Combattere l’inquinamento indoor con piante antinquinanti

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Cosa lega 38 piante, un’astronauta in viaggio nello spazio e le nostre abitazioni? Presto detto: tutti conosciamo la fotosintesi clorofilliana ma forse ignoriamo le capacità fitodepurative di alcune piante e l’efficacia delle stesse contro l’inquinamento degli ambienti chiusi. Le piante purificanti – in tutto 50, ma le più efficaci sono 38* – furono studiate già negli anni ’70 dalla Nasa dal giovane studente Bill Wolverton, assunto per valutare l’aria dellenavicelle spaziali. Estese gli studi ad altri ambienti, quali uffici e abitazioni, con risultati sbalorditivi: alcune piante assorbono fino all’80% delle sostanze nocive volatili (metalli pesanti e sostanze tossiche) presenti negli ambienti interni.

L’INQUINAMENTO INDOOR

Benessere abitativo e comfort ambientale

Adolf Loos sintetizza in ‘Ornamento e delitto’ l’inutilità e presunzione di un’architettura in cui la decorazione prevale sulla funzionalità; la semplificazione diventa un dovere morale, l’ornamento fine a sé stesso, illegittimo. Nell’architettura contemporanea ogni singola apertura, impianto, rivestimento o arredo assume un significato estetico, ecologico ed economico, rientrando nell’ottica del ‘piace perché bello e utile!’, tipico di un ritrovato edonismo sostenibile. E’ possibile avere una casa ecologica e salutare, ottenere benessere abitativo, alto comfort incidendo positivamente sulla salute del singolo individuo, solo attraverso una progettazione accurata e un controllo qualitativo dei materiali edili utilizzati. L’architettura deve soddisfare, al contempo, le varie esigenze dell’abitante, estetiche e funzionali. Infatti, gli edifici devono garantire il benessere psicofisico delle persone che lo occupano: questa sensazione dipende da vari fattori (aria, umidità, temperatura, acustica…). A giocare un ruolo fondamentale è, in particolare, la qualità dell’aria: il riscaldamento, le polveri, gli acari e lo smog sono i maggiori fattori inquinanti. Inoltre i materiali utilizzati per le ristrutturazioni, gli stessi arredi, i prodotti per la manutenzione e la pulizia degli ambienti interni, esalano sostanze nocive, quali formaldeide, ammoniaca, benzene, xilene e tricloretilene, ecc…

Obiettivo qualità dell’aria

Trascorriamo circa l’80%* del nostro tempo in ambienti chiusi e sempre meno all’aria aperta; oltre all’acqua che beviamo, ci preoccupiamo abbastanza dell’aria che respiriamo? Se pensiamo agli ambienti nella loro interezza, questi non sono altro che contenitori rivestiti con arredi ed elettrodomestici in cui colle, adesivi, truciolati, plastiche, vernici, mordenti e solventi avvelenano regolarmente l’aria che respiriamo. E, a ben vedere, noi stessi, emettendo bioeffluenti con la respirazione e traspirazione, contribuiamo a peggiorare la qualità dell’aria. Sembra strano concentrarsi sull’inquinamento indoor nelle nostre città affollate e trafficate, ma esiste una vera e propria sindrome da edificio malato (Sick Building Syndrome) secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che colpisce le persone che vivono molte ore in spazi chiusi; si ammalano soprattutto bambini, anziani, chi ha problemi respiratori e chi è particolarmente sensibile ai composti chimici volatili. E se le nostre case o uffici non fossero neppure realizzati con i basilari criteri di sostenibilità?

COME COMBATTERE L’INQUINAMENTO INDOOR

Semplici regole da seguire

In nostro soccorso arrivano dei semplici accorgimenti e un’arma economica ed efficace: piante antinquinanti per combattere l’inquinamento indoor.

