara l’Architetto Capo della Municipalità di Copenaghen, Tina Saaby, nel modo di pensare e fare di Politici, Capi Dipartimento, Responsabili di Progetto e Cittadini.

 First Life, then Space, then Buildings. Immagine di Gehl. First Life, then Space, then Buildings. Immagine di Gehl.

Nel Luglio 2016 Copenaghen ha ricevuto l’European Price for Urban Spaces (Premio Europeo per gli Spazi Pubblici), conferito dal Centre de Cultura Contemporània de Barcelona.

Nel Novembre 2016 Tina Saaby ritira il premio Copenaghen, Città Europea 2017, conferito dall’Academy of Urbanism, organizzazione politicamente indipendente e non profit, alla affascinante capitale danese.

 Tina Saaby, City Architect della Municipalità di Copenaghen, riceve dalla Academy of Urbanism, il premio European City of the Year 2017. Immagine di Academy of Urbanism. Tina Saaby, City Architect della Municipalità di Copenaghen, riceve dalla Academy of Urbanism, il premio European City of the Year 2017. Immagine di Academy of Urbanism.

Il premio é uno dei cinque conferiti ogni anno dalla Academy come riconoscimento per i migliori e più duraturi interventi in città, periferie, strade e piazze. Votato da accademici, tra i quali architetti, progettisti e urbanisti, ogni premio fa riferimento ad una serie di fattori sociali, economici e ambientali, ma anche a modalità di gestione e sostenibilità commerciale. I membri della Commissione hanno voluto premiare Copenhagen per l’approccio partecipativo del suo sviluppo urbano, aspetto che ha portato nel corso degli ultimi 20 anni a mettere i cittadini al centro del processo decisionale. Questa apertura e questa sorta di "pianificazione non-pianificata" ha generato una serie di spazi d’eccellenza in cui si dissolve il confine tra proprietà pubblica e proprietà privata.

Steven Bee, presidente dell’Academy, ha dichiarato: "Copenaghen è una capitale che ha messo a punto negli ultimi 40 anni strumenti e standard per una gestione urbana intelligente, inclusiva, sostenibile. Continua a crescere all'interno dei confini che si è data, nonostante la creazione di nuovi quartieri ad alta densità ed alti livelli di servizi, facilmente connessi con un centro dalla forte identità di porto e città sull’acqua. Un degno vincitore del premio".

Una città bella e piacevole è come una bella festa: hai voglia di restarci più a lungo di quanto avevi immaginato” Jan Gehl 

Il lavoro di Jan Gehl nel mondo

Il lavoro dell’architetto danese e dei suoi tre studi (uno a Copenaghen, due negli Stati Uniti) ha indotto il miglioramento della vivibilità di più di 50 città nel mondo, tra cui oltre a Copenaghen (European Green Capital 2014), New York, Londra, Mosca, Melbourne, Sidney, Perth.

Pubblicazioni e congressi di Jan Gehl

  • Le pubblicazioni

A distanza di circa mezzo secolo da quel lontano viaggio in Italia del 1965, Jan Gehl ha pubblicato sei libri: Life between buildings  (1989, prima versione in inglese; unico testo tradotto in italiano nel 1991 con il titolo Vita in città), Pubblic space – pubblic life (1996), New cities spaces (2001), New City Life (2006), Cities for people  (bestseller del 2010, tradotto oggi in 24 lingue) e How to study pubblic life (2013), oltre al recentissimo People Cities (2016), redatto dagli autori australiani Anne Matan e Peter Newman sulla vita e l’eredità di Jan Gehl.

  • Lezioni universitarie e congressi

Gehl ha tenuto lezioni e corsi presso Università e Congressi in Europa, America del Nord, Centrale e del Sud, in Asia ed in Australia. Ha ricevuto riconoscimenti e premi: premio Nykredit Architecture del Ministero Danese della Cultura, premio EDRA/Places Research dell’ Environmental Design Research Association, Stati Uniti; premio Sir Patrick Abercrombie dell’International Union of Architects, per contributi esemplari alla Pianificazione Urbana e Sviluppo Territoriale; ha ricevuto ad honorem il titolo di Dottore in Lettere dalla Heriot-Watt University di Edimburgo; é membro onorario del RIBA (Royal Institute of British Architects), dell’ AIA (American Institute of Architects), del RAIC (Royal Architectural Institute of Canada) e del PIA (Planning Institute of Australia); è parte del Comitato di Redazione del Journal of Architectural and Planning Research, dello Urban Design International, e del Town Planning & Architecture.

Luisa Arrò

Luisa Arrò Architetto Paesaggista