Agricoltura urbana: le iniziative agricole sperimentali promosse da Agrocité

Il progetto Agrocitè per iniziative di agricoltura urbana sperimentali in città

Il progetto Agrocité vede la sua origine circa dieci anni fa ad opera del collettivo francese Atelier d’Architecture Autogérée (AAA). AAA è una piattaforma collettiva che conduce azioni e ricerche riguardanti i cambiamenti urbani e le pratiche emergenti culturali, sociali e politiche nella città contemporanea. Lo scopo alla base del loro progetto è stato quello di supportare l’agricoltura urbana fornendo supporto per le attività culturali ed educative.

Agrocité consiste in più unità di agricoltura urbana capaci di costituire una sorta di fattoria micro-sperimentale. Un esempio di iniziativa agricola sperimentale che comprende anche orti comunitari, un giardino educativo ed infine una serra condivisa per le piante ed attrezzature per il riciclo dell’acqua piovana, per la fitodepurazione e dispositivi di energia solare e biogas.

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Agricoltura urbana a Colombes e Gennevilliers

Per esempio a Colombes, in Francia, a nord di Parigi, luogo natale di questo progetto (2012) l’unità sperimentale si divide in 3 aree, completamente coltivabili:

  • un'area per attività agricole e naturali
  • un'area per il giardinaggio comunitario
  • un AgroLab, specializzato nella sperimentazione di una produzione da agricoltura biologica intensiva.

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Proprio come un hub multidisciplinare sono presenti inoltre, luoghi utili alla comunità e alla autosufficienza come una libreria di semi, un mercato ortofrutticolo, un caffè ed una cucina.

Ad aprile 2018 è stata inaugurata la seconda edizione dell’Agrocité, a Gennevilliers, nella periferia nord-occidentale di Parigi, dove ha trovato terreno fertile. Come la versione di Colombes, anche a Gennevilliers si incoraggia la rigenerazione dell'ecosistema urbano promuovendo un tipo di architettura autogestita dagli stessi abitanti. Anche qui è presente un orto a km 0, un bar e un laboratorio in cui vengono organizzati corsi di formazione professionale per conoscere le reti di distribuzione locali, l'apicoltura. Architettonicamente identica al modello di Colombes, questo secondo esperimento evidenzia differenze con l’originale, in quanto non è espressione di una rinascita agricola e urbana molto sentita.

Ci vorrà del tempo per ricreare il sentimento di appartenenza e i legami sociali che avevano caratterizzato il primo esperimento, ma la squadra di R-Urban, gli abitanti del quartiere, i volontari e le organizzazioni che hanno aderito all'iniziativa, hanno accettato la sfida. Vediamo quindi cosa diventerà.

Caterina Debidda

Caterina Debidda Architetto

Metà toscana, metà sarda, è un architetto alla ricerca della simmetria, ma in perenne squilibrio. Adora i gatti, l'arte in ogni sua forma e i film hipster di Wes Anderson. Ama i paesi nordici ma sogna un viaggio on the road in Sudamerica.