Inquinamento elettromagnetico: come ridurre l’esposizione all’elettrosmog in casa

Come ridurre l'esposizione all'elettrosmog combattento l'inquinamento elettromagnetico in casa

L’inquinamento elettromagnetico, anche detto elettrosmog, è una forma di inquinamento ambientale dovuto alle radiazioni elettromagnetiche.

La radiazione elettromagnetica è la radiazione dell’energia nel campo elettromagnetico. Viene utilizzata per trasportare informazioni ed energia. Per esempio, sono radiazioni elettromagnetiche quelle emesse dagli apparecchi per fare le radiografie, dai satelliti artificiali, dai cellulari e dagli apparecchi wireless per trasportare informazioni, ma anche quelle utilizzate dai forni a microonde per trasportare energia.

Gli effetti dell’inquinamento elettromagnetico sulla salute

La IARC (International Agency for Research on Cancer, ovvero l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha classificato i campi elettromagnetici come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come “sospetti agenti cancerogeni”. L’organizzazione infatti, non ha dimostrato scientificamente che l’esposizione ai campi elettromagnetici sia collegata all’insorgenza di alcuni tipi di tumori. Nonostante le radiazioni a cui siamo costantemente esposti penetrino nel corpo umano e possano causare un riscaldamento dei tessuti, i livelli di radiazioni a cui ci esponiamo abitualmente sono così bassi che il fenomeno di riscaldamento è irrilevante.

Tuttavia c’è il sospetto che esista un legame tra l’inquinamento elettromagnetico e la diffusione di alcuni tipi di tumori, soprattutto per quanto riguarda gli effetti a lungo termine dell’elettrosmog. Esporsi, per esempio con delle radiografie, a raggi intensi di breve durata è notoriamente dannoso, ma l’eventuale danno che l’esposizione prolungata alle onde a bassa frequenza proveniente da apparecchi wireless e telefoni cellulari, va ancora dimostrato in maniera scientifica. La stessa IARC ed altre organizzazioni scientifiche, stanno continuando i loro studi in tal proposito.

Nell’attesa di risultati confortanti su come proteggerci dall’inquinamento elettromagnetico, può essere una buona idea seguire alcuni consigli, che non derivano da analisi scientifiche ma solo dal buon senso, su come difendersi dall’inquinamento elettromagnetico in casa.

Come difendersi dall’inquinamento elettromagnetico in casa

L’esposizione alle onde elettromagnetiche può avvenire all’aperto tanto quanto all’interno delle mura domestiche. Ma se all’aperto è davvero poco quello che possiamo fare per ridurre la nostra esposizione all’elettrosmog (si pensi per esempio alla presenza di telefoni cellulari altrui e alla diffusione di apparecchiature wireless), ci sono dei modi per difendersi da una eccessiva esposizione ai campi elettromagnetici in casa.

Le radiazioni elettromagnetiche in casa vengono emesse da apparecchi elettrici ed elettronici quali elettrodomestici (forno, frigorifero, lavatrice, lampade, asciugacapelli etc) e dispositivi cellulari e wireless (smartphones, telefoni, modem..).

La regola principale per ridurre l’esposizione alle onde elettromagnetiche è quella di spegnere e scollegare sempre dalla rete elettrica gli apparecchi elettrici quando non sono in uso.

Altre buone pratiche sono relative al ridurre il contatto con gli elettrodomestici quando sono in funzione, tenerli quanto più possibile a distanza dalle zone in cui si passa più tempo, come il soggiorno e la stanza da letto. Questo consiglio è valido per grandi elettrodomestici come il frigorifero e la lavastoviglie, quanto per i piccoli apparecchi elettronici come le sveglie, che è bene tenere a distanza dal cuscino se possibile. Evitare anche che vi siano elettrodomestici dall’altro lato della parete rispetto alla testiera del letto.

Altre fonti di inquinamento elettromagnetico sono le lampade, in particolare i trasformatori delle lampade alogene, mentre le lampade fluorescenti emettono campi elettromagnetici minori, ed il riscaldamento a pavimento.

Le reti Wi-Fi sono una fonte di inquinamento elettromagnetico. Spegnendo il modem quando non è in uso, e sempre durante la notte, riduce l’esposizione alle radiazioni che emette.

Installare un impianto domotico può aiutarci a ridurre l’esposizione all’elettrosmog. Infatti, avendo la possibilità di controllare tutti gli elettrodomestici di casa con una semplice app sul cellulare, basta un “tap” per assicurarsi di spegnerli tutti e disconnettere anche le prese.

Un’attenzione particolare va prestata anche nella selezione degli interruttori e delle prese, sempre più diffusi in versione Wi-Fi, preferendo quelli che non inviano essi stessi segnali Wi-Fi, ma sono collegati ad un gateway che è l’unico ad emettere il segnale. Quest’ultima soluzione viene ormai preferita dalle aziende italiane come Bticino che produce interruttori con la stessa logica del Wi-Fi, ma meno inquinanti.

Implementare dispositivi cosiddetti “smart” e progettare casa domotica quindi, oltre a garantire risparmi energetici e consentire un monitoraggio costante in remoto, aiuta anche nella riduzione dell’inquinamento da radiazioni elettromagnetiche.

Infine, per limitare l’esposizione ai campi elettromagnetici in casa come al lavoro o all’aperto, possiamo modificare il modo in cui utilizziamo il telefono cellulare, cercando di tenerlo quanto più distante da noi mentre non è in uso, utilizzando degli auricolari per parlare a telefono, attivando Wi-Fi e Bluetooth solo se indispensabile e spegnendolo durante la notte.