Decrescita: che l’uomo arretri e la Natura avanzi

“È tempo di decrescita, ed è tempo di riconcentrarsi sui grandi temi del dono e del perdono che sono alla base della civiltà. Basti pensare al concetto di ospitalità, all’usanza del regalo, alle economie di vicinato, alla solidarietà verso i poveri […]”. Queste le parole dell’architetto Riccardo Dalisi, che nel suo libro “Architettura Della Nuova Innocenza”, esprime la poetica del vivere contemporaneo: una visione dell’uomo nel mondo legata a quella che l’economista Serge Latouche e molti altri chiamano “decrescita”. Con questo termine pensiamo a qualcosa che viene tolto, un progetto di pulizia e manutenzione

In copertina: schizzo di Riccardo Dalisi da "Decrescita. Architettura della nuova innocenza"

decrescita felice? tutto quello che c'è da sapere

Gli architetti del nostro secolo si cimentano sempre di più in innovazioni ed ardite sperimentazioni cercando, al contempo, una forma di rispetto per l’ambiente. E se l’innovazione maggiore consistesse nella decrescita, nel fare un piccolo passo indietro per un grande passo in avanti per la sostenibilità? Costruiamo di meno e lasciamo spazio alla natura di avanzare. Limitiamo il cemento armato, riempiamo le nostre strade e le nostre piazze di verde, creiamo dei boschi nella città, facciamo passare le viti nelle case, non è così difficile come si pensa.

LE OMBRE IN CONCORSO

A Salerno è alla sua seconda edizione il concorso internazionale di idee Ombre d'Artista. Bandito dall’associazione Effetti Collaterali, il concorso accoglie proposte di installazioni che, nei periodi di maggior calore, offrano ombra e ristoro e, nello stesso tempo, esaltino i luoghi in cui sono collocate. L’immagine che ho in mente del posto più piacevole, più rigenerante dove sedere e riposare all’ombra, è quella di un grande pino. Qui non vi è solo ombra, ma vi è il suo caratteristico odore, vi è la freschezza dell’aria, l’albero dà una qualità in più all’ombra che genera. Una delle proposte per questo concorso fu di utilizzare gli alberi come installazioni. Cosa c’è di più innovativo, di più contemporaneo del verde? Di un boschetto urbano? E così, per le piazze di Salerno, furono pensate alberature in linea o in gruppi, pergole, coperture vegetali e siepi. Venne prevista, inoltre, per alcune fontane, la chiusura del “troppo – pieno” delle vasche lasciando scorrere una lama d’acqua sulla pavimentazione come avviene in alcuni paesi, dove d’estate il fiume, temporaneamente deviato, inonda ad alcune ore della giornata le strade rinfrescandole. Nel corso del tempo l’uomo, ha penalizzato anche l’ombra, ed ora, paradossalmente, la ricerca. Riportiamo allora in auge quegli elementi naturali che nascevano, tra le altre cose, anche per questo scopo.

ABITAZIONI POPOLARI PIÙ VERDI

Il concorso citato è solo un esempio, tanti sono i luoghi profondamente deturpati che, probabilmente, riuscirebbero a risollevarsi solo con un “passo indietro”, solo con la “decrescita”. Hundertwasserhaus (Casa di Hundertwasser) è un complesso di case popolari costruito a Vienna tra il 1983 ed il 1986 dall’architetto, nonché artista ed ecologista austriaco, Friedensreich Hundertwasser famoso quale precursore del concetto di bioarchitettura. Con questo progetto, infatti, l’architetto realizza 50 appartamenti per le persone meno abbienti della città, usando linee morbide e colori vivaci. Poi inserisce, sui terrazzi, dei giardini pensili che distribuiscono il verde, in modo vario, sulla facciata. Questa sua idea “verde” era già stata preannunciata in alcuni modellini di studio del 1972 come “Grattacielo – prato – casa” e “Casa Terrazza” ed in molti suoi scritti. “Se i muri vengono ricoperti di vegetazione chi ne trae giovamento, chi viene danneggiato? Anche il vicino di casa che abita al piano di sopra ottiene un vantaggio come beneficiario inconsapevole della vegetazione […]” (Friedensreich Hundertwasser, Che sia tutto ricoperto di vegetazione).

Il modellino della "Terrace House" di HunderwasserIl modellino della "Terrace House" di Hunderwasser

“Decrescita”: che l’uomo arretri e che la natura avanzi. Parliamo di una natura, per quanto possibile, libera piuttosto che sui prati imbalsamati dei parchi contemporanei. Un aumento di verde porterà aria salubre, ma anche colore nuovo, non artificiale, con caratteristiche cromatiche uniche, cangianti sotto l’effetto della luce. Il verde porterà bellezza. Questo concetto lo possiamo estendere anche al design. Riccardo Dalisi, citato all’inizio, una vita dedicata al design, dice: “Troppo spesso confondiamo design con disegno industriale, abbiamo perso il significato della parola design che è progetto, sensibilità, cultura, gusto, stile […]” e propone i suoi oggetti fatti con materiali di riciclo, ispirati alla natura, la cui qualità è data dal colore. La “decrescita” dovrebbe diventare uno stile di vita, una cultura da tramandare, una forma di educazione. Il progetto del bosco per “Ombre d’artista” non ha vinto ma ha ricevuto una menzione, ed è già un bel risultato. Probabilmente siamo sulla strada giusta per la sostenibilità.

Stella Cuomo

Stella Cuomo Architetto

Scrivere è la sua passione, insieme all’arte ed all’architettura. Si interessa di arte con la speranza di unire sempre di più queste sue passioni e di riuscire ad avvicinare quante più persone alla cultura. Ama viaggiare, il cinema e la moda.