La serra verticale dell’Expo di Milano

L’ENEA, Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, il 10 luglio ha inaugurato all’Expo di Milano una Vertical Farm, una serra verticale ecosostenibile alta quasi cinque metri in cui si riproduce l’agricoltura del futuro, in altre parole: pesticidi zero, km zero e consumo di suolo zero.

VERTICAL FARM: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE

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LA TECNICA IDROPONICA

La lattuga e il basilico, qui coltivati su dodici livelli, di un metro quadro ciascuno, secondo la tecnica della coltura idroponica (zolle di torba pressata e immerse totalmente in acqua con soluzioni nutritive a riciclo continuo), forniscono una produzione praticamente doppia rispetto alle colture tradizionali, passando da sei a quattordici cicli di raccolta all’anno per ogni livello e ottenendo un risparmio del 95% di acqua; solo due litri per un chilo di lattuga contro i tradizionali 40-45 litri!

Zero sprechi, zero rumori

A Expo, ogni tre settimane, si producono cinquecento piante di ottima qualità senza aver bisogno di grosse quantità di concime. La coltivazione a ciclo chiuso permette di non avere sprechi e di non produrre scarti o rifiuti, evitando sostanze inquinanti come pesticidi o fitofarmaci. La serra, in materiale multistrato su piani sovrapposti, è un prototipo di 3 x 3 x 4,5 metri di altezza, replicabile a livello industriale e non produce nemmeno rumori molesti, tranne un leggero ronzio. L’ambiente è chiuso da vetrate ed è completamente sterile, non entrano insetti e parassiti, perciò la qualità dei prodotti è eccellente.

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I led per la fotosintesi

Le piante crescono anche grazie all’uso di un sistema d’illuminazione artificiale a LED, altamente efficienti e a basso consumo. Le lampade a led a luce fredda, nelle colorazioni blu e rosse, sono in funzione per tutta la giornata e rappresentano il modo ideale per riprodurre le condizioni necessarie alla fotosintesi clorofilliana; l’anidride carbonica emessa è riassorbita dalle piante durante la notte quando i led sono spenti. I consumi energetici sono comunque elevati ma facilmente risolvibili con biomasse prodotte con il riciclo dei rifiuti urbani o utilizzo di energia da fonti rinnovabili.

La fertirrigazione

Ogni ora si attiva un ciclo d’irrigazione detto “a flusso e riflusso”, che eroga l’acqua per l’allagamento dei bancali, consentendo alle radici delle piante di assorbirla. Questo tipo d’impianto computerizzato si compone di un fertirrigatore, cioè un’unità di miscelazione che integra nell’acqua la quantità necessaria di sostanze nutritive e controlla periodicamente il PH e la salinità della soluzione.

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Tecnologia robotizzata

Il sistema è interamente robotizzato e la presenza dell’uomo è richiesta al minimo. Nella Vertical Farm di Expo il robot non è stato previsto, perciò ogni tre settimane un agronomo si preoccupa della produzione, della raccolta e del ricambio delle piante. Anche la climatizzazione è ottimizzata attraverso un impianto che verifica costantemente temperatura e umidità e tutto è collegato a un computer di controllo, anche per eventuali anomalie o blackout.

Il maggior vantaggio di queste tecnologie è poter produrre in paesi con caratteristiche climatiche molto diverse fra loro, essere un fondamentale contributo dove esistono problemi di scarsità d’acqua e di materie e abbattere i costi di trasporto.

Elena Bozzola

Elena Bozzola Architetto

Si è laureata quando la parola “sostenibile” la pronunciavano in pochi e lei si ostinava a spedire email sulla tutela ambientale a tutti i suoi amici. L’incontro con Architettura Ecosostenibile è stato un colpo di fulmine. Ama la fatica delle salite in montagna e una buona birra ghiacciata dopo la discesa.