Korambo: abitazioni tradizionali della Papua Nuova Guinea

Dimore degli antenati e degli dei, i Korambo della Papua Nuova Guinea sono architetture a forma di A dalle dimensioni spesso ragguardevoli, possono raggiungere infatti altezze di 18 metri e lunghezze anche superiori ai 30 metri. I materiali del korambo sono rigorosamente naturali: si tratta di una struttura portante di travi e travicelli in bambù, dal tetto a punta e dai prospetti vivacemente colorati.

Le case sorgono nel bacino del fiume Sepik, che scorre nella costa nord-orientale della Papua Nuova Guinea. Gli indigeni di etnia Abelam sono gli autori dei numerosissimi esemplari korambo disseminati su questo territorio montuoso ricco di foreste tropicali.

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LA CARICA SIMBOLICA DEI KORAMBO

Tali dimore hanno una forte carica simbolica in quanto la loro costruzione è legata alle cerimonie di iniziazione dei giovani maschi dei villaggi: per propiziare la coltivazione dello yam, il tubero che costituisce la principale fonte di sostentamento di queste popolazioni, simbolo quindi di fertilità e prosperità, i giovani maschi si sottopongono ad un viaggio iniziatico in questa “casa degli spiriti”: si accovacciano per entrare da una stretta apertura nella prima camera, da qui giungono nella seconda stanza popolata dagli oggetti sacri della casa cerimoniale. La terza camera, più grande, contiene una grande scultura lignea alta due metri che si staglia al centro di uno spazio ampio e buio. Nella quarta e ultima stanza si intonano le melodie degli spiriti degli antenati con gli strumenti musicali che l’adepto deve suonare prima di terminare il suo “viaggio”. Gli iniziati sono i soli a poter guardare gli oggetti sacri contenuti nella dimora, assicurando in tal modo il più stretto contatto tra uomini e spiriti.  

LA STRUTTURA DEI KORAMBO

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La grande struttura del korambo è formata da un colmo fortemente inclinato verso terra consistente in un palo di bambù, a cui è assicurata una doppia orditura di travicelli a costituire lo scheletro portante, che sarà infine rivestito con legamenti in rattan. Stecche e foglie di palma da sago sono i materiali della copertura e dell’ingresso. Ciò che caratterizza queste case è la variopinta facciata decorata da maestri pittori locali con sculture e fregi. Sul maestoso timpano ricoperto di spate di palma di sagù dipinte, i volti degli antenati raffigurati sono normalmente in numero di cinque o sette e si trovano nella parte inferiore del dipinto che orna la facciata, proprio al di sopra della stuoia decorata in cui è ricavata l’entrata della dimora.

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Così apprendiamo che per gli Abelam l’arte in generale, e la pittura in particolare, è sacra: i colori tradizionalmente utilizzati per la realizzazione dei dipinti - bianco, nero, rosso e giallo - rivestono per gli Abelam un ruolo essenziale, in quanto le sostanze coloranti sono considerate materiali che posseggono poteri magici e soprannaturali e il cui impiego per la realizzazione delle colorate decorazioni è parte essenziale del rituale. Gli artisti, dato il loro ruolo sociale fondamentale per tradurre visivamente l’elemento sovrannaturale ad uso della società, sono considerati come i preziosi mediatori tra il mondo degli spiriti e il mondo degli uomini.

Fonte | J. May, Architettura senza architetti, guida alle costruzioni spontanee di tutto il mondo, Rizzoli, 2010. 

Barbara Brunetti

Barbara Brunetti Architetto

Architetto e dottoranda in Restauro, viaggia tra la Puglia e la Romagna in bilico tra due passioni: la ricerca accademica e la libera professione. Nel tempo libero si dedica alla lettura, alla grafica 3d, e agli affetti più cari. Il suo sogno nel cassetto è costruire per sé una piccola casa green in cui vivere circondata dalla natura.