Landart per la macchia mediterranea. Il progetto salentino dei Tu’rat

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Per limitare la progressiva desertificazione delle terre salentine, nel 2008 a Ugento (Lecce) nasce il progetto denominato “L’Orto dei Tu’rat”che prevede la realizzazione di un sistema arboreo eterogeo dove far crescere la macchia mediterranea senza apporto di acqua. L’intervento di landart è sostenibile non solo dal punto di vista naturale ma anche culturale e sociale e si sviluppa su circa 17.000 mq di terreni. Ideatore del progetto e proprietario dei terreni è Cosimo Specolizzi. Tecniche di intervento tradizionali hanno dato vita ad un progetto innovativo e originale.

Le Tu’rat ispirano il progetto di Cucinella per le poste di Algeri

IL PROGETTO DEL PARCO
Le mezzelune fertili
L’intervento de “L’Orto dei Turat” prende il nome da strutture in pietra a forma di mezzaluna presenti sul territorio, i “Tu’rat”. Si tratta di un tipo di sbarramento/drenaggio di origini antichissime,addirittura risalente a circa 9000 anni fa adottato in Medio Oriente nel Negev, una delle prime regioni della storia ad aver subito un processo di desertificazione.

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Le pietre usate in questo progetto di landart per la realizzazione delle mezzelune provengono dagli sbancamenti messi in atto all’epoca della costruzione dell’acquedotto pugliese, realizzato durante il ventennio fascista.

I tu’rat sono posizionati a 230° a sud–ovest in direzione del Libeccio, un vento caldo e umido che durante il suo percorso si carica di acqua. Gli interstizi tra le pietre vengono attraversati dal vento e, mediante un processo di condensazione, si riempiono di un sottile strato di acqua che percola nel terreno mantenendolo costantemente umido.

Le mezzelune disposte sul terreno formano delle unità parzialmente chiuse, vere e proprie corti, all’interno delle quali vengono impiantati arbusti e alberi autoctoni al fine di garantire un ripristino della macchia mediterranea. Si possono distinguere la corte dei melograni, degli ulivi, degli agrumi, dei carrubi e tante altre.
Intorno ad ogni pianta messa a dimora si interviene con la disposizione a raggiera di un cumulo di pietre che assicurano la condensazione riducendo l’evaporazione.

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In definitiva queste strutture a basso impatto ambientale e a km 0 producono acqua dai venti mirando a una riqualificazione territoriale e paesaggistica.

Cultura e arte
“L’Orto dei Tu’rat” si fonda su un obiettivo di sostenibilità molto ampio. La sostenibilità di cui si parla è ambientale, ma anche e soprattutto sociale e culturale. L’obiettivo, infatti, è promuovere un percorso di sensibilizzazione alla partecipazione e all’osservazione per un rilancio del territorio nella legalità e nel rispetto. Attraverso l’organizzazione di una serie di eventi, soprattutto durante il periodo estivo si vuole incentivare una fruizione naturalistica e ambientale dei luoghi che diventano un parco di sculture con installazioni temporanee e performance di artisti strettamente legate al concetto della landart. I “tu’rat” stessi diventano forme di landart.

Tutto il parco punta a creare un legame con la tradizione salentina, l’alternarsi delle stagioni, gli antichi cicli dell’agricoltura e il lavoro nei campi. Il risultato è un luogo dove rallentare e fermarsi a osservare.

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RICONOSCIMENTI E RECENTI SVILUPPI
Il progetto “L’Orto dei Tu’rat” ha dato vita ad un’omonima associazione ed è riuscita a farsi ascoltare da cittadini e istituzioni che si sono dimostrati molto interessati all’iniziativa. Nel 2012 ha ottenuto il “Premio all’innovazione amica dell’ambiente” assegnato da Legambiente.Nonostante ciò il 16 giugno 2013 “L’Orto dei Tu’rat” è stato colpito da un incendio di natura dolosa che ha arrecato gravi danni alle piantumazioni e alle strutture per le attività didattiche e il ristoro. In passato il parco era stato colpito da altri due incendi.
I volontari si sono impegnati per rimettere in piedi l’intero progetto e impedire a questa realtà tanto rara di morire sopraffatta da atteggiamenti ignoranti e irrispettosi.



Alessandra Uricchio

Alessandra Uricchio Architetto

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