Casa passiva o Passivhaus? Un criterio progettuale e uno standard da rispettare

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Li si vede lì, fermi, immobili, e si pensa che sia impossibile che consumino così tanto, e invece gli edifici sono responsabili del 51% delle emissioni di gas serra. Finalmente però si sente parlare sempre più spesso di edifici sostenibili, case a basso impatto ambientale, green buildings. Parole diverse per uno stesso concetto: edifici in grado di consumare poco e rispettare l’ambiente incidendo il minimo possibile su di esso.

Oltre a questi, si sente parlare anche di case passive o Passivhaus. Cosa sono? E’ qui che bisogna fare attenzione perché i due termini (casa passiva e Passivhaus), che vengono spesso usati come sinonimi, sinonimi non sono.

CASA PASSIVA
Gli edifici passivi sono quelli in grado di produrre da sé, attraverso fonti rinnovabili, l’energia di cui necessitano. Non prelevano energia dalla rete cittadina anzi, quando ne producono più di quella che gli serve, la mettono a disposizione dei cittadini immettendola nella rete comunale.

PASSIVHAUS
Per essere definita Passivhaus, una casa deve rispettare degli standard detti appunto standard Passivhaus messi a punto da Wolfgan Feist nel 1995 dopo alcuni esperimenti di riduzione dei consumi energetici applicati ad un piccolo condominio a Darmstadt, e che si fondano su tre parametri fondamentali:
– consumi energetici
– requisiti di qualità (livello di comfort termico)
– costi ragionevoli che permettano il rispetto del limite dei consumi energetici e dei requisiti di qualità.
I consumi di una Passivhaus sono davvero bassissimi. Si parla di un bisogno di riscaldamento inferiore a 15 kWh/mq anno, valore così basso che le abitazioni che rispettano questo standard hanno bisogno di una caldaia piccolissima, da sfruttare solo pochi giorni all’anno. La domanda di energia primaria, cioè di energia totale necessaria per il riscaldamento, l’acqua calda sanitaria e l’elettricità, invece, non è superiore ai 120 kWh/mq di superficie netta abitabile per anno. Lo standard Passivhaus impone anche limiti sulla tenuta all’aria dell’involucro edilizio che, secondo la EN 13829, dovrebbe rispondere al test di pressurazione a 50 Pa con un risultato non superiore a 0,6 h–1. Il comfort invernale deve essere assicurato in una Passivhaus, e per questo la temperatura interna invernale può superare i 20°C purché si rispettino i sovra citati limiti energetici.

Quindi, mentre con l’espressione “Casa Passiva” si indica una procedura generale di progettazione, con “Passivhaus” si fa riferimento ad una norma precisa che non impone limiti solo sulla richiesta energetica, ma anche sugli standard qualitativi e sui costi.

Per saperne di più sulle case passive, consulta Passive–on

Antonia Guerra

Antonia Guerra Ingegnere Edile ed Architetto

Architettura Ecosostenibile, che ha fondato durante gli anni universitari, è il suo piccolo gioiello. A Londra, dove vive, progetta case per ricchi signori londinesi. Nel tempo libero si aggira in bicicletta tra i grattacieli della City, organizza pic-nic e si dedica alla pittura ad acquerello.