Rinverdire gli edifici per riqualificare interi quartieri: tecniche per il verde verticale

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“Al verde”: questa volta non si parla di crisi economica ma di tecniche per riqualificare e rinverdire gli involucri verticali e gli edifici dismessi, che fungono talvolta da occasione per la riqualificazione di interi quartieri. Diverse sono le tecniche di “verde verticale”. Si può intervenire su edifici medio–grandi oppure solo piccole porzioni di parete. In entrambi i casi la vegetazione verticale è un ottimo modo per fare unire riqualificazione edilizia e rigenerazione urbana.

Il progetto: L’involucro vegetale della Camera di Commercio di Amiens

UNA PANORAMICA DELLE TECNICHE

Molte sono le tecniche per la realizzazione del verde verticale, e ciascuna presenta caratteristiche tipologiche differenti che aiutano a riqualificare edifici edifici dismessi e interi quartieri.

Green facade

Una prima tecnica per rinverdire gli edifici con una parete verdeè quella della “green facade”, in genere caratterizzata dall’impiego di limitate tipologie arboree, necessariamente rampicanti e da un estrema facilità di realizzazione.
La “green facade” è infatti costituita da un semplice graticcio anteposto alla facciata, che funge da sostegno per la pianta. In questa tecnica, talvolta, può risultare problematica l’interazione della vegetazione con il rivestimento di facciata.

Living walls

Un’altra tecnica possibile per realizzare del verde verticale è la cosiddetta “living walls”.
La tecnica prevede la realizzazione di moduli prevegetati in materiale inorganico, che vengono montati in facciata e alimentati mediante processi di fertirrigazione.
La “prevegetatura” dei moduli conferisce alla facciata un aspetto molto regolare, se vogliamo poco naturale.

esempio di “living wall”, Tschumi Architects con M+V, Losanna, 2008esempio di “living wall”, Tschumi Architects con M+V, Losanna, 2008

Muro vegetale

La tecnica invece del “muro vegetale”vede il posizionamento di piccoli vasi sul graticcio di facciata, o la predisposizione di tasche tra due strati di feltro, e la piantumazione manuale delle piante, per conferire alla vegetazione un aspetto meno artificioso.
Nella parete possono essere inoltre inserite quasi tutti i tipi di specie vegetali, con l’unica accortezza di rispettarne le intrinseche caratteristiche climatiche, di esposizione o soleggiamento.

esempio di “muro vegetale”,  Westfield Shopping Centre, ELT Easy Green con AECOM Design & Planning, Londra, 2009esempio di “muro vegetale”, Westfield Shopping Centre, ELT Easy Green con AECOM Design & Planning, Londra, 2009

IL BIOPARK DI PARIGI

L’opera è un centro di ricerca biotecnologica, progettato da Valode & Pistre e concluso nel 2006, e si trova nel XIII arrondissement di Parigi.

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Si affaccia sulla Senna e nasce come adeguamento tecnologico–funzionale di un edificio a destinazione d’uso alberghiera.
Oggetto di progettazione e di esecuzione è stata quindi la ridefinizione delle facciate e di alcuni spazi interni, ma soprattutto il rivestimento dell’edificio con un struttura metallica che dal tetto giunge fino a terra.

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Tale struttura è stata nel tempo completamente ricoperta da una “cascata verde” di vegetazione di varie specie, in accordo con la tecnica della “green facade”.
Il duplice scopo di riqualificare l’edificio esistente e il quartiere per rinverdire un tessuto ormai densamente urbanizzato è stato raggiunto.

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RISTRUTTURAZIONE DI UN EDIFICIO A MURCIA

L’opera risale al 2011 e consiste nella ristrutturazione di un edificio collocato nel centro della città di Murcia, in Spagna.
La richiesta che venne fatta agli architetti progettisti, Clavel Arquitectos, è stata quella di poter utilizzare l’abitazione anche come spazio espositivo per la collezione d’arte del committente.

Nel progetto gli architetti hanno seguito quindi due filoni tematici fondamentali: la creazione di spazi espositivi per il committente, ma anche la riproduzione di una tipica casetta di periferia nel centro di Murcia.
Per le normative esistenti era impossibile modificare le volumetrie e il perimetro delle strutture esistenti quindi si è provveduto ad operare solo sugli spazi interni e sui rivestimenti di facciata.

L’edificio prima dell’intervento.L’edificio prima dell’intervento.

La scarsità di spazio orizzontale da adibire a verde è stata compensata attraverso la creazione di due pareti verdi esterne, una al piano terra ed una al piano superiore. La tecnologia che è stata utilizzata è quella del muro vegetale su substrato in feltro. L’aspetto finale della parete risulta estremamente vario e naturale. Le essenze arboree vengono irrigate a goccia mediante un circuito chiuso, mentre alla base della parete è posto uno strato di ghiaia, pronto a drenare l’acqua eventualmente in eccesso.

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Piantumare per riqualificare quindi, e allo stesso tempo consentire alle città in cui si opera di riacquistare i “polmoni verdi”, di cui i processi di spinta urbanizzazione le hanno talvolta private.

Giulia Azzini

Giulia Azzini Ingegnere

Appassionata di architettura sostenibile, le piace scrivere e coniuga qui le due cose. Tra un buon libro e un’escursione in montagna si tiene sempre aggiornata. Ama reinventare la propria casa e quella di familiari o amici.