Lo studio LAVA per la transizione tangibile verso un’energia sostenibile

Vista complessiva della torre e del parco

Lo studio internazionale LAVA – Laboratory for Visionary Architecture (Laboratorio di architettura visionaria) ci invita, con uno dei suoi ultimi progetti, a riflettere sul ruolo dell’energia nel dibattito architettonico contemporaneo.

In copertina:  Vista complessiva della torre e del parco. Immagine dal sito di IBA Heidelberg.

La trasformazione del centro di stoccaggio di gas

Il progetto in questione è il vincitore del concorso indetto nel 2016 da due enti pubblici, che hanno come unico azionista la città tedesca di Heidelberg: IBA Heidelberg (fiera internazionale dell’edilizia) in collaborazione con la Stadtwerke Heidelberg GmbH (società fornitrice di elettricità, gas e riscaldamento) con lo scopo di espandere il parco energetico nel distretto di Pfaffengrund.

 Vista della torre. Immagine dal sito di IBA Heidelberg. Vista della torre. Immagine dal sito di IBA Heidelberg.

L’intervento principale riguarda la conversione di una vecchia torre di stoccaggio del gas in un impianto all’avanguardia. L’edificio, un cilindro altro 56 m, ospiterà un deposito termico; la nuova struttura consentirà agli impianti di generazione di lavorare in modo più flessibile ed economico, compensando il divario tra consumo e produzione.

"L'accumulo di calore ci consente di collegare meglio i settori dell'energia elettrica e termica - e quindi va esattamente nella direzione dell'attuale dibattito sull'energia", ha affermato Michael Teigeler, direttore di Stadtwerke Heidelberg GmbH.

LAVA ha deciso di dare un’immagine a questo cambiamento, trasformando l’attuale volume in una scultura dinamica, che si erge come un faro della nuova cultura energetica, completamente accessibile al pubblico e con viste sulla città. I concetti di transizione energetica, decentramento, collegamento in rete, flessibilità e adattabilità divengono architettura: il risultato è una facciata dalla superficie dinamica e in continua evoluzione, fatta di luci e ombre, ed animata dal vento. La nuova facciata è come una “pelle” che avvolge l’edifico ed è formata da vari strati:

  • una membrana interna, in grado di assumere diverse gradazioni di blu a seconda della luce;
  • una struttura metallica ad anelli ellittici, che corre lungo il volume cilindrico con moto ascensionale;
  • tra gli anelli una rete di cavi di acciaio forma lo strato più esterno;
  • infine 11.000 scaglie sottilissime in acciaio sono agganciate alla rete di cavi, con un sistema ingegnoso che le consente di torcersi fino a 45°, permettendo all’edificio di “respirare”.

 Concept del disegno della facciata edettaglio delle "scaglie". Da LAVA.net Concept del disegno della facciata edettaglio delle "scaglie". Da LAVA.net

Il valore simbolico delle scaglie è sottolineato dal direttore di LAVA Tobias Walliser:

Questo numero di piastre corrisponde al numero di famiglie fornite con energia dalla rete, è un significante visivo dell'impatto che la nuova tecnologia può produrre”.

La sperimentazione sulle “pelli che respirano”

La facciata del progetto è il risultato dell’evoluzione di una sperimentazione portata avanti da LAVA sulla trasformazione dell’identità di edifici inefficienti ed energeticamente inadeguati alle attuali normative attraverso il semplice gesto di applicare un involucro esterno con determinate proprietà. Ciò che in un primo momento è iniziata come una proposta speculativa per rimodellare la torre UTS a Sydney si è evoluta in un'idea architettonica più ampia, come alternativa alla demolizione e ricostruzione (con le sue enormi spese finanziarie e ambientali).

 Sezione prospettica e dettaglio della facciata. Da LAVA.net Sezione prospettica e dettaglio della facciata. Da LAVA.net

 Prospetto e sezione della torre. Da LAVA.net Prospetto e sezione della torre. Da LAVA.net

Lo studio ha sviluppato una pelle economica e facile da realizzare che può potenzialmente trasformare l'identità, la sostenibilità e il comfort interno di qualsiasi struttura esistente.

La pelle è concepita come un “bozzolo traslucido” in grado di creare il proprio microclima. Il “bozzolo” è una superficie composita leggera e ad alte prestazioni. La tensione superficiale consente alla membrana di distendersi liberamente su una struttura leggera in acciaio attorno alle pareti e agli elementi di copertura ottenendo il massimo impatto visivo con il minimo sforzo materiale. Inoltre può generare la propria energia con celle fotovoltaiche, può raccogliere l'acqua piovana, migliorare la distribuzione della luce naturale e utilizzare l'energia convettiva disponibile per raggiungere i requisiti di ventilazione naturale dell'edificio.

