La cappella danneggiata dall’incendio diventa rifugio nel bosco

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Nel cuore del Parco Naturale della Lorena, attraversando i sentieri lungo il fiume Mosa, si incontra la cappella di Sainte–Genevieve, magistralmente recuperata dallo studio OBIKA dopo l’incendio che l’aveva parzialmente danneggiata. La cappella è stata tramutata in riparo per gli escursionisti diventando luogo di tendenza per gli eventi estivi organizzati dal comune di Saint–Maurice in Côtes.

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Lo scopo del progetto è stato quello di modificare leggermente, piuttosto che drasticamente trasformare la cappella nel suo ambiente naturale; l’intervento si è concentrato sulla ricerca della vera anima dell’edificio, tramite un recupero attento e rispettoso della foresta circostante. L’altro indirizzo intrapreso nell’accostarsi al manufatto, è stato quello di fornire locali in cui svolgere diverse attività all’interno degli spazi chiusi e protetti. Mostre, letture, performance, o semplicemente, un rifugio temporaneo per gli escursionisti, erano funzioni che la cappella era adatta ad ospitare.

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Il progetto del rifugio nel bosco ha mantenuto il profilo della cappella ed ha esteso la propria forma attraverso moltiplicazione del semplice telaio di legno e inserti vetrati trasparenti tra le campate non murate. Il rifugio si compone di cornici di legno sottili e prefabbricate, costituite da materiali locali a basso impatto ambientale.

Scevra di elementi aggiuntivi non necessari, la cappella conserva il suo aspetto originario e la forma riconoscibile. Questa identità è rafforzata dalla la struttura in legno che incornicia lo spazio sacro originario, interconnessione con l’ambiente circostante.

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L’idea è stata quella di sostituire la struttura esistente (danneggiata dal fuoco) con un nuovo telaio di legno denso e ripetitivo. Il ritmo dei telaio in legno per interni crea una piacevole sequenza scandita da grandi listelli che coprono il tetto.

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I materiali scelti, la loro dimensione e densità, si integrano e si mimetizzano facilmente nel bosco. Le grandi travi imitano i rami degli alberi, anche se si discostano per la loro regolarità con i fitti intrecci creati dalla foresta. La membrana di rame di cui è fatta la copertura cambia cromatismo con il tempo e lentamente si mimetizzerà con la parte smaltata e colorata dell’altare, che diventa il punto focale del telaio.

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Cresciuta quasi come parte della foresta, la cappella è un bozzolo in cui si può ristorarsi lungo il sentiero. Luogo tranquillo di osservazione e di meditazione, la cappella offre un riparo per godere del paesaggio naturale che la circonda.

Lucia Terenziani

Lucia Terenziani Architetto

Si perde passeggiando nei borghi storici e nelle città, le piace cogliere istantanee e scorci dimenticati. Vive e lavora a Parma, dove progetta e ri-progetta spazi. Ama leggere, scrivere, visitare musei, immergersi nei boschi e interrogarsi sulle possibilità dell’abitare in armonia con se stessi e la natura che ci circonda.