Convento House, la residenza in bamboo nel cuore della foresta pluviale

"Convento House" è una residenza ecosostenibile costruita nel cuore della foresta pluviale nei pressi di Chone, in Ecuador. A disegnarla è stato l'architetto ecuadoregno Enrique Mora Alvarado, il cui progetto ha previsto l'utilizzo esclusivo di materiali bio facilmente reperibili sul posto. Tra questi varie declinazioni di legname e soprattutto il bamboo, l'elemento cardine dell'intero edificio.

MEDITARE NEL BOSCO: L'EDIFICIO COSTRUITO NEL CUORE DELLA FORESTA

Seppur messa a repentaglio dalla sempre più impattante presenza umana, la Foresta Amazzonica è l’ultimo grande “polmone verde” del pianeta, la cui deforestazione è stata denunciata anche da un video shock. Estesa tra Brasile, Colombia, Perù, Venezuela, Bolivia e Ecuador, questa vasta distesa di oltre 7 milioni di kmq di superficie garantisce un approvvigionamento costante non solo di ossigeno, ma anche di legname ed altri materiali particolarmente affini all’architettura ecosostenibile.

Da questa premessa muove un interessante progetto di edilizia residenziale inaugurato di recente in Ecuador, a Convento, nei pressi di Chone. L’edificio in questione è la “Convento House”, residenza di 125 mq disegnata dall’architetto ecuadoregno Enrique Mora Alvarado in un’area rurale punteggiata di montagne, lambita da un torrente, circondata da un’impenetrabile distesa di foresta pluviale. Eccezion fatta per le fondazioni in cemento, l’intera struttura portante è stata realizzata in bambù, un materiale delle enormi potenzialità elastiche, oltre che facilmente reperibile in loco a costi molto contenuti.

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PERCHè IL BAMBOO 

La scelta del bamboo è stata dettata da una serie di fattori: dalla volontà di integrare nel miglior modo possibile l’edificio nel contesto circostante, alle difficoltà che sarebbero sopraggiunte nel far pervenire materiali dall’esterno in un luogo servito a malapena da qualche strada comunque impraticabile per buona parte della stagione delle piogge. Grande attenzione, inoltre, è stata prestata all’aspetto economico, un requisito imprescindibile per un progetto il cui budget complessivo ammontava a $ 15.000.

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A comporre la struttura sono più di 900 canne di bamboo di diametro differente, oltre ad 8 tronchi di alloro e a tamponamenti in legno di vario spessore. In fase di progettazione, tecniche tradizionali e accorgimenti architettonici tipici di quest’area dell’Ecuador sono stati integrati dalle ultime considerazioni in fatto di sostenibilità, così da stabilire un dialogo tra architettura vernacolare e contemporanea.

IL PROGETTO DELLA CONVENTO HOUSE

Il risultato è stato un fabbricato distribuito su un unico livello sopraelevato dalla quota del terreno, così da favorire la circolazione dell’aria al di sotto del solaio e scongiurare il rischio allagamenti durante la stagione umida. In pianta la residenza è suddivisa tra un’ampia zona giorno, che incorpora la funzioni di sala e cucina, e una zona notte dotata di tre camere da letto disposte su due lati e una terrazza d’angolo. A separare le due aree è uno spazio prettamente sociale, completamente aperto, permeabile nei confronti dell’ambiente circostante che “penetra” all’interno sotto forma di rigogliosi giardini pensili. In questa specie di atrio di ingresso si trovano anche alcune amache, elementi caratteristici della vita quotidiana ai tropici.

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Dal punto di vista tecnologico non mancano gli aspetti interessanti. Le colonne sono state ottenute accorpando più canne di bamboo l’una con l’altra, mentre il solaio di copertura presenta un duplice rivestimento in lamiera zincata all’esterno e in stuoie di bamboo di piccolo diametro all’intradosso. I tamponamenti esterni constano di tasselli di legno accostati con distanza variabile a seconda del grado di permeabilità di ciascun ambiente, mentre porte e finestre sono quasi totalmente apribili per favorire l’interazione con l’esterno.

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LA FUNZIONE DIDATTICA DEL CANTIERE

In fase di cantiere, le difficoltà logistiche intrinseche al sito e la mentalità degli abitanti non hanno rappresentato degli ostacoli, bensì degli spunti tesi al raggiungimento di un risultato migliore. In tal senso l’abilità dell’architetto, un ruolo quasi totalmente sconosciuto agli occhi degli abitanti di un villaggio dove la maggior parte delle case è stata costruita dagli stessi proprietari, è stata di aprirsi nei confronti della cultura progettuale endemica, assorbendola e ristrutturandola secondo regole chiare e precise. Per questo la “Convento House” ha rappresentato un’esperienza didattica, formativa per tutte le componenti, nonché un progetto pilota potenzialmente replicabile a costi contenuti in tanti altri villaggi analoghi.

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Marco Dalmonte

Marco Dalmonte Architetto

Di origini romagnole, vive e lavora a Milano, anche se ogni scusa è buona per trascorrere qualche giorno in giro per il mondo. Quando viaggia legge, quando legge viaggia, quando non fa nessuna di queste cose ama parlare di architettura agli aperitivi con gli amici.