Cucinella ad Algeri. Architettura bioclimatica per il palazzo delle Poste

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Il concorso internazionale indetto quest’anno per la nuova sede dell’ARPT (Autorité de Régulation de la Poste et des Télécommunications) ad Algeri ha premiato l’impegno e le competenze dello studio di architettura Mario Cucinella Architects per un progetto del palazzo delle Poste che si è distinto per l’approccio progettuale orientato alla massimizzazione del comfort interno –specialmente termo igrometrico– attraverso gli stratagemmi tipici della bioarchitettura.

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CONCETTO DI ARCHITETTURA BIOCLIMATICA

L’architettura bioclimatica –per definizione– non usa risorse energetiche fossili, o comunque non rinnovabili, anzi minimizza l’uso di impianti di climatizzazione (sistema attivo). In linea generale, diremo che un edificio è bioclimatico, dunque ben progettato, quando adempie ai criteri dell’architettura passiva, cioè sfrutta sistemi non attivi. Il progetto di Cucinella per il palazzo delle Poste di Algeri ne è una validissima dimostrazione.

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Per fare un esempio nelle regioni a clima temperato gli edifici devono essere progettati in modo da garantire il comfort indoor nelle seguenti tre fasi termiche:

  • Invernale: occorre favorire l’irraggiamento solare (apporto gratuito); sulle pareti e le finestre per scaldare gli ambienti interni occorre inoltre un elevato isolamento termico dell’involucro edilizio per conservare il calore accumulato (effetto derivato dallo sfasamento dell’onda termica di almeno 10 ore).
  • Estivo: occorre proteggere l’edificio dall’irraggiamento solare con dei sistemi di ombreggiamento intelligenti (schermature solari orientabili), avere involucri di massa elevata e quindi ad alta inerzia termica (ovvero capaci di ritardare il passaggio del calore dall’esterno all’interno), nonché favorire la ventilazione naturale dell’edificio per far disperdere il calore derivato dagli apporti gratuiti, interni ed esterni.
  • Mezza stagione: richiede la combinazione di soluzioni in grado sia di raffrescare che di riscaldare l’aria.

Abbiamo visto dunque che il prefisso “bio”, spesso considerato in modo riduttivo, non è solo legato alla presenza di materiali naturali ma anche al comportamento dell’involucro edilizio inteso come una pelle intelligente, ovvero in grado di garantire adeguati livelli di comfort in ogni stagione.

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IL PALAZZO DELLE POSTE DI ALGERI

Secondo Cucinella: “Il progetto trae ispirazione dal paesaggio desertico algerino –dove le dune sembrano degli edifici naturali, costruiti dal vento e dalla sabbia”. Il lotto dove sorgerà l’edificio si attesta lungo un’importante arteria stradale del quartiere Bab Ezzouar attualmente caratterizzata da un nuovo parco urbano.

L’architetto bolognese, come egli stesso spiega, ha ideato un edificio secondo i principi della bioclimatica e in particolare secondo le tecniche di raffrescamento naturale messe a punto nel passato. La tu’rat pare essere l’ispirazione principale dellaforma aerodinamica del progetto, convessa sul fronte nord –per deviare i venti caldi– e concava a mezzogiorno per captare le brezze fresche notturne e favorire così la ventilazione naturale dell’edificio. 

Ma che cos’è la tu’rat?

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E’ una costruzione apparentemente banale: è modellata con pietra a secco a forma di mezzaluna e disposta in modo da captare –nella sua parte concava– i venti umidi con lo scopo di far condensare sulla sua superficie spiovente l’acqua in essi contenuta. Per le popolazioni agricole delle aree mediterranee caratterizzate da climi desertici, con notevoli sbalzi termici dal giorno alla notte, era un sistema efficace di irrigazione della vegetazione coltivata immediatamente ai suoi piedi.

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L’EMPATIA CREATIVA DI MARIO CUCINELLA

L’architetto Cucinella è uno dei pochi professionisti italiani che recentemente ha preso una posizione chiara a favore dell’architettura sostenibile. Segnaliamo infatti che l’orientamento a questo tipo di specializzazione purtroppo non solo è rara nei progettisti in generale ma è anche carente nella maggior parte di facoltà italiane dove s’insegna a progettare edifici. La progettazione bioclimatica è piuttosto il frutto di una continua ricerca e sviluppo delle tecnologie e dei materiali più idonei per risolvere problematiche locali portata avanti a livello individuale dal singolo progettista.

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In un’apposita sezione dedicata alla sostenibilità,nel sito dell’architetto bolognese, troviamo il concetto da lui coniato di “empatia creativa” per una nuova cultura della sostenibilità.
Ve lo riportiamo integralmente: L’internazionalizzazione dei processi del costruire indifferente ai luoghi, alle culture, alle condizioni paesaggistiche ed energetiche, ha creato una diffusione di modelli non adeguati al clima ed alle condizioni locali, tanto da trasformare il costruito non in opportunità, ma in problema energetico planetario.

Se da una parte la crescita della città è stata, di fatto, una grande opportunità di questo secolo (passato, n.d.r.), dall’altra lo sviluppo di un’economia orientata esclusivamente al profitto ha generato una profonda disattenzione alle persone e generato, nelle città, luoghi di estraneità. La conseguenza è stata una volgarizzazione dei modelli edilizi che ha portato non solo ad un appiattimento del paesaggio urbano e ad una indifferenza ai diversi bisogni, ma ha creato un problema di consumi spesso inconciliabili con le microeconomie provocando inoltre livelli d’inquinamento incompatibili con la vita delle persone (ma di un intero ecosistema, n.d.r.).

La definizione di sostenibilità deve quindi tener conto di due punti di vista, il primo di carattere tecnico e prestazionale, l’altro relativo ad un nuovo rapporto tra architettura e paesaggio che generi identità con una maggiore empatia creativa. Contro un modello che è indifferente ai luoghi e alle persone, la sostenibilità è per definizione non globale, è contro il principio di appiattimento e semplificazione dei linguaggi.

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L’architetto integra il suo concetto di sostenibilità con un grafico che esprime la necessità di disporre di un Pianeta e mezzo pro capite per soddisfare la richiesta di risorse da parte dei Paesi “civilizzati” secondo gli standard odierni e delinea due scenari possibili con orizzonte 2050: il primo sarebbe segnato dalla necessità di disporre di due Pianeti pro capitese non si attuassero opportuni cambiamenti nei tempi utili indicati dagli scienziati, mentre il secondo sarebbe segnato dal riuscire a mantenere gli standard di benessere riducendo i consumi di risorse (un Pianeta).

Per raggiungere tale obiettivo sarebbe necessario passare da un’economia basata sullo spreco di combustibili fossili (non rinnovabili) a una basata su fonti di energia pulita. Quest’ultimo scenario sarebbe dunque il grande cambiamento, nella civiltà dei consumi, auspicato da Cucinella e a cui intende contribuire con il suo approccio progettuale.

Giovanna Barbaro

Giovanna Barbaro Architetto e Tecnologo

Deve il suo carattere cosmopolita a Venezia, dove si laureò in architettura (IUAV). Dal 2008 europrogettista nei settori green economy e clean tech. Nel 2017 ha realizzato uno dei suoi più importanti sogni: fondare Mobility-acess-pass (MAP), un'associazione no profit per la certificazione dei luoghi pubblici per le persone con disabilità motorie. Tra i suoi hobby preferiti: la fotografia e la scrittura