Casa passiva in Repubblica Ceca. La sfida in un clima molto rigido

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La sfida avviene proprio in Repubblica Ceca, a Hradec Krŕlovč, capoluogo del distretto e della regione omonimi, dove è stata realizzata una residenza unifamiliare a impatto zero. La casa passiva progettata dallo studio Echorost Architekti, è stata concepita per una coppia non più giovane che ha fatto richiesta di un intervento economico e che necessitasse di poca manutenzione, oltre alla possibilità di collocare gli ambienti principali della casa al piano terra, lasciando la possibilità di sfruttare il primo piano come un secondo appartamento.

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Avendo ben chiari i costi di realizzazione proposti dalla committenza, le dimensioni dei vani, e il rigido clima invernale della Repubblica Ceca, gli architetti di questa casa passiva, Jiří Pavlíček e Jaroslav Hulín, hanno pensato di utilizzare un sistema costruttivo a pareti portanti costituito da casseforme isolanti a perdere.

In alto: immagini dell’arch. Jiří Pavlíček

Si tratta di pannelli isolanti prefabbricatiche, al momento del getto del calcestruzzo, contrastano la spinta verso l’esterno e permettono la posa e il fissaggio dei ferri d’armatura, grazie alle apposite scanalature presenti sulla loro superficie.
I pannelli prefabbricati in polistirene espanso arricchito di particelle di grafite, aumentano notevolmente la capacità termo isolante delle pareti perimetrali. Tali particelle permettono di assorbire e riflettere gli infrarossi, neutralizzando l’effetto dovuto all’irraggiamento del calore, ottimizzando così la conducibilità termica.

Con questo sistema costruttivo la casa sopporta bene le basse temperature, non presentando nessun problema di condensa superficiale e/o interstiziale e nessun ponte termico.
Inoltre gli ambienti interni risultano essere isolati anche acusticamente e, non di meno, la struttura è assolutamente sicura anche dal punto di vista antisismico, poiché si configura come una struttura scatolare che resiste ottimamente alle azioni sismiche, così come prescritto dalla normativa.

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La forma della casa passiva è stata studiata con l’ausilio di un modello parametrico tridimensionale che reagiva in tempo reale ai cambiamenti dei parametri inseriti, come lo spessore delle pareti, l’altezza del pavimento, il confine della casa, etc.
Si è studiato anche il comportamento della struttura al variare delle stagioni, per assicurare il miglior livello di insolazione e di luce durante il giorno.

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Questa metodologia progettuale può apparire complessa e lunga, ma ha certamente ripagato progettisti e committenti nelle fasi successive del progetto. Gli ambienti principali presentano tutti delle grandi aperture verso sud, schermati da un sistema di tende che, all’occorrenza, contribuiscono ad eliminare l’eccessivo soleggiamento estivo.

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Per quanto riguarda i parametri europei che determinano se una casa è passiva o meno, si considera un consumo totale di energia (compreso il riscaldamento, acqua calda ed energia elettrica) di meno di 40 kWh per metro quadro annuo. Tale fabbisogno energetico, pari a meno di un quarto rispetto al fabbisogno di una abitazione costruita secondo le tecnologie tradizionali, è facilmente raggiungibile coi sistemi di energia rinnovabile.

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Per questo motivo, i progettisti hanno previsto un impianto solare termico associato a quello per il recupero delle acque meteoriche, in modo da garantire acqua calda per tutto l’anno senza dispendio energetico e senza alcun tipo di spreco.

Marta Puleo

Marta Puleo Architetto

Rotella metrica come portachiavi, matita sempre in borsa, gira per la città sempre pronta ad appuntare qualcosa sul suo taccuino. Internet è la sua finestra sul mondo delle novità architettoniche. Ama sperimentare nuove tecniche costruttive, progetta case green e nel tempo libero si rigenera con Mojito:.il suo micione.