Impianto o involucro? Strategie progettuali e certificazioni a confronto

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Data la crescente attenzione verso la realizzazione di edifici a basso consumo energetico, sono state sviluppate diverse strategie di progettazione. C’è chi sostiene l’assoluta necessità di realizzare un involucro altamente performante, isolato, completamente a tenuta all’aria che, da solo, possa garantire il benessere di chi vi abita. Dall’altro lato è anche vero che la realizzazione di un impianto tecnologico avanzato, moderni, per il riscaldamento, la produzione di acqua calda sanitaria, la ventilazione, deve avvalersi delle più moderne tecnologie e attingere al mondo delle rinnovabili per garantire efficienza e risparmio energetico.

E’ necessario fare una scelta? Su cosa bisogna puntare?

DUE METODI DI CERTIFICAZIONE A CONFRONTO

In relazione a questo argomento, a questa scelta di strategie progettuali, anche i diversi sistemi di certificazione energetica presenti in Italia si discostano e prendono differenti direzioni.

La Certificazione CENED

Consideriamo il sistema Cened ( Certificazione ENergetica degli EDifici ) in Lombardia: l’edificio viene certificato in una determinata classe energetica tenendo conto sia dell’energia termica che consuma (quindi derivante dalle prestazioni dell’involucro) sia dell’energia primaria necessaria a produrla.

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Il metodo Cened tiene quindi conto dell’efficienza degli impianti di riscaldamento/climatizzazione e di produzione di acqua calda, analizzando i vari sistemi di generazione, distribuzione, emissione, regolazione e eventuale utilizzo delle rinnovabili (solare termico o fotovoltaico, teleriscaldamento, altro..).

Paradossalmente un edificio con scarso isolamento e scarsa qualità dell’involucro può raggiungere classi energetiche elevate se avesse per esempio un impianto fotovoltaico.
La classe energetica risultante si ottiene dalla combinazione di questi due elementi:
Prestazioni involucro + Prestazioni impianto = Classe energetica

La Certificazione Casaclima

Nel sistema CasaClima, diversamente da Cened, la classe energetica viene assegnata esclusivamente considerando le prestazioni dell’involucro edilizio (isolamento, tenuta all’aria, ponti termici corretti o meno).

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L’impianto viene valutato a parte e gli viene assegnata una classe di efficienza autonoma, che non corrisponde e non è la classe dell’edificio che leggiamo sulla targa e che viene pubblicizzata.
Per intenderci, un edificio in classe A non è detto abbia un impianto di classe A.

La classe energetica è quindi solo indice delle prestazioni dell’involucro.
Prestazioni involucro = Classe energetica

LE STRATEGIE PROGETTUALI

Questo diverso modo di considerare l’edificio, che si rispecchia nei metodi di certificazione adottati da ogni singola regione, identifica due diverse strategie progettuali adottabili.
Certo è che un involucro performante, altamente efficiente, è la base per un consistente risparmio energetico. Una sua corretta e attenta progettazione, fin nei più minuti dettagli, è necessaria. Come necessaria è anche la quasi maniacale correzione di ogni ponte termico che, si sa, incide in percentuale sempre maggiore sulle perdite di calore, al crescere dell’efficienza dell’involucro edilizio.

Approfondimento: progettare un involucro ad alta efficienza

Nelle nuove costruzioni quindi, realizzare un involucro mediocre e sopperire alle sue mancanze con impianti innovativi è comunque uno spreco di denaro e di energia, perché è l’involucro stesso che perde una buona parte del calore che gli viene fornito.

Progettare involucri altamente efficienti invece garantisce che l’energia che forniamo all’interno dell’abitazione resta al suo interno.
Diverso forse è il discorso delle ristrutturazioni.

In molti casi, non è possibile intervenire sull’involucro in maniera risolutiva, ottenendo sì un notevole miglioramento ma non un involucro perfetto. In tali casi è necessario quindi, nei limiti del realizzabile, proporre impianti innovativi per sopperire alle perdite di calore che non si sono potute eliminare.

Due diverse soluzioni quindi, due diverse strategie progettuali che si possono intraprendere, senza però dimenticare che, si può sì fornire energia nel modo più efficiente possibile, ma se poi la si disperde, è il caso di dire dalle finestra di casa, dov’è il guadagno?

Giulia Azzini

Giulia Azzini Ingegnere

Appassionata di architettura sostenibile, le piace scrivere e coniuga qui le due cose. Tra un buon libro e un’escursione in montagna si tiene sempre aggiornata. Ama reinventare la propria casa e quella di familiari o amici.