  • Attendere qualche giorno prima di occupare stanze trattate con solventi o pesticidi
  • Aspettare qualche mese se l’ambiente è stato dipinto, piastrellato o tappezzato con colla
  • Aerare regolarmente ogni giorno gli ambienti chiusi, preferibilmente di prima mattina
  • Utilizzare con cautela detersivi e prodotti chimici
  • Usare correttamente gli impianti di riscaldamento
  • Non usare prodotti fitosanitari in ambienti chiusi
  • Coltivare piante adatte per ogni ambiente dell’ufficio o della casa
  • Posizionare alcune delle 38 piante nei vari ambienti interni, a seconda degli agenti inquinanti, significa migliorare la qualità dell’aria e prevenire varie patologie (mal di testa, nausea, vertigini, stanchezza, difficoltà di concentrazione, irritazione ad occhi, naso e gola, tosse secca, pelle disidratata, prurito, forme allergiche…).

Verde ornamentale vs verde strumentale

Ormai siamo abituati al verde come panacea di tutti i mali: dalle affascinanti pareti verdi di Patrick Blanc, alle erbacce selvatiche elogiate da Gilles Clement o agli orti anticrisi sui grattacieli di New York; queste nuove utilizzazioni del verde, non più concepito come ornamentale ed accessorio, hanno cambiato il nostro modo di progettare: le piante sono parte integrante (e rilevante) degli ambienti che viviamo e contribuiscono al nostro benessere psicofisico.

L’uso di piante da appartamento non è più dunque ornamento, né escamotage per coprire dettagli sbagliati.

Il processo biodepurativo delle piante

Le piante, attraverso la fotosintesi clorofilliana, trasformano l’anidride carbonica in ossigeno. Inizia da qui la lotta all’inquinamento indoor delle piante; traspirando, aumentano l’igrometria e rendono l’aria più salubre. Il processo depurativo continua con l’accumulo nei propri tessuti (foglie e radici) di sostanze chimiche volatili e si conclude con l’azione dei microrganismi presenti sulle radici. Alcune piante risultano più efficaci di altre nella lotta dell’inquinamento: ogni ambiente è compromesso da specifiche sostanze che saranno assorbite dalle piante più efficaci.

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Per ogni agente inquinante una pianta purificante

In cucina vi sono elettrodomestici che emettono onde elettromagnetiche, gas, rivestimenti o arredi con formaldeide, pvc, plastificanti o altri solventi chimici, detergenti con ammoniaca. Sono consigliati: l’anturio (Anthurium andreanum), rhapis (Rhapis excelsa), gerbera (Gerbera jamesonii), crisantemo (Chrysantheum x morifolium o Dendranthema x grandiflorum), ficus benjamina (Ficus benjamina), potos (Scindapsus aureus), falangio variegato (Chlorophytum comosum), cactus colonnario (Creus peruvianus). In soggiorno dove vi sono mobili, tappeti, carta da parati, rivestimenti in legno, camino o stufa a legna, arredi nuovi, apparecchi elettronici e tende, sono consigliati: il ficus, filodendro (Philodendrum selloum), Dracena marginatam areca, palma da datteri (Phoenix roebelenii), spatifillo (Spathiphyllum), stella di Natale (Euphorbia pulcherrima), Schefflera actinophylla, sansevieria, dracena ‘Janet Craig’, gerbera, crisantemo, tronchetto della felicità (Dracaena fragrans Massangeana), falangio variegato, potos, rhapis. Mobili, armadi e mensole nello studio o ufficio dal design moderno, emettono formaldeide: cactus colonnario, aglaonema (Aglaonema commutatum ‘Silver queen’), filodendro, Ficus elastica Decora, anturio depureranno l’aria. In bagno, in cui le concentrazioni di agenti inquinanti sono minori, ma in spazi ristretti, si posizioneranno piante piccole che amano forte igrometria: croton, felce di Boston, azalea, anturio, palma di bambù (Chamaedorea seifrizii).

Le piante possono essere valide armi alla lotta dall’inquinamento domestico, ma è buona regola non contaminare gli stessi ambienti, verificando e/o limitando i materiali e prodotti chimici introdotti in casa o ufficio.

* Ariane Boixiere, Genevieve Chaudet, Le Piante Antinquinanti, Red Edizioni

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.