Certificati Verdi: il regime di transizione ed i problemi sul mercato

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A partire dal 2016 i Certificati Verdi (CV) saranno rimpiazzati da una vera e propria tariffa (non ancora definita). Tuttavia, fino a tutto il 2015 il mercato dei CV continuerà a funzionare secondo le regole dettate dagli ultimi decreti, e già dalla seconda metà del 2012 si possono osservare le influenze che le stesse hanno avuto sul mercato. La storia dei Certificati Verdi inizia nel 1999, con l’obbiettivo di indirizzare il mercato verso un uso maggiore di energia elettrica generata da fonti rinnovabili, imponendo degli obblighi a carico dei produttori da fonti fossili ed incentivando con un “premio” i produttori da fonte rinnovabile (escluso gli impianti fotovoltaici già incentivati dal sistema Conto energia, gli impianti solari termici e geotermici a bassa temperatura).

In pratica i produttori da fonti fossili sono obbligati a trasformare annualmente una percentuale della loro produzione da fossile a rinnovabile. Se tali produttori non rispettano l’obbiettivo imposto, o lo fanno parzialmente, devono comprare Certificati Verdi in quantità corrispondente alla quota non raggiunta. Di contro, i produttori da fonti rinnovabili ottengono un numero di CV corrispondente a quanto prodotto, appunto, con fonte rinnovabile, e possono vendere tali certificati ai produttori che non hanno raggiunto l’obbiettivo richiesto.

Con il Dlgs 28/2011 viene fissata la fine del meccanismo dei Certificati Verdi. La data ultima è stata stabilita per il 31 dicembre 2012, con l’obbiettivo di transitare verso nuovi sistemi di incentivazione, di cui il Dm del 6 luglio 2012 stabilisce le regole di transizione.

Con il decreto di luglio, infatti, rientrano nel meccanismo dei Certificati Verdi anche gli impianti entrati in esercizio entro il 30 aprile 2013, ma già in possesso dell’opportuna autorizzazione dal luglio 2012.

Nello specifico, con il nuovo decreto, e nell’attesa di una precisa regolamentazione relativa agli incentivi post 2015, agli impianti entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2012, è riconosciuto, per il residuo periodo di diritto successivo al 2015, un incentivo tariffario “I” sulla produzione netta, che si aggiunge ai ricavi conseguenti alla valorizzazione dell’energia.

Ad oggi, chi è in possesso di CV da vendere, potrà usufruire di un prezzo di ritiro stabilito da parte del GSE (pari al 78% della differenza tra 180 e il prezzo medio dell’energia elettrica dell’anno precedente), oppure potrà decidere di vendere sul mercato ai soggetti obbligati. Tali soggetti obbligati, di contro, potranno acquistare dal GSE ad un prezzo pari allo stesso valore di ritiro.

Questa situazione, in cui l’offerta non sarà disposta a vendere a valori inferiori rispetto al prezzo di ritiro garantito, ed in cui la domanda non comprerà a prezzi superiori allo stesso valore, sta provocando, di fatto, uno stallo del mercato in cui, solo chi ha espressamente urgenza di acquisire liquidità, senza poter aspettare la data del ritiro del GSE, sarà costretta a svendere i propri certificati.

Arianna Mortellaro

Arianna Mortellaro Architetto

Formazione scientifica, spirito “siculo” e dinamico. Dai colleghi soprannominata “archignere” poiché architetto che si occupa di efficienza energetica in campo industriale. Per hobby scrive articoli da freelance, prepara il pane tutte le settimane e si cimenta come birraiola. 

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