Il concetto continua la ricerca di LAVA su un’architettura pubblica sostenibile che combina materiali contemporanei con le ultime tecnologie di fabbricazione digitale, con l'obiettivo di ottenere “More with less”, di più (architettura) con meno (materiale / energia / tempo).

La missione educativa del progetto

I visitatori sperimenteranno questo spazio come una struttura tridimensionale: attraverso un ponte, raggiungeranno un livello di ingresso ellittico; due ascensori e una rampa li accompagneranno attraverso un viaggio formativo, regalando scorci panoramici, ampie terrazze, spazi per eventi ed un ristorante; l’esperienza culmina sulla copertura dell’edifico. I visitatori potranno conoscere le sfide della transizione energetica nella città di Heidelberg, i dettagli tecnici della società di servizi pubblici, le fonti di energia rinnovabile prodotte sul sito e altro ancora.

 Vista della piattaforma panoramica di copertura. Dal sito IBA Heidelberg. Vista della piattaforma panoramica di copertura. Dal sito IBA Heidelberg.

 Planimetria del parco dello sport e dell'energia. Immagine da https://www.sbp.de/en/ Planimetria del parco dello sport e dell'energia. Immagine da https://www.sbp.de/en/

L'attrattiva architettonica consentirà di creare un luogo di incontro pubblico che incarna l'importanza della produzione di energia sostenibile, come emerge dalle parole di Michael Teigeler: " l'edificio costituirà un nuovo punto di riferimento a Heidelberg: come parte della città, vogliamo aprirlo ai cittadini e rendere il mondo energetico del domani qualcosa da vivere e sperimentare“. Il motto di IBA Heidelberg fa eco a queste parole: “La conoscenza crea una città, e una città crea conoscenza”. Il progetto di LAVA  (la cui costruzione è iniziata nel 2017) verrà completato nel 2019, e sarà al centro di un parco dedicato a sport ed energia dove in accordo al piano energetico 2020/2030 gran parte dell’energia sarà prodotta da fonti rinnovabili, in uno sforzo combinato tra istituzioni e cittadini.

L’individuo, infine, si riappropria del rapporto con quelle fonti così essenziali per la vita contemporanea e ne diviene co-responsabile.

Una svolta necessaria nel rapporto tra energia e città

La produzione di energia da fonti rinnovabili è senza dubbio uno degli obiettivi più importanti della lotta globale contro i cambiamenti climatici e per l’affermazione di un futuro sostenibile. L’umanità intera si trova di fronte ad una svolta epocale che rivoluzionerà ogni aspetto della vita umana: è l’alba di una nuova cultura, basata sul rispetto del pianeta e delle sue risorse, e non più sul suo sfruttamento incondizionato. Così come la rivoluzione industriale e il capitalismo hanno dato forma alle città contemporanee, definendone economia, istituzioni e struttura, è naturale immaginare come, allo stesso modo, la rivoluzione sostenibile debba proporre un nuovo modello in cui tutti gli aspetti vengono ridefiniti, compreso quello architettonico.

Se parliamo dunque di produzione e distribuzione di energia, che ruolo hanno oggi nell’immaginario collettivo e quale valore assumono per la vita umana? Sinteticamente possiamo rispondere che nonostante la maggior parte delle nostre attività coinvolgano il consumo di qualche forma di energia, pochi sono consapevoli di dove e come quell’energia sia stata prodotta e distribuita. Nella maggior parte dei casi le fonti sono lontane centinaia di kilometri dall’utente finale; le reti di distribuzione sono nascoste all’occhio umano, nel sottosuolo e in seguito nelle mura dei nostri edifici; le centrali di produzione per motivi di sicurezza e impatto ambientale si trovano in aree designate, ben lontane dai centri abitati.

Questa alienazione è probabilmente una delle principali cause del disastro ambientale a cui stiamo assistendo in quanto porta a una de-responsabilizzazione dell’individuo nei confronti della collettività.  Non vi  è dubbio che nella società del domani questo paradigma debba cambiare e il progetto di LAVA fornisce un’interessante svolta in questa direzione.

Luca Leonardo Preziosa

Luca Leonardo Preziosa Architetto

Architetto pugliese, vive e lavora a Praga. Sogna di progettare le città sostenibili del futuro, basate su un’economia circolare e la cultura della condivisione. Ha fatto della sostenibilità e del vivere senza produrre rifiuti il suo stile di vita. Si nutre di musica, arte e conoscenza, nella più ampia accezione.