Giardini verticali di Patrick Blanc. Cosa sono, come funzionano

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Il binomio architettura – natura piace molto più di quello architettura – cementificazione. La pensa così Patrick Blanc, che da anni si occupa di rendere più verdi i grigi edifici che popolano le nostre città. Per lui, infatti, prati e giardini dovrebbero essere un tutt’uno con l’architettura, circondandola. Ma se non c’è spazio tra strade,
parcheggi e alti palazzi, allora il verde lo si può mettere in verticale. Eh sì, avete capito bene: in verticale! E non stiamo parlando di gerani e orchidee che colorano i nostri balconi, ma di vere e proprie piante che ricoprono la facciata degli edifici diventando un tutt’uno con essi.

Le piante non hanno necessariamente bisogno di terreno per crescere, ma solo di acqua, ossigeno e anidride carbonica per la fotosintesi clorofilliana. Ne sono una prova le 2500 specie delle 8000 che crescono in Malesia, in grado di crescere e svilupparsi sulle rocce e tutte le altre varietà di piante che, anche nei climi temperati, crescono su supporti rocciosi.

E’ da queste considerazioni che derivano le facciate verdi di Patrick Blanc. Lo studioso parigino però, si è trovato di fronte al problema della potenza distruttiva delle radici delle piante e, per evitare che queste danneggiassero seriamente le sue strutture come avvenuto nel tempio di Angkor, ha dovuto trovare una soluzione. Ha notato quindi che, se le piante sono regolarmente bagnate dall’acqua, tendono a mantenere le proprie radici in superficie evitando così di penetrare nella profondità della struttura danneggiandola. E’ stato così che Blanc ha iniziato la realizzazione di facciate verdi, un sistema leggero (meno di 30 kg a metro quadrato) e adattabile a supporti di qualsiasi dimensioni ed altezza. Il verde verticale trova spazio anche all’interno degli edifici in posti più o meno illuminati naturalmente.

A seconda del clima del luogo dove lo si vuole installare, saranno scelte per il giardino verticale, specie di piante differenti.

I giardini verticali sono costituiti da 4 strati:

1. STRUTTURA METALLICA PORTANTE
La struttura portante, costituita da traversi e montanti metallici, può essere tanto ancorata al supporto quanto staccata da esso e quindi autoportante. Lo spazio tra il supporto e la struttura costituisce una camera d’aria ottima per isolare termicamente e acusticamente gli ambienti.

2. TELO DI PVC
Un telo di PVC dallo spessore di 1 cm, è steso sulla struttura verticale per aumentarne la rigidezza e renderla impermeabile.

3. STRATO DI CARTONFELTRO
Lo strato di cartonfeltro che viene posizionato al di sopra del telo in PVC, serve per consentire all’acqua di distribuirsi uniformemente su tutta la superficie interessata dal prato verticale.

4. PIANTE
Infine lo strato visibile dall’esterno, ovvero le piante, cresceranno al di sopra del cartonfeltro. Si potranno spargere semi oppure piantare essenze già cresciute. Ci saranno all’incirca 30 piante per metro quadro. Quali essenze piantare su un prato verticale? Un sistema automatico di innaffiatura e fertilizzazione provvederà nei periodi in cui si renderà necessario, al sostentamento delle piante.

Se vivere nelle città ha fatto perdere il contatto con la natura, i giardini verticali ristabiliscono un contatto grazie ad ambientazioni naturali che riducono lo stress e aiutano l’aria a purificarsi dagli inquinanti.

Scopri i vantaggi delle pareti verticali!

Progettista

Guarda il sito di Patrick Blanc















Antonia Guerra

Antonia Guerra Ingegnere Edile ed Architetto

Architettura Ecosostenibile, che ha fondato durante gli anni universitari, è il suo piccolo gioiello. A Londra, dove vive, progetta case per ricchi signori londinesi. Nel tempo libero si aggira in bicicletta tra i grattacieli della City, organizza pic-nic e si dedica alla pittura ad acquerello.