Come progettare una casa passiva nel Mediterraneo

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Il sistema “casa passiva” può essere definito come un’insieme di criteri progettuali, tecnici e formali, volti alla realizzazione di un edificio nel quale i consumi energetici siano “quasi pari a zero”; questo concetto nasce e si sviluppa negli ultimi vent’anni, a seguito di un sempre maggiore aumento del consumo di energia nelle abitazioni oltre che negli uffici, con l’utilizzo degli impianti di riscaldamento d’inverno e di raffrescamento d’estate;questi ultimi in particolare, sono la causa principale del consumo estivo di gran parte degli edifici, costruiti secondo criteri progettuali avulsi dal contesto geografico, in un periodo culturale in cui ancora non si poneva sufficiente attenzione al problema del consumo di energie e allo sfruttamento intelligente delle risorse,per la maggior parte non rinnovabili.

Dal primo prototipo di casa passiva, realizzato a Darmstadt (Germania) nel 1990, a oggi, il sistema “passivo” si è molto sviluppato perché offre degli indubbi vantaggi rispetto ad una casa tradizionale, in termini di comfort termico. inizialmente però, non si è tenuto sufficientemente conto del fatto che l’ambito geografico di riferimento del primo modello, e di conseguenza delle successive realizzazioni di casa passiva, è l’Europa centrale, caratterizzata da un particolare andamento climatico, in cui l’obiettivo principale della climatizzazione è dato dal mantenimento di una temperatura accettabile d’inverno, in cui il clima è molto rigido. Questo aspetto locale, geografico, della casa passiva, ha per esempio fatto sì che tra i criteri progettuali e formali si indicasse come importante la realizzazione di ampie superfici vetrate esposte a sud, che consentissero la maggiore captazione di energia solare possibile. Come è facile intuire però, la realizzazione di queste pareti vetrate esposte a sud, non potrà mai essere la soluzione ideale per un edificio costruito nel Mediterraneo, dove il clima ha caratteristiche nettamente diverse rispetto al centro Europa, e un’eccessiva esposizione all’irraggiamento solare, per dì più a sud, non fa altro che provocare un surriscaldamento degli ambienti interni e anche dell’aria esterna a contatto con la parete, producendo un effetto serra in questo caso negativo perché causa di discomfort termico.

A fronte di queste considerazioni sono molte le polemiche derivate da un utilizzo incongruo delle indicazioni per la passivhaus nel mediterraneo, ciò nondimeno il concetto chiave rimane valido anche per il mediterraneo, trattandosi di cercare un sistema costruttivo idoneo a mantenere delle temperature interne confortevoli sia d’estate che d’inverno, senza l’apporto o quasi di impianti di climatizzazione, i quali consumano energia.

I PARAMETRI DA CONSIDERARE NEL MEDITERRANEO

Quindi, se nel centro Europa sono importanti l’esposizione vetrata a sud, l’impermeabilità all’aria e il controllo della ventilazione, nel Mediterraneo sarà piuttosto il caso di prevedere un accurato sistema di oscuramento dal sole, mentre non sarà così necessaria l’impermeabilità all’aria (considerando anche gli aspetti culturali che ciò comporta, in un territorio in cui l’esterno e l’interno sono sempre stati in stretta relazione) e infine considerare comunque un’appropriata ventilazione.

Il parametro sicuramente più importante in clima mediterraneo sarà l’inerzia termica dell’involucro: un’elevata inerzia termica garantisce infatti un passaggio di calore tra esterno e interno graduale, cosa che permette di giorno di mantenere una temperatura più bassa rispetto all’esterno, mentre il calore accumulato nella parete, venendo rilasciato di notte, quando le temperature esterne sono molto più basse, potrà facilmente essere controllato mediante un’adeguata ventilazione.

GLI STUDI IN CORSO

L’inerzia termica della parete è collegata alla massa della parete, e su questo parametro sono in corso diversi studi per verificarne il comportamento in diversi tipi di involucri esterni in area mediterranea; in particolare, uno studio condotto dal professor Fabio Fantozzi dell’università di Pisa e dagli architetti Caterina Gargari e Francesca Reale, dell’università di Firenze, è stato condotto su quattro tipi di involucri in laterizio, con l’utilizzo di alcuni software di ultima generazione, che permettono di simulare condizioni climatiche dinamiche di specifiche località, ed in questo caso hanno scelto un edificio semplice e compatto in prossimità di Napoli; mentreElisa Di Giuseppe, Lorenza Fantini, Marco D’Orazio e Costanzo Di Perna, dell’Università Politecnica delle Marche, di Ancona, hanno preso in considerazione tre tipologie di edificio tipiche del panorama italiano (un edificio a torre, una villetta e un condominio di quattro piani), e ne hanno studiato il comportamento per la zona climatica D.

In tutti e due i casi studio, i parametri considerati, sono stati definiti, in accordo con l’ultima Direttiva Europea 2010/31/Eu “sulla prestazione energetica nell’edilizia” (di cui però non sono stati ancora emanati i decreti attuativi), attraverso le norme UNI 10375 del 2011, Metodo di calcolo della temperatura interna estiva degli ambienti, che integrano e migliorano l’analisi del comportamento estivo degli edifici rispetto al modello della UNI Ts 11300, metodo di calcolo affidato a modelli semi–stazionari (queste per la definizione del comportamento estivo si limitavano alla sola trasmittanza termica periodica, mentre le ultime tengono conto dell’oscillazione delle temperature operanti estive).

Attraverso studi come questi e una rinnovata attenzione per gli aspetti geografici e culturali dell’architettura, è possibile avvicinarsi alla realizzazione di case passive anche per il mediterraneo.

Giulia Custodi

Giulia Custodi Architetto